L'uomo disse che: "Mario era vicino la casa quando entrò per non essere visto".
È corretto riportare il discorso diretto con il "che", i due punti e le virgolette? O il che andrebbe eliminato? Grazie.
Discorso diretto
Moderatore: Cruscanti
- Ferdinand Bardamu
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La combinazione dei due punti e delle virgolette introduce il discorso diretto, perciò la punteggiatura del suo esempio è contraddittoria: o scrive «L’uomo disse: ‹Mario era vicino alla casa quando entrò per non essere visto›» oppure «L’uomo disse che Mario era vicino alla casa quando entrò per non essere visto».
Nell’uso giornalistico si possono trovare talvolta le virgolette (mai i due punti e le virgolette insieme) anche in un discorso indiretto, per sottolineare che le parole delimitate dalle virgolette non sono una rielaborazione di chi scrive ma le testuali parole pronunciate da un certo personaggio.
Una piccola nota: si dice vicino a qualcosa non *vicino qualcosa. Vicino usato con funzione prepositiva regge obbligatoriamente la preposizione a.
Nell’uso giornalistico si possono trovare talvolta le virgolette (mai i due punti e le virgolette insieme) anche in un discorso indiretto, per sottolineare che le parole delimitate dalle virgolette non sono una rielaborazione di chi scrive ma le testuali parole pronunciate da un certo personaggio.
Una piccola nota: si dice vicino a qualcosa non *vicino qualcosa. Vicino usato con funzione prepositiva regge obbligatoriamente la preposizione a.
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La convenzione piú diffusa oggi, almeno per la mia limitata esperienza, è quella di usare le virgolette alte (“”) come «virgolette nelle virgolette», dentro le sergenti. La mia preferenza, prettamente estetica per quanto mi riguarda, va invece alle caporali (‹›), che rientrano con le sergenti nell’uso tipografico tradizionale italiano.
Finora mi è capitato di trovare l’uso delle caporali nel discorso diretto di secondo livello soltanto in un libro della Garzanti (una raccolta di racconti di Scerbanenco).
Finora mi è capitato di trovare l’uso delle caporali nel discorso diretto di secondo livello soltanto in un libro della Garzanti (una raccolta di racconti di Scerbanenco).
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