Bibliografia

Spazio dedicato alla compilazione della lista dei traducenti dei forestierismi di cui alla sezione «Forestierismi»

Moderatore: Cruscanti

fabbe
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Intervento di fabbe »

Sono d'accordo con Federico e ritengo che uno scambio di collegamenti con l'IPLI sia auspicabile.

Bisogna far sistema e unire le forze senza dividersi. Questo non vuol dire nascondere le differenze ma anteporre a queste il fine comune.

Diversi approcci possono rendere più dinamica la comunità e apportare idee e soluzioni nuove all'espandersi di questa iniziativa.

In ogni modo, sosterrò quello che questa comunità decide.
Avatara utente
Federico
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Intervento di Federico »

Da aggiungere alla bibliografia:
Giovanardi, Gualdo (2003): Inglese - Italiano 1 a 1: tradurre o non tradurre le parole inglesi?, Manni
Raffaele Ruberto
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Intervento di Raffaele Ruberto »

Marco1971 ha scritto:Non sono affatto d’accordo. Io stesso, italiano residente all’estero, dovrei chiamarmi «Italian»? Al limite, nel mio caso, «Italien»... Ma non è questo il punto... Seguendo un ragionamento simile allora cosa significa «essere italiano»? Calcare il suolo? Lo fanno anche cinesi, zairesi, americani, residenti in Italia... Saranno piú italiani di me?
Caro Marco, grazie; questo e' proprio il mio punto e perche' abbiamo fischiato Severgnini. Noi che abbiamo preparato il sito ipli siamo italiani, con tanto di passaporto, ma risiediamo all'estero, e non siamo Italians.
Tra parentesi, la mia impressione e' che la maggior parte di coloro che scrivono al sito di Severgnini viva in Italia e non all'estero.
Raffaele Ruberto
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Intervento di Raffaele Ruberto »

Freelancer ha scritto:Invece in linea come calco di on line significa sì collegato, ma non di necessità tramite Internet, può anche trattarsi di un collegamento interno, in altre accezioni tecniche beninteso.
L'aggettivo "on line" e' entrato nella lingua inglese negli anni 1945-50 col significato di "che opera sotto il controllo diretto di, oppure collegato ad un computer"(dizionario Webster). Non si riferiva all'Internet, che ancora non esisteva. Quindi, a me sembra che l'italiano "in linea" potrebbe avere tutti i significati di "on line".
Raffaele Ruberto
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Intervento di Raffaele Ruberto »

Freelancer ha scritto: Sono andato a guardare questo sito di cui ancora non conoscevo l'esistenza; e devo dire questo sui suoi due responsabili: quale credibilità in discussioni sulla lingua può avere chi qualifica "obbrobrio" la concordanza a senso?
Infatti scrivono (e neanche si danno la pena di fare il controllo ortografico):

"una serie di motivi spingono a preferire la pace; la maggioranza degli italiani oppongono la guerra"...
Crivello ha ragione, "obrobrio" sul nostro sito e' sbagliato, ma non certo perche' non controlliamo l'ortografia, come dice lui. In ogni caso, e' sbagliato e ringraziamo Crivello per avercelo fatto notare.

In quanto agli "obbrobri" citati sul sito, abbiamo semplicemente riportato quello che diceva Mina sulla Stampa che critica appunto la concordanza a senso. Ed era proprio perche' non ci consideriamo esperti nella grammatica e sintassi italiane che abbiamo voluto precisare che quello non era lo scopo del nostro sito. Faccio notare pero' che la nostra conoscenza, o mancanza di conoscenza, dell'italiano non toglie niente alla nostra campagna contro l'uso di anglismi inutili.
Non voglio tranciare subito un giudizio completamente negativo, ma a un primo sguardo mi è parso che mostrino un atteggiamento prescrittivo molto fastidioso.
Lo scopo del nostro sito e' dimostrare che la maggioranza degli anglismi sono inutili. Abbiamo cercato di farlo dando esempi con tanto di referenze in modo che nessuno poteva accusarci di invenzioni. Naturalmente, abbiamo anche espresso le nostre opinioni. Abbiamo pero' anche detto molto chiaramente che non intendiamo costringere nessuno a fare quello che diciamo, e che eravamo pronti a ricevere e pubblicare sul sito stesso tutte le opinioni che visitatori erano disposti a mandarci. Se questo e' un atteggiamento prescrittivo, vorrei sapere come dovremmo cambiare il sito. Ripeto che l'unico scopo del sito e' di limitare l'uso di anglismi. Siamo sempre pronti ad accettare critiche costruttive per renderlo piu' accettabile ai visitatori,e quindi piu' utile.
Raffaele Ruberto
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Intervento di Raffaele Ruberto »

Perche' Severgnini ha chiamato il suo forum "Italians"? Qualche anno fa ho scritto a Severgnini facendogli questa domanda. Lui mi ha risposto che "Italians" e' piu' inclusivo di "Italiani".
P.S. Una buona notizia dallo stesso Corriere ... segnalavo un inspiegabile «TrovoJob»… Incredibile, ma sembra che qualcuno sia stato a sentirci: ...cambiat in un molto piú sensato «TrovoLavoro».
Amen.
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Raffaele Ruberto ha scritto:Perche' Severgnini ha chiamato il suo forum "Italians"? Qualche anno fa ho scritto a Severgnini facendogli questa domanda. Lui mi ha risposto che "Italians" e' piu' inclusivo di "Italiani".
Io, la citazione barziniana, sia pure inconscia, non la escluderei: troppe coincidenze… In ogni caso, mi dice che senso avrebbe intitolare una rubrica del genere Italiani, che farebbe piuttosto pensare a uno spazio dedicato a tutti gl’Italiani (e ai loro [soliti] vizi)?

Diciamoci la verità, caro Ruberto: infelice non è stata la scelta del titolo della rubrica, ma la giustificazione che il Severgnini le ha dato. ;)
Raffaele Ruberto
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Intervento di Raffaele Ruberto »

Infarinato ha scritto:Diciamoci la verità, caro Ruberto: infelice non è stata la scelta del titolo della rubrica, ma la giustificazione che il Severgnini le ha dato. ;)
Naturalmente non posso escludere l'influenza barziniana, quindi accetto la sua opinione.
Raffaele Ruberto
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Intervento di Raffaele Ruberto »

fabbe ha scritto:Sono d'accordo con Federico e ritengo che uno scambio di collegamenti con l'IPLI sia auspicabile.
Ringrazio Fabbe e Federico che l'ha proposto. Dovranno essere gli altri partecipanti di Cruscate a decidere se fare qualcosa, e come. Intanto il nesso di Cruscate è già nella lista dei Siti Interessanti di IPLI.
Raffaele Ruberto
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Intervento di Raffaele Ruberto »

Freelancer ha scritto: Ho dato ieri un'occhiata alle varie pagine del sito sugli anglismi inutili, e forse dovrei mitigare un po' il mio giudizio così negativo; gli autori non parlano più di questioni di lingua endogene ma solo degli anglismi, quindi quanto hanno scritto sulla concordanza a senso sembra un episodio isolato ancorché rivelatore.
Forse avrebbe dovuto leggere quelle pagine con più attenzione e cercare di capire bene quello che dicono prima di commentare.
È divertente la pagina dove cercano di spiegare agli sprovveduti come funzionano le progressioni geometriche, per cui se da oggi ogni italiano potrà convincerne altri due a rinunciare agli anglismi inutili, tempo due mesi saranno spariti gli anglismi inutili dall'Italia. Insomma fanno un po' tenerezza. Ma hanno buone intenzioni, anche se combattono una battaglia persa.
Consideriamo quanto sopra complimenti, anche se capiamo benissimo che questa non era l’intenzione di Crivello.

Facciamo notare inoltre che siamo dell’opinione che bisogna scrivere nel modo più semplice possibile per essere capiti da tutti coloro che leggono. Per questo abbiamo spiegato dettagliatamente come funzionano le progressioni, e tanto meglio se qualcuno si è divertito leggendo. E le progressioni funzionano, come dimostrano le valanghe. Basta solo che qualcuno dia la prima spinta. Fino ad ora nessuno ha ancora dato la prima spinta, ma la fine del mondo è molto lontana e noi abbiamo pazienza.

Prima di cominciare a preparare IPLI molti ci hanno detto che era una partita persa. Però quante cose non sarebbero diventate mai realtà se non ci fossero stati testardi che hanno insistito a volerle fare? Noi siamo testardi e continueremo ad insistere finché avremo la capacità di farlo.
Per il momento vorrei fermarmi solo sul giudizio negativo che danno dell'Accademia della Crusca e anche sul confronto che spesso si fa con l'Accademia francese...Ecco perché sarebbe bene non farsi troppe illusioni su quello che potrebbe fare la Crusca.
Ma stiamo parlando dell’Accademia della Crusca, non del circolo sociale del rione. A che serve allora la Crusca? Per questo il nostro giudizio è stato negativo.
...chiesi a una traduttrice francese, ..., come vanno le cose in Francia, e mi rispose che nessuno lì si cura delle indicazioni dell'Accademia e usano e abusano degli anglismi, magari non come in Italia,...
Anche i francesi abuseranno degli anglismi, ma a volte le cose non sono ovvie. Infatti, viaggiando in macchina in Francia, abbiamo notato l’assenza completa di insegne di STOP agli incroci, anche a quei pochi senza circolazione rotatoria! Se sbaglio qualcuno mi correggerà, ma le insegne stradali di STOP usate in Italia sono di origine americana. È possibile che i francesi non le usano proprio per questo?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Raffaele Ruberto ha scritto:Infatti, viaggiando in macchina in Francia, abbiamo notato l’assenza completa di insegne di STOP agli incroci, anche a quei pochi senza circolazione rotatoria! Se sbaglio qualcuno mi correggerà, ma le insegne stradali di STOP usate in Italia sono di origine americana. È possibile che i francesi non le usano proprio per questo?
Anche in Francia si vede STOP.

Per il resto, posso solo incoraggiarla a continuare nella sua impresa e a non desistere mai, perché sono anch’io convinto che ci vuole perseveranza e impegno in prima persona per far cambiare le cose. :)
Raffaele Ruberto
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Intervento di Raffaele Ruberto »

Marco1971 ha scritto:Anche in Francia si vede STOP.
Grazie, Marco, era solo una mia supposizione, ovviamente sbagliata, in base ad un viaggio da Genova a Parigi.

Per il resto, credo che vediamo molte cose allo stesso modo ed apprezzo i suoi incoraggiamenti.
amicus_eius
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Intervento di amicus_eius »

Del resto, sul piano meramente pragmatico è un po' difficile sostituire lo stop, con "incrocio con fermata obbligatoria". Si dovrebbe affermare a livello internazionale un simbolo convenzionale non linguistico...
Avatara utente
Federico
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Intervento di Federico »

Federico ha scritto:Da aggiungere alla bibliografia:
Giovanardi, Gualdo (2003): Inglese - Italiano 1 a 1: tradurre o non tradurre le parole inglesi?, Manni
Per una svista non è ancora stato inserito nella biografia che accompagna la lista nel sito.

P.s.: ne approfitto per chiedere nuovamente cosa si possa fare per rendere piú semplice e quindi piú frequente l'aggiornamento della lista pubblicata nel sito, ché mi sembra uno spreco aver fatto tutta quella revisione per poi pubblicare una versione vecchia della lista...
Avatara utente
Cratilo
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"Breviario d’italiano" - segnalazione

Intervento di Cratilo »

Volevo segnalare per la bibliografia il seguente libro che ho scoperto in rete (l’ho appena ordinato): “Breviario di italiano. 18 punti per salvare la nostra lingua”, di D’Arcangelo Lucio, 2009 Solfanelli.
Qualcuno l’ha letto? Dalla presentazione sembra che l’autore condivida le nostre preoccupazioni.
D’Arcangelo, si legge, è il responsabile scientifico del progetto per l’istituzione del Consiglio Superiore della Lingua Italiana. Disegno di legge che giace tuttora in Senato, e che (viste le priorità di questo governo) dubito andrà mai in porto…
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