«Cisma» è una storpiatura di «scisma»?

Spazio di discussione dedicato alla storia della lingua italiana, alla sua evoluzione e a questioni etimologiche

Moderatore: Cruscanti

Avatara utente
Ferdinand Bardamu
Moderatore
Interventi: 5084
Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
Località: Legnago (Verona)

«Cisma» è una storpiatura di «scisma»?

Intervento di Ferdinand Bardamu »

La parola cisma deriva da scisma, come conferma il Vocabolario della Crusca. Il dizionario dei sinonimi del Tommaseo, al paragrafo in cui si esaminano le differenze tra odio, rancore, ruggine e, appunto, cisma, dice:

Cisma, invece di scisma, si sente spesso dal popolo fiorentino e in contado, ed ha esempio nel Vocabolario. Propriamente vale: divisione, rottura (177); ma nel traslato l’usano in senso d’adiramento, di lieve inimicizia. Essere in cisma con uno, gli è come dire: essere adirato, - averci della cisma, gli è affine ad: averci dello sdegno.

(177) Σχίζω, fendere.


Si tratta (o si trattava?) d’una parola di uso popolare. Provo a congetturare: cisma sarebbe derivato da un grecismo d’àmbito ecclesiastico, poi diffusosi anche tra il popolo. Non un allotropo popolare di σχίσμα [schisma], ma una storpiatura del cultismo scisma, nata probabilmente dopo il grande scisma d’oriente.

Quella ⟨c⟩ è allora pronunciata, tra vocali, con la consueta deaffricazione toscana [ʧ > ʃ], mentre la consonante iniziale di scisma tra vocali è autogeminante. La differenza tra le due parole starebbe soltanto nell’intensità della consonante iniziale tra vocali. Che ne pensate? (Se notate strafalcioni, correggetemi senza pietà.)
Ultima modifica di Ferdinand Bardamu in data lun, 04 ago 2014 23:23, modificato 1 volta in totale.
Avatara utente
Scilens
Interventi: 1097
Iscritto in data: dom, 28 ott 2012 15:31

Intervento di Scilens »

Considerando che questo termine ha una molto maggior diffusione in Spagna, si potrebbe pensare anche a un'influenza iberica durante il Cinque-seicento. Sarebbe necessario però conoscere l'epoca della prima attestazione. E anche se in passato abbia avuto una frequenza maggiore nel sud della Toscana, però non sarebbe determinante, giacché gli Spagnoli erano anche nel Nord Italia.
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
Moderatore
Interventi: 5084
Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
Località: Legnago (Verona)

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Grazie della risposta. Per completezza, riporto la pagina del lemma cisma sul sito della Real Academia Española; cisma, nel Vocabolario della Crusca, compare solo nella quarta impressione (1729-1738). È un ispanismo, dunque?
Avatara utente
Scilens
Interventi: 1097
Iscritto in data: dom, 28 ott 2012 15:31

Intervento di Scilens »

Grazie dell'informazione :)

Caro Ferdinand, non lo so. Sarei propenso a crederlo, però l'ho trovato indicizzato nel TLIO come se fosse presente nel volgare più antico, eppure manca la voce. Non lo trovo in testi molto antichi, ma i miei mezzi sono piuttosto limitati.
Avatara utente
u merlu rucà
Moderatore «Dialetti»
Interventi: 1337
Iscritto in data: mar, 26 apr 2005 8:41

Intervento di u merlu rucà »

Cisma è attestato in spagnolo dal 1398. Sembrerebbe quindi un prestito dal castigliano, se non fosse per l'accenno nel TLIO riportato da Scilens.
Nel Giornale storico e letterario della Liguria, 1929, pag.225 La novella del convegno di Savona del 1407 ecc. di Renato Piattoli, troviamo:
...in una lettera che la compagnia mercantile in Genova di Tommaso e Bartolomeo (entrambi erano fiorentini)
il 18 settembre spediva al fondaco stabilito da Francesco Datini
a Valenza : " il Papa da Roma e a Siena, e dicierto e’ dicie vuole
venire a Saona ’ aconciare la cisma (5), ma vuole fare la via di Lombardia
e non di qui e a Firenze a dimandato giente d’ arme. Che seghuira
saprete."
(5) Frequentemente nelle lett. mercantili trovasi il vocab. scisma così corrotto.
La nota (5) mi sembra importante, dato che attesta la presenza di cisma come minimo agli inizi del XV sec. e nella penna di fiorentini.
Largu de farina e strentu de brenu.
Avatara utente
Scilens
Interventi: 1097
Iscritto in data: dom, 28 ott 2012 15:31

Intervento di Scilens »

Nel 1400, o prima, è difficile avere un'influsso linguistico spagnolo in Toscana, possibile invece nel Cinquecento, a partire dall'avvento degli Asburgo, con Carlo V e la riunione dei domini e soprattutto dopo Filippo II.
Se il termine 'cisma' esisteva in Toscana già da prima può essere più verosimile considerarlo toscano e importato in Spagna. Non dimentichiamo la supremazia culturale della Toscana di questi secoli. In seguito la parola è rimasta in Castigliano, mentre in Italiano è stata fatta estinguere a vantaggio della forma etimologica 'scisma', con riduzione semantica.
Che ne pensano?
Avatara utente
Carnby
Interventi: 5275
Iscritto in data: ven, 25 nov 2005 18:53
Località: Empolese-Valdelsa

Re: «Cisma» è una storpiatura di «scisma»?

Intervento di Carnby »

Ferdinand Bardamu ha scritto:La differenza tra le due parole starebbe soltanto nell’intensità della consonante iniