Grammaticografia

Spazio di discussione dedicato alla storia della lingua italiana, alla sua evoluzione e a questioni etimologiche

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irene
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Grammaticografia

Intervento di irene »

Ciao!

Perchè nel '500/'600 i letterati scrivevano simil grammatiche? E perchè del volgare?
Sono domande un po' stupide, però sembrano tanto posti lì, senza contatti col loro mondo, senza fonti,... sempre visti coi nostri occhi, di gente del XXI secolo.
La letteratura in auge all'epoca qual era, precipuamente?

grazie mille
Avatara utente
Marco1971
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Re: Grammaticografia

Intervento di Marco1971 »

irene ha scritto: Perchè nel '500/'600 i letterati scrivevano simil grammatiche? E perchè del volgare?
Sono domande un po' stupide, però sembrano tanto posti lì, senza contatti col loro mondo, senza fonti,... sempre visti coi nostri occhi, di gente del XXI secolo.
La letteratura in auge all'epoca qual era, precipuamente?
Non capisco bene le sue domande: cosa significa «simil» grammatiche? E perché sarebbe strano che ci fossero grammatiche del volgare?

Che cosa o chi è «senza contatto col mondo/senza fonti»?

Che cosa intende esattamente con «letteratura in auge»?

La ringrazio della pazienza.
irene
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Intervento di irene »

scusa...
nel senso che perchè doveva essere necessario scrivere grammatiche del volgare, anche se ognuno parlava il proprio.
Grammatiche non ragionate, fino al Buommattei.
Avatara utente
Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

In soldoni: la gente parlava il proprio dialetto locale, ma gli scrittori scrivevano, per la maggior parte, in volgare toscano (c’era chi seguiva Petrarca e Boccaccio [Bembo], e chi il fiorentino d’allora [Machiavelli]). Le grammatiche dell’epoca descrivevano la lingua letteraria, non le varie parlate; e la lingua letteraria che ebbe la meglio fu il fiorentino trecentesco, codificato dal Bembo nelle Prose della volgar lingua (1525). D’altra parte si rendeva necessaria una grammatica del volgare per «fissare una norma comune», visto che allora convivevano varie forme (ad es.: sarebbero, sarebbono, sariano, fòrano), e perché questa lingua potesse essere appresa dagl’italiani non toscani. Tutta la «questione della lingua» verteva su quale lingua scegliere per scrivere opere letterarie; solo col Manzoni ci si porrà il problema d’una lingua comune a tutta l’Italia per la comunicazione quotidiana.
irene
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buommattei

Intervento di irene »

ciao,
avete informazioni, libri, riferimenti su benedetto buommattei?
Avatara utente
Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Ho trovato questo: Aevum (anno 2003, vol. 77, fascicolo 3), da cercare in biblioteca.

P.S. Se non le costa troppo, sarebbe gradevole vedere le maiuscole a inizio di frase e nei nomi propri. ;)
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