Un apostrofo «spallato»
Moderatore: Cruscanti
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Grazie Infarinato, non conoscevo la regola, quindi non l'avrei sicuramente dedotta
Grazie anche a Lei, Fausto Raso. Ottima puntualizzazione. Penso che quasi tutti gli italiani "di media cultura" lo considerino un errore (erroneamente, ma si sa, queste cose andrebbero insegnate da subito, alle elementari )
Grazie anche a Lei, Fausto Raso. Ottima puntualizzazione. Penso che quasi tutti gli italiani "di media cultura" lo considerino un errore (erroneamente, ma si sa, queste cose andrebbero insegnate da subito, alle elementari )
Sí, ma l’erbe solo nell’uso letterario; non è concesso in italiano comune e in documenti ufficiali.Fausto Raso ha scritto:Vorrei aggiungere che, contrariamente a quanto riportano alcuni "sacri testi", l'articolo determinativo femminile plurale "le" si può apostrofare davanti ai sostantivi che cominciano con la stessa vocale (e): le erbe, ma anche l'erbe. È lo stesso caso, insomma, dell'articolo maschile gli: gli italiani o gl'italiani.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Aggiungo questo, dalla grammatica di Serianni (IV.4.I):
L’elisione di la davanti a vocale, benché sempre raccomandabile, talvolta non è praticata nell’uso scritto (specie giornalistico [...]). Da un recente sondaggio su due numeri di quotidiani sono emersi 19 esempi del tipo la urgenza di fronte a 45 del tipo l’urgenza ([...]); ancor piú frequente sembrerebbe la mancata elisione con l’indeterminativo una.
Al plurale, le è di uso generale. Già cinquant’anni fa Bruno Migliorini osservava che «la forma apostrofata comincia a prendere una sfumatura di sostenutezza, di pretenziosità, o viceversa di pronunzia plebea: l’armi [...], l’ali sanno di letterario, l’ernie di troppo popolare». ([...])
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Gentile Marco, per maggiore chiarezza: l'uso dell'articolo "le" apostrofato davanti a parole che cominciano per "e" (l'eliche) è raro ma non per questo errato o "non concesso" nella lingua comune, come fa notare anche il TRECCANI. Io avevo scritto, infatti, che si può apostrofare. E non si può tacciare di "analfabetismo linguistico" chi scrive, per esempio, l'economie mondiali.Marco1971 ha scritto:Sí, ma l’erbe solo nell’uso letterario; non è concesso in italiano comune e in documenti ufficiali.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Nessuno ha detto che è errato. È confinato alla poesia e alla prosa d’arte. Lo stesso Treccani aggiunge: ...più frequente nel verso, e spec. nella lingua antica, anche davanti ad altre vocali: lungo l’amate rive (Petrarca).
Chi, in un giornale, scrivesse l’economie sarebbe subito corretto per errore stilistico (cfr Serianni e Migliorini citati sopra).
Chi, in un giornale, scrivesse l’economie sarebbe subito corretto per errore stilistico (cfr Serianni e Migliorini citati sopra).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Concordo.Marco1971 ha scritto: Chi, in un giornale, scrivesse l’economie sarebbe subito corretto per errore stilistico (cfr Serianni e Migliorini citati sopra).
Resiste meglio gl'italiani ma anch'esso, seppur usato in prosa, risulta stilisticamente marcato (non errato!).
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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- Black Mamba
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e' o è?
Buongiorno.
Visto il titolo della discussione, credo che il mio intervento possa trovare posto in questa sede.
Ho una perplessità riguardo all'uso (o forse all'abuso) dell'apostrofo nella terza persona singolare dell'indicativo presente del verbo essere. È corretto sostituire l'accento con l'apostrofo e scrivere e' anziché è?
Ormai sono più le volte che lo trovo scritto con l'apostrofo che con l'accento.
A me non sembra corretto.
Nei dizionari che ho consultato (De Mauro in linea, Devoto-Oli, Garzanti Linguistica, DISC) è sempre indicato con l'accento.
È probabile che l'argomento sia già stato trattato in questo forum, ma la ricerca che ho effettuato non ha prodotto risultati in merito.
Grazie per le risposte.
Visto il titolo della discussione, credo che il mio intervento possa trovare posto in questa sede.
Ho una perplessità riguardo all'uso (o forse all'abuso) dell'apostrofo nella terza persona singolare dell'indicativo presente del verbo essere. È corretto sostituire l'accento con l'apostrofo e scrivere e' anziché è?
Ormai sono più le volte che lo trovo scritto con l'apostrofo che con l'accento.
A me non sembra corretto.
Nei dizionari che ho consultato (De Mauro in linea, Devoto-Oli, Garzanti Linguistica, DISC) è sempre indicato con l'accento.
È probabile che l'argomento sia già stato trattato in questo forum, ma la ricerca che ho effettuato non ha prodotto risultati in merito.
Grazie per le risposte.
Re: e' o è?
Buongiorno, Black Mamba.Black Mamba ha scritto: È corretto sostituire l'accento con l'apostrofo e scrivere e' anziché è?
Non è corretto ma è tollerabile in alcune scritture elettroniche quando vi sia il pericolo che il carattere accentato possa venir tradotto in maniera errata nella visualizzazione da parte di altri utenti o nella stampa.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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- Black Mamba
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La È si ottiene - e siamo sicuri che verrà "letta" bene - tenendo abbassato il tasto Alt e digitando sul tastierino numerico (a destra) 2 1 2
È È È È
Quindi: alt 212 = È
È È È È
Quindi: alt 212 = È
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«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Forse sul suo computer, caro Raso. Sul mio no di certo. Non ci dice però che computer ha lei. Io uso un Macintosh. E il pericolo di cui parlava bubu7 deriva spesso dal diverso modo di interpretare i caratteri d parte di sistemi operativi diversi. Io scrivo i puntini di sospensione con la combinazione alt+virgola, ma se spedisco un dociumento con puntini di sospensione a un amico che usa un PC con Windows non recente, i puntini diventano uno strano simbolo. Per inciso, io la È la ottengo con alt+maiuscole+eFausto Raso ha scritto:La È si ottiene - e siamo sicuri che verrà "letta" bene - tenendo abbassato il tasto Alt e digitando sul tastierino numerico (a destra) 2 1 2
È È È È
Quindi: alt 212 = È
- Black Mamba
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Infatti.Black Mamba ha scritto:Ad ogni modo, grazie all'indicazione di Fausto Raso e alla Sua, Daniele, non vi sono più scuse per scrivere la È in modo scorretto. Almeno non con sistemi Windows e Macintosh.
Segnalo che la faccenda dell’apice in luogo dell’accento era stata trattata nel sito della Crusca.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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