Elisione con i forestierismi

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avemundi
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Elisione con i forestierismi

Intervento di avemundi »

Ho l'impressione che molti parlanti omettano l'elisione di fronte a parole straniere e nomi stranieri, forse per pronunziare in modo staccato e quindi più chiaro la parola o il nome straniero. È ragionevole prevedere in questi casi anche un'eccezione all'elisione obbligatoria che avviene con gli articoli?
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Marco1971
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Re: Elisione con i forestierismi

Intervento di Marco1971 »

Potrebbe fornirci qualche esempio?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
valerio_vanni
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Re: Elisione con i forestierismi

Intervento di valerio_vanni »

Penso che si riferisca a casi come whisky, in cui la natura ambigua della consonante tra pronuncia e grafia mette in crisi il parlante.
avemundi
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Re: Elisione con i forestierismi

Intervento di avemundi »

Primo esempio: «Dopo aver letto il Bando per lauree in italiano e scelto il corso di tuo interesse devi compilare ed inviare una application online entro la scadenza del 20 Febbraio, alle ore 12.00, ora italiana (GMT+1).» (dal sito dell'Università di Trento).

Sorvolando sulle altre criticità della frase d'esempio, vorrei un parere sulla mancata elisione di una application.

Altro esempio: «Ormai lo sanno tutti: la Apple ieri...» (così s'inizia un articolo di Riccardo Luna, La Repubblica, 20 agosto 2020)

Non era necessario spingersi fino a "whisky", anche perché è ormai noto che il primo utente di questo foro propose di scrivere il guisco. Però, per gli amanti dei casi peregrini, segnalo volentieri la voce Iowa nell'Enciclopedia Treccani del 1933, che, dopo aver dato la pronuncia «àioua», scrive tre volte «lo Iowa» con una soluzione estremamente cacofonica.
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Marco1971
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Re: Elisione con i forestierismi

Intervento di Marco1971 »

Se questa mancata elisione fosse circoscritta ai soli forestierismi, sarebbe facile spiegarla come un piú o meno conscio sentimento di estraneità degli stessi al tessuto fonotattico della lingua. Ma la tendenza, soprattutto con l’articolo indeterminativo, a non elidere è estesa da tempo anche a parole pienamente italiane, come illustrano i due esempi seguenti, recentissimi, tratti dal Corriere della Sera:

È il momento iniziale di una avventura che avrebbe portato questo distinto signore oggi 73enne, milanese e milanista, amante del calcio... (24 marzo 2020)

A me sembra una idea del tutto sballata, le difficoltà sono infinite e non è un caso se le Soprintendenze non hanno mai dato il loro assenso... (20 settembre 2020)

Mi pare di ricordare una risposta di Nencioni al riguardo nella Crusca per voi, ma non ritrovo il volume. Forse l’apostrofo (tranne nell’articolo determinativo, cioè dopo la lettera L) è avvertito come antiquato...
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Freelancer
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Re: Elisione con i forestierismi

Intervento di Freelancer »

Sì, anche io ho letto varie volte che è in corso questa tendenza alla riduzione dell'elisione e del troncamento, che secondo questa consulenza dell'Accademia della Crusca era stata già avvertita da Bruno Migliorini nel 1963. Che però è senz'altro più frequente con i forestierismi e penso proprio per i motivi accennati nell'intervento di apertura.
avemundi
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Re: Elisione con i forestierismi

Intervento di avemundi »

Ringrazio entrambi gli intervenuti, Marco per aver inquadrato il caso in un fenomeno più generale, Roberto per aver confermato la mia opinione circa una frequenza diversa per il caso dei forestierismi. Al di là delle occorrenze nella prosa contemporanea, mi sembra che i linguisti raccomandino ancora l'elisione con una, anche se, in presenza di un regresso nell'uso, alcuni abbiano principiato a evitare indicazioni assolute come elisione "obbligatoria", "inevitabile" e così via.
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