«Catoblepismo»

[Ferdinand Bardamu]

Quando si tratta di linguaggio politico, sembra che non ci siano vie di mezzo: o il linguaggio da trivio e la banalità oppure il ripiegamento in un lessico autoreferenziale e oscuro ai non iniziati. A quest’ultimo filone appartiene il termine catoblepismo, recentemente adoperato da un neoesponente del Partito Democratico in una proposta di programma.

A molti il pensiero è corso al Catoblèpa morente cui venivano donate le Tepa di eliana memoria. Però pare che la parola abbia un altro significato, come il politico summentovato spiega nel documento che ha stilato: «Si tratta dell’espressione e del neologismo [sic] usati nel 1962 da Raffaele Mattioli per indicare il legame perverso prodottosi in Italia alla vigilia della crisi del 1930-31 fra grandi banche italiane di credito ordinario e industria». E sia. Ma comunque il legame tra la parola e il suo designato è tenue.

Il catòblepa è un animale leggendario descritto per la prima volta da Plinio il vecchio. Era una specie di bufalo che viveva in Etiopia; aveva un capo pesantissimo e gli occhi rivolti a terra (gr. καταβλέπω, katablépō, ‘guardo all’ingiú’), circostanza provvidenziale, ché si diceva potesse uccidere le persone cóllo sguardo.

Ora, lasciando daccanto l’opportunità d’usare una parola cosí rara come catoblepismo in un documento rivolto a tutti, mi chiedo che cosa c’entri il catoblepa col «legame perverso ecc. ecc.». Si può intuire che l’effetto di quella commistione fosse tanto esiziale quanto l’animale; tuttavia, secondo me come neologismo è involuto e tutt’altro che ben trovato. Che ne pensate?

[ale1994]

Per dar l'idea della portata del fenomeno un animale mitologico può andar bene.
Io avrei optato per lo Squonk..