«Rapporto qualità prezzo»

Spazio di discussione su questioni di grafematica e ortografia

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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

domna charola ha scritto:In un testo italiano "serio" scriverei - e scrivo - "il rapporto fra qualità e prezzo"…
A voler essere davvero pignoli, la scrittura per esteso di questo composto, che farei rientrare fra i composti intitolativi, sarebbe rapporto tra qualità e prezzo. Ma l’esplicitazione dei rapporti sintattici con l’introduzione della preposizione non produce, a mio avviso, un sintagma che, sotto l’aspetto semantico, sia del tutto equivalente a rapporto qualità-prezzo. Quest’ultimo, infatti, si presenta come una denominazione tecnica, mentre la parafrasi con preposizione e congiunzione è piuttosto un libero concatenarsi di parole, in cui a ciascuno degli elementi del rapporto si può sostituire qualunque cosa: rapporto tra qualità e durata, tra grandezza e prezzo, e cosí via.

Tornando pienamente in tema, seguendo ciò che ha già detto bene Marco, ritengo che sia consigliabile usare il trattino e non la barra, che serve invece a indicare due alternative.
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Scilens
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Intervento di Scilens »

domna charola ha scritto:In un testo italiano "serio" scriverei - e scrivo - "il rapporto fra qualità e prezzo", così come scriverei "ventisette pagine" e "il Trecento".

In un testo tecnico in cui sto considerando delle precise quantità, mi porrei invece il problema della formula abbreviata.

Quello fra Italiano e Latino non è un "rapporto" matematico, ma una relazione fra lingue, con tutta la complessità conseguente.
Naturalmente, anche se certe volte il trattino diventa irrinunciabile, come nel caso di 'etrusco-romano', per dire 'sia' etrusco 'che' romano, oppure in un momento di passaggio tra le due civiltà, o anche per sottolineare il legame reciproco trai due popoli e culture.
La sua posizione, con Animo Grato, sembra quella di voler considerare le locuzioni "rapporto qualità/prezzo" e "rapporto peso/potenza" come eccezioni giustificabili per mezzo dell'argomento (il 'rapporto', che non è calcolato né calcolabile, è solo descritto), ma questo non mi sembra che sia successo nella nostra lingua, non mi viene nessun esempio. Quando si scriveva con la penna si usava l'uguale (=) per andare a capo...
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Scilens
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Intervento di Scilens »

Ferdinand Bardamu ha scritto:
domna charola ha scritto:In un testo italiano "serio" scriverei - e scrivo - "il rapporto fra qualità e prezzo"…
A voler essere davvero pignoli, la scrittura per esteso (...) sarebbe rapporto tra qualità e prezzo.
Qui le devo contestare, Ferdinand, bonariamente :) naturalmente, che 'tra' e 'fra' hanno entrambi pieno diritto d'esistere e si scelgono in modo da evitare allitterazioni e bisticci.
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[FT] Notazione matematica

Intervento di Infarinato »

Scilens ha scritto:Volendo essere pignoli, la divisione si segna con due punti (:) e la barra obliqua equivale a "tale che".
Ne ultra crepidam! :D (Ci sono diversi fisici [e] matematici in questo fòro. ;))

La barra perpendicolare (preceduta e seguita da uno spazio) o i due punti equivalgono a «tale che»; la barra obliqua (non rovesciata, e non separata da spazi) denota per l’appunto una frazione [nel corpo del testo, ovvero: quando non è riportata in un blocco di testo a parte].
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Intervento di Scilens »

Tutto differente da quel che sapevo io (tra l'altro la stilografica non funziona bene se si fanno aste verticali). I due punti servivano anche per le equazioni x:y= ecc. Le frazioni si facevano con la riga orizzontale...
Ultima modifica di Scilens in data lun, 11 ago 2014 17:49, modificato 1 volta in totale.
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Intervento di Infarinato »

Si fanno [ancora] cosí… in un blocco di testo a sé stante, non nel corpo del testo. ;)
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Scilens ha scritto:Qui le devo contestare, Ferdinand, bonariamente :) naturalmente, che 'tra' e 'fra' hanno entrambi pieno diritto d'esistere e si scelgono in modo da evitare allitterazioni e bisticci.
Mi sa che ho preso fischi per fiaschi: avevo letto il rapporto qualità e prezzo. Chiedo venia. :oops:
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Scilens
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Intervento di Scilens »

Allora riderebbe se vedesse un mio vecchio quaderno :).

Mia nipote studiava insiemistica, con dei cerchi che si chiamano diagramma di Venn (non so se si scrive così) e non ho mai capito a che servissero.

P.S. Succede, Ferdinand, sia sereno.
domna charola
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Intervento di domna charola »

In effetti mi è sfuggito "fra", ma si solito tendo a usare "tra". Immagino ci siano delle norme o delle preferenze per le due forme, provo quindi a crecare nel foro.
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Ferdinand Bardamu
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[FT] «Tra» o «fra»?

Intervento di Ferdinand Bardamu »

domna charola ha scritto:In effetti mi è sfuggito "fra", ma si solito tendo a usare "tra". Immagino ci siano delle norme o delle preferenze per le due forme, provo quindi a crecare nel foro.
In realtà avevo equivocato io, omettendo la preposizione nel leggere il suo intervento. (Della qual cosa mi scuso.)

La scelta dipende di solito dall’attacco della parola che segue: «Tra fratelli» è meglio che «Fra fratelli», e «Fra tre anni» è meglio che «Tra tre anni». Veda anche la trattazione di fra e tra nel DOP.
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Freelancer
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Intervento di Freelancer »

La differenza fra le due preposizioni (e quindi quando usare l'una o l'altra) è più sottile di quanto non appaia a prima vista, e non sarebbe limitata solo all'evitare cacofonie. Si legga a questo riguardo l'illuminante discussione che ne fa il Tommaseo qui al numero 3120. Penso però che oggi ben pochi facciano tali distinzioni e che eventualmente si limitino a scegliere l'una o l'altra solo per motivi di eufonia.
Ivan92
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Intervento di Ivan92 »

Sto leggendo INGLESE-ITALIANO 1 A 1 (tradurre o non tradurre le parole inglesi?) a cura di Claudio Giovanardi e Riccardo Gualdo. Il testo, come s'evince dal titolo, tratta l'influenza che l'inglese esercita sulla nostra lingua. Ma questa volta gli anglicismi non c'entrano nulla e il fomite del rovello che smangiucchia pian piano le pareti del mio cerebro è da ricercare altrove. Riporto il passo incriminato, affinché si possa discutere sulla sua correttezza: «I sostituti italiani possono essere separati da una barra obliqua (es: posta elettronica/mpe), oppure dalla congiunzione o (es: teledidattica o didattica a distanza). Nel primo caso s'intende che in italiano l'anglicismo ha una diffrazione semantica che obbliga l'uso di due diversi sostituenti (e l'uno e l'altro). Nel secondo, invece, si suggeriscono due o piú possibili sostituenti, ma in un rapporto di mutua esclusione (o l'uno o l'altro).» Non sarebbe stato piú giusto usare il trattino al posto della barra obliqua? A me sembra che siano due diversi modi d'intendere una stessa cosa. Cosí come la congiunzione o, la barra obliqua ha valore «disgiuntivo»: o questo o quello. Non vi pare?
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