«Uno sguardo stupito e, insieme, spaventato, gli cambiò i connotati»: virgola dopo il secondo aggettivo o no?

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Utente cancellato 1536

«Uno sguardo stupito e, insieme, spaventato, gli cambiò i connotati»: virgola dopo il secondo aggettivo o no?

Intervento di Utente cancellato 1536 »

Salve a tutti,

nella frase "Uno sguardo stupito e, insieme, spaventato, gli cambiò i connotati",
la virgola dopo il secondo aggettivo è obbligatoria, facoltativa o scorretta?

Grazie mille!
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Ferdinand Bardamu
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Re: «Uno sguardo stupito e, insieme, spaventato, gli cambiò i connotati»: virgola dopo il secondo aggettivo o no?

Intervento di Ferdinand Bardamu »

L’aggettivo in questione si riferisce al soggetto e, di norma, la virgola non dovrebbe separare il soggetto dal predicato; direi quindi che è scorretta.

Vi sarebbero, poi, diverse alternative grafiche:
  • Uno sguardo stupito (e, insieme, spaventato) gli cambiò i connotati.
  • Uno sguardo stupito — e, insieme, spaventato — gli cambiò i connotati.
  • Uno sguardo stupito, e insieme spaventato, gli cambiò i connotati.
La virgola dopo spaventato torna possibile se consideriamo «e insieme spaventato» come un inciso: un costrutto dunque sintatticamente indipendente. (Attendiamo però pareri piú autorevoli…)
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Marco1971
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Re: «Uno sguardo stupito e, insieme, spaventato, gli cambiò i connotati»: virgola dopo il secondo aggettivo o no?

Intervento di Marco1971 »

Di tutti i segni d’interpunzione, la virgola è il piú personale e il meno riducibile a norme precise, anche solo nella lingua corrente. Nella prosa letteraria e in poesia, poi, la virgola assume spesso valenze espressive.

Quel che ha detto Ferdinand è logico, sensato, e condivisibile. La domanda è precisa: virgola obbligatoria, facoltativa o scorretta? Una virgola scorretta sarebbe: *Il, sole è tramontato – ma non Il sole, è tramontato, in cui Il sole è tematizzato («per quanto riguarda il sole…»), ed ecco infrangersi sullo scoglio dell’espressività la regola secondo la quale non si può mai separare il soggetto dal verbo se non con un inciso.

Una virgola facoltativa potrebbe essere: La salutai(,) stringendole la mano.

Una, anzi due(,) virgole obbligatorie: Il 6 marzo, giorno del suo compleanno, decise di…: un’apposizione è di per sé una parentetica.

Quella dopo l’ultimo aggettivo della frase qui proposta è la virgola che io chiamo «ritmica», che invita a non sorvolare sull’aggettivo, caricandolo di pregnanza con una pausa quasi meditativa (e si potrebbe considerare, perché no, che chiuda un inciso plurivirgolato). Non mi sono segnato gli esempi, che pure ho incontrato numerosi nei romanzi di temprate penne, ma appena il caso me ne offrirà il destro (e qui il correttore mi corregge destro in destroy), non mancherò di condividerli.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Ferdinand Bardamu
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Re: «Uno sguardo stupito e, insieme, spaventato, gli cambiò i connotati»: virgola dopo il secondo aggettivo o no?

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Grazie mille, Marco. Possiamo dunque dire che la regola che vieta di separare soggetto e predicato è, a tutti gli effetti, una regola fantasma?
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Marco1971
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Re: «Uno sguardo stupito e, insieme, spaventato, gli cambiò i connotati»: virgola dopo il secondo aggettivo o no?

Intervento di Marco1971 »

È meglio diffidare di norme assolutistiche, o comunque troppo rigide. Perciò è sempre preferibile enunciarle con le dovute cautele: «in linea di principio… nella maggior parte dei casi… generalmente… il piú delle volte…». Chiaramente, nella lingua comune, non è una regola fantasma, perché in una frase semplice come Apri la porta, bevi il caffè e chiudi la finestra, l’unica virgola in piú potrebbe essere dopo caffè. Ma nella lingua letteraria le possibilità sono piú estese e rispondono a esigenze stilistiche: un grande scrittore vi pone un’attenzione particolarissima (si ricordi il Manzoni). Ogni scelta consapevole si somma all’altra in sotterranee vibrazioni per dare all’edificio complesso e unico di una singola opera il suo volto inconfondibile.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Marco1971
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Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Re: «Uno sguardo stupito e, insieme, spaventato, gli cambiò i connotati»: virgola dopo il secondo aggettivo o no?

Intervento di Marco1971 »

Ecco un esempio non troppo dissimile (mezza fortuna m’arrise):

Io l’avevo già veduta, poco prima, passare e ripassare davanti alla latteria, puntando gli occhi, nell’interno, sulla nostra coppia; né potei capire, dal suo sorriso, e dall’altro quasi grato, in risposta, di Aracoeli, se questo fosse il loro primo, e casuale, incontro, o se avessero avuto qualche precedente occasione – anche sommaria – di fare conoscenza. (Elsa Morante, Aracoeli, Torino, Einaudi, 1982 e 1989, p. 252)

Le virgole prima e dopo incontro, non necessarie alla comprensione, incorniciano la parola per darle un particolare risalto, come anche agli aggettivi che precedono, primo e casuale, e rallentano il ritmo scolpendo ciascuno degli elementi. Senza le virgole, ci si scivola sopra : …se questo fosse il loro primo e casuale incontro(,) o se…. E questo andamento a scatti riflette i meccanismi della mente eccentrica dell’io narrante. Un effetto di stile, come in musica, ha sempre una sua giustificazione. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Utente cancellato 1536

Re: «Uno sguardo stupito e, insieme, spaventato, gli cambiò i connotati»: virgola dopo il secondo aggettivo o no?

Intervento di Utente cancellato 1536 »

Ringrazio Ferdinand e Marco per aver analizzato e argomentato la questione. Ho apprezzato i vostri interventi, che mi sono stati di grande aiuto... Buona serata 😊
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