Facciamo un po’ di «beneficienza» linguistica

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Fausto Raso
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Facciamo un po’ di «beneficienza» linguistica

Intervento di Fausto Raso »

Sono rimasto esterrefatto nel vedere che il De Mauro in linea attesta beneficienza come variante di beneficenza. Per il DOP e per altri vocabolari la grafia con la i è errata. Basti pensare, infatti, all'etimologia del termine. Mi aspetto, da un momento all'altro, un po' di beneficienza linguistica da parte del De Mauro: basterà che registri accellerare variante di accelerare. A meno che non lo abbia già fatto: non ho controllato. :oops:
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Brazilian dude
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Intervento di Brazilian dude »

È interessante notare che anche in Brasile è comune la grafia (e pronuncia) errata beneficiência. Sarà per analogia con benefício e beneficiar, che hanno dittonghi?
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Federico
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Intervento di Federico »

Brazilian dude ha scritto:Sarà per analogia con benefício e beneficiar, che hanno dittonghi?
Credo che non ci siano dubbi.
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bubu7
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Re: Facciamo un po' di "beneficienza" linguistica

Intervento di bubu7 »

Fausto Raso ha scritto:Sono rimasto esterrefatto nel vedere che il De Mauro in linea attesta beneficienza come variante di beneficenza. Per il DOP e per altri vocabolari la grafia con la i è errata. Basti pensare, infatti, all'etimologia del termine.
Lei continua a ricorrere all'etimologia in appoggio a questo tipo di conclusioni nonostante tutte le evidenze storiche della lingua stiano a dimostrare che questo genere di cambiamenti, e di allontanamenti dalle radici etimologiche, rappresentino la normalità.
Anche il DISC, un vocabolario che le consiglio di procurarsi, ammette la variante beneficienza.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
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Fausto Raso
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Re: Facciamo un po' di "beneficienza" linguistica

Intervento di Fausto Raso »

bubu7 ha scritto:Anche il DISC, un vocabolario che le consiglio di procurarsi, ammette la variante beneficienza.
A questo punto sorge spontanea la domanda: perché fior di linguisti (Migliorini, Tagliavini, Fiorelli, "DOP"), solo per citarne alcuni, condannano decisamente la "variante" beneficienza e altri, Sabatini, Coletti, De Mauro la "permettono"?
In casi come questo non è meglio ricorrere all'etimologia, appunto, al fine di "uniformare" la grafia? :wink:
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bubu7
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Re: Facciamo un po' di "beneficienza" linguistica

Intervento di bubu7 »

Fausto Raso ha scritto: A questo punto sorge spontanea la domanda: perché fior di linguisti (Migliorini, Tagliavini, Fiorelli, "DOP"), solo per citarne alcuni, condannano decisamente la "variante" beneficienza e altri, Sabatini, Coletti, De Mauro la "permettono"?
Vi sono due risposte alla sua domanda.
La prima riguarda lo specifico confronto di linguisti che lei presenta. Il DOP è un dizionario datato che presenta concezioni in parte superate e che si rifà alla situazione della diffusione del termine relativa ad almeno trant’anni fa (se non cinquanta). Nel frattempo la variante minoritaria ha aumentato la sua diffusione e ha spinto i linguisti più “aperti” ad accoglierla: error communis facit ius. Per *accellerare varrebbe lo stesso discorso.

La seconda tiene conto del fatto che oggi esistono due scuole di linguisti (e quindi due approcci lessicologici): una più “progressista”, che mostra una relativa disponibilità ad accogliere varianti minoritarie; una più conservatrice, più restia a quest’operazione.
Oggi però la maggior parte dei linguisti, anche della scuola più conservatrice, si limita tutt’al più a sconsigliare e non condanna o giudica errate quelle varianti che abbiano una certa diffusione.

Le ricordo, per concludere, che la variante minoritaria è ammessa anche dal Sabatini, presidente dell’Accademia della Crusca, quindi non proprio di un’associazione di scapestrati
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Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

Le sue risposte, cortese bubu7, non fanno una piega, come usa dire. In questo modo, però, s'incoraggia l'anarchia linguistica. Se, per esempio, accanto alla grafia corretta direzione si affianca quella errata direzzione e viene ammessa come variante dai "sacri testi" si manda a quel paese la norma grammaticale che stabilisce quando si usa la doppia z. :cry:
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Intervento di bubu7 »

