Discorso diretto e segni di punteggiatura

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Moderatore: Cruscanti

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personaggio
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Discorso diretto e segni di punteggiatura

Intervento di personaggio »

Salve,
volevo sapere quale delle seguenti forme è corretta:

1) "Prego, entri pure", disse la donna.
2) "Prego, entri pure," disse la donna.

In pratica, vorrei sapere se nel discorso diretto, quando si necessita di un segno di punteggiatura alla fine della frase, bisogna includerlo necessariamente nelle virgolette o si può anche mettere al di fuori di esse?

Grazie
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Qui siamo nel campo delle convenzioni tipografiche meno stabili. In molti giornali di solito si trova la virgola dopo le virgolette di chiusura; in altri prima. Non so se ci sia una regola, e dei manuali di stile mi fido poco, personalmente.

Una cosa è certa: l’uso tipografico tradizionale in italiano prevede virgolette angolari doppie («sergenti») e semplici («caporali»), ovvero rispettivamente «» e ‹›. Purtroppo le tastiere di calcolatori e macchine da scrivere italiani sono sempre state deludenti a questo riguardo (ancor piú grave è l’assenza delle vocali maiuscole accentate, ma questo è un altro discorso…).
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Ferdinand Bardamu ha scritto: Una cosa è certa: l’uso tipografico tradizionale in italiano prevede virgolette angolari doppie («sergenti») e semplici («caporali»), ovvero rispettivamente «» e ‹›.
Ho qualche dubbio in proposito. A quanto ne so io, gli unici segno di virgolette veramente tradizionali in italiano sono stati i sergenti «».
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Sí, se n’era già discusso, e io avevo precisato
personaggio
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Intervento di personaggio »

fermo restando che al posto delle virgolette "" è meglio usare quelle basse «», mi rimane il dubbio sulla punteggiatura alla fine. In pratica, si può includere la punteggiatura sia all'interno che all'esterno? Vanno bene entrambe le soluzioni? Non c'è, quindi, una regola da seguire?
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Io preferisco la punteggiatura dopo.
La tradizione tipografica italiana ha sempre privilegiato questa soluzione.

Disse: «Quando faccio la doccia sono contento!».
«Quando faccio la doccia – disse – sono contento!».
«Quando faccio la doccia sono contento!».

Nell'ultimo caso c'è chi mette il punto dentro perché non ci sono né i due punti né l'inciso, ma io preferisco questa soluzione per coerenza con le precedenti.
personaggio
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Intervento di personaggio »

Carnby ha scritto:Io preferisco la punteggiatura dopo.
La tradizione tipografica italiana ha sempre privilegiato questa soluzione.

Disse: «Quando faccio la doccia sono contento!».
«Quando faccio la doccia – disse – sono contento!».
«Quando faccio la doccia sono contento!».

Nell'ultimo caso c'è chi mette il punto dentro perché non ci sono né i due punti né l'inciso, ma io preferisco questa soluzione per coerenza con le precedenti.
Pensavo che fosse sbagliato mettere il punto dopo il punto esclamativo. Cioè penso che sia "superfluo" quel punto, se le virgolette si chiudono già con un segno di punteggiatura come il punto esclamativo...
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Zabob
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Intervento di Zabob »

Anche a me sembrava logico, almeno nel caso che la battuta si chiudesse con punti interrogativi, esclamativi o di sospensione, mettere anche dei punti fermi all'esterno delle virgolette.
Ma si veda questo passo del I capitolo dei Promessi sposi, così come riportato su Wikisource:
“... Via, che vuol che si dica in suo nome all’illustrissimo signor don Rodrigo?
“Il mio rispetto...
“Si spieghi meglio!
“... Disposto... disposto sempre all’ubbidienza.” E, proferendo queste parole...
O dal I capitolo del Nome della rosa (che avevo già citato in proposito qui):
“E un monaco che considera un cavallo eccellente, al di là delle forme naturali, non può che vederlo così, come le auctoritates glielo hanno descritto, specie se,” e qui sorrise con malizia al mio indirizzo, “è un dotto benedettino...
“Va bene,” dissi, “ma perché Brunello?
“Che lo Spirito Santo ti dia più sale in zucca di quel che hai, figlio mio!” esclamò il maestro.
Si noti la mancanza del punto fermo dopo la chiusura delle virgolette e, nell'ultimo caso, della virgola tra figlio mio!” e esclamò.
Ultima modifica di Zabob in data sab, 27 dic 2014 20:03, modificato 1 volta in totale.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Carnby ha scritto:Io preferisco la punteggiatura dopo.
La tradizione tipografica italiana ha sempre privilegiato questa soluzione.
Concordo, e non solo quella italiana, ma anche quella britannica (appetto, invece, all’americana) e, piú in generale, «europea».

Interessanti le motivazioni storiche della «meno logica» soluzione americana (che però riguarda solo i punti e le virgole), ricordate qui in nota.
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Umberto Eco usa le sue convenzioni, che non rispecchiano la tradizione tipografica italiana.
Per quanto riguarda il Manzoni, su un'edizione dei Promessi sposi del 1962 per i tipi della casa editrice D'Anna, le soluzioni sono differenti.
Alessandro Manzoni ha scritto:[...] Via, che vuol che si dica in suo nome all’illustrissimo signor don Rodrigo?
— Il mio rispetto...
— Si spieghi meglio!
— ...Disposto... disposto sempre all’ubbidienza. — E, proferendo queste parole [...]
I discorsi diretti sono sempre introdotti dalla lineetta lunga (em dash) e, ovviamente, hanno la punteggiatura dentro.
Da notare anche l'assenza dello spazio tra i puntini di sospensione all'inizio e la parola seguente.
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Zabob
Interventi: 927
Iscritto in data: sab, 28 lug 2012 19:22

Intervento di Zabob »

Carnby ha scritto:Umberto Eco usa le sue convenzioni, che non rispecchiano la tradizione tipografica italiana.
Più che le convenzioni di Eco, saranno quelle della Bompiani. Ogni casa editrice avrà le sue.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Zabob ha scritto: Più che le convenzioni di Eco, saranno quelle della Bompiani. Ogni casa editrice avrà le sue.
In altri libri della Bompiani il punto, perlomeno dopo i due punti, è fuori dalle virgolette.
Utente cancellato 676

Re:

Intervento di Utente cancellato 676 »

Carnby ha scritto: sab, 27 dic 2014 14:00 Io preferisco la punteggiatura dopo.
La tradizione tipografica italiana ha sempre privilegiato questa soluzione.

Disse: «Quando faccio la doccia sono contento!».
«Quando faccio la doccia – disse – sono contento!».
«Quando faccio la doccia sono contento!».

Nell'ultimo caso c'è chi mette il punto dentro perché non ci sono né i due punti né l'inciso, ma io preferisco questa soluzione per coerenza con le precedenti.
La tradizione tipografica italiana cosa prevederebbe nel caso di punto e non punto esclamativo?

Disse: «Vado a fare la spesa, torno tra un'ora.».
O
Disse: Vado a fare la spesa, torno tra un'ora».?
Sicuramente avrete abbondantemente trattato la questione: rimandatemi pure a quello che risponde già al quesito, se c'è. Grazie.
Graffiacane
Interventi: 388
Iscritto in data: ven, 30 lug 2021 11:21

Re: Discorso diretto e segni di punteggiatura

Intervento di Graffiacane »

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