vedesi

Spazio di discussione dedicato alla storia della lingua italiana, alla sua evoluzione e a questioni etimologiche

Moderatore: Cruscanti

Intervieni
AlphaA
Interventi: 4
Iscritto in data: dom, 13 mag 2012 16:08

vedesi

Intervento di AlphaA »

Da Machiavelli:

E vedesi una città...

Quando approssimativamente è diventato scorretto questo uso di si?

Grazie
Avatara utente
Infarinato
Amministratore
Interventi: 5245
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 10:40
Info contatto:

Re: vedesi

Intervento di Infarinato »

«Scorretto», mai: diciamo che la variante con l’accordo (tradizionalmente chiamata «si passivante») «è obbligatoria in molte varietà dell’italiano quando il complemento oggetto non è costituito da un pronome clitico» (fonte).

Per una piú logica definizione di «si impersonale», per le sue [reali] modalità d’applicazione e per la sua origine [relativamente recente] si veda questo mio vecchio intervento e soprattutto il fondamentale articolo di Giampaolo Salvi ivi citato.
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
Moderatore
Interventi: 5085
Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
Località: Legnago (Verona)

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Sospetto che AlphaA si riferisse all'ènclisi del pronome con i modi finiti. Altri sapranno rispondere piú compiutamente e con maggiore competenza; io mi limito a ricordare l'esistenza della legge di Tobler-Mussafia, secondo la quale una frase non può iniziare con un pronome atono.

L'ènclisi è obbligatoria anche «nelle frasi coordinate mediante le congiunzioni ma ed e» (fonte).

Il fenomeno è proprio dell'italiano antico; l'articolo della Treccani sopra citato ci dice che tale legge è rimasta produttiva fino agli inizi del XV secolo. Machiavelli, nel dibattito sulla questione della lingua, sostenne l'adozione del fiorentino parlato al suo tempo (XVI secolo). Naturalmente, tale legge non è scomparsa tutt'a un tratto nel 1410; inoltre, bisogna tener conto dell'influenza della tradizione che talvolta va di là da qualsiasi dichiarazione d'intenti.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Direi che la questione non si pone in termini di [s]correttezza, ma di registro: tranne forme cristallizzate tuttora d’uso comune, come vendesi, trattasi e poche altre, queste forme enclitiche sono a tutt’oggi adoperabili in poesia e nella prosa d’arte arcaizzante. Troviamo ancora un dicesi nel 1923 presso Svevo:

Dicesi anzi che i moribondi, nell'ultima febbre, rivedano tutta la loro vita. (La coscienza di Zeno)

Naturalmente sono forme escluse dall’italiano di registro medio.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
Infarinato
Amministratore
Interventi: 5245
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 10:40
Info contatto:

Intervento di Infarinato »

Ferdinand Bardamu ha scritto:Sospetto che AlphaA si riferisse all'ènclisi del pronome con i modi finiti.
:oops: Chissà come mai ho letto: «E vedesi le città…»?!

Ferdinand e Marco hanno già risposto, e bene.
AlphaA
Interventi: 4
Iscritto in data: dom, 13 mag 2012 16:08

Intervento di AlphaA »

Ferdinand Bardamu ha scritto:Sospetto che AlphaA si riferisse all'ènclisi del pronome con i modi finiti.
Sì, mi riferivo a questo. Sono molti esempi di questo si in Machiavelli (~1520) e F. Guicciardini (~1540).
Infarinato ha scritto:Chissà come mai ho letto: «E vedesi le città…»?!
Forse non capisco il suo commento. (L'Italiano non è la mia madrelingua.) Ma sono molti esempi di questo si colle cose plurale in Machiavelli.

Videsi di poi ventiseimila Svizzeri andare...

E conoscesi questi modi essere stati osservati...


Grazie a tutti per le risposte eccellenti.
Avatara utente
Infarinato
Amministratore
Interventi: 5245
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 10:40
Info contatto:

Intervento di Infarinato »

AlphaA ha scritto:
Infarinato ha scritto:Chissà come mai ho letto: «E vedesi le città…»?!
Forse non capisco il suo commento. (L'Italiano non è la mia madrelingua.) Ma sono molti esempi di questo si colle cose plurale in Machiavelli.
No, ha capito benissimo :): avendo letto male, credevo che la domanda vertesse proprio su questo, che è un punto dolente (o, perlomeno, «scolasticamente dolente» —la grande letteratura non s’è mai fatta alcun problema al riguardo) per gli stessi italofoni.

Se si legge il succitato articolo di Salvi, appare immediatamente chiaro come la forma prediletta dal Machiavelli [col soggetto in posizione posverbale] non possa essere che quella senza accordo.
Intervieni

Chi c’è in linea

Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 4 ospiti