Il lessico s’è sempre evoluto anche il questo modo: prima s’affianca un termine con bassa frequenza e poi, a volte, quest’ultimo prende il sopravvento e finisce per sostituire il termine più antico.
Basta studiare un po’ di storia della lingua per rendersene conto.
In quanto all’anarchia e alla norma rigida, la lingua è sempre vissuta all’interno di questi due estremi. Una certa variabilità è indice di buona salute, come anche l’esistenza di norme moderatamente elastiche (non, si badi bene, di norme rigide e di eccezioni altrettanto rigide!).
Queste sono le acquisizioni della moderna linguistica e della scienza grammaticale (che parla, non a caso, di variazioni di grammaticalità fino all’agrammaticalità).
Anche su questo, se si divertisse a confrontare diverse grammatiche dei secoli scorsi troverebbe innumerevoli cambiamenti nelle norme.
In particolare l’affermarsi della grafia *direzzione non sarebbe scandaloso. Adeguerebbe la grafia alla pronuncia facendo riferimento a quelle ragioni etimologiche alle quali lei sembra tanto sensibile.
Ultima modifica di bubu7 in data mer, 17 gen 2007 15:00, modificato 1 volta in totale.
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Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

Stando cosí le cose, a che pro "costringere" i nostri ragazzi a estenuanti studi di norme grammaticali? La lingua si evolve: ciò che è errato oggi, per la grammatica, sarà CORRETTO domani in seguito all' evoluzione della lingua. Scriviamo, quindi, come capita, l'importante è farsi capire.
In base alla logica dell'evoluzione della lingua posso scrivere: "Il mese scorso ho stato ha Parigi e sono preso il vagoneletto. Sono dormito tutta la durata del viaggio. Giunto alla stazione sono trovato i miei amici che mi sono tenuti compagna durante tutto il sogiorno pariggino".
Se qualcuno, oggi, ritiene che queste frasi sono piene di strafalcioni, sarà smentito, domani, in seguito all'evoluzione linguistica (con l'avvallo, [fra poco vedremo questo termine come variante di avallo ]naturalmente, dei vocabolari). :lol:

PS: lei dice che il DOP è datato. Sono curioso di vedere la nuova edizione. Può darsi che lei abbia ragione: ammetterà la variante beneficienza. :?
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Intervento di bubu7 »

Fausto Raso ha scritto: In base alla logica dell'evoluzione della lingua...
Non in base alla logica dell’evoluzione della lingua ma alla sua logica, che sembra prevedere o la norma (rigida) oppure l’anarchia.
Ho l’impressione che non abbia meditato a sufficienza sulle mie parole, ma forse la lettura di qualche testo di storia della lingua italiana, come quello del Migliorini, potrebbe aprirle nuovi orizzonti… :)
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Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

bubu7 ha scritto:Ho l’impressione che non abbia meditato a sufficienza sulle mie parole, ma forse la lettura di qualche testo di storia della lingua italiana, come quello del Migliorini, potrebbe aprirle nuovi orizzonti… :)
Ricordi, però, cortese bubu7, che Bruno Migliorini è il coautore del DOP, che non "apre" alla variante beneficienza.
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Intervento di bubu7 »

Fausto Raso ha scritto:...Bruno Migliorini è il coautore del DOP, che non "apre" alla variante beneficienza.
Non importa, caro Fausto, anche se Migliorini non apriva alla variante in discussione, penso che gli orizzonti le si aprirebbero ugualmente... :)
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Intervento di amicus_eius »

In definitiva, "beneficienza" è semplicemente un aulicismo grafico latinizzante inusitato, forse coniato all'inizio del secolo scorso da qualche umanitario burocrate troppo ligio. Non credo rappresenti un esempio di forma linguistica in evoluzione.
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

amicus_eius ha scritto:In definitiva, "beneficienza" è semplicemente un aulicismo grafico latinizzante inusitato, forse coniato all'inizio del secolo scorso da qualche umanitario burocrate troppo ligio. Non credo rappresenti un esempio di forma linguistica in evoluzione.
Non so se sia una forma linguistica in evoluzione e non mi sembra neanche interessante come caso singolo. È più interessante il fenomeno generale che porta alla possibile coesistenza di varianti.

Nel caso specifico sappiamo solo che la variante minoritaria è ammessa da alcuni dei migliori vocabolari moderni e che rappresenta quasi il dieci per cento delle occorrenze in una ricerca con Google.
Non c’è motivo quindi di scandalizzarsi nel vederla usata; tutt’al più possiamo consigliare la variante più frequente.

In quanto all’origine della variante, caro amicus, dobbiamo risalire un po’ più indietro, visto che la si ritrova nel Bandello e nel Tasso.
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V. M. Illič-Svitič
amicus_eius
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Intervento di amicus_eius »

Mi pareva evidente che fosse un latinismo aulico, in effetti.
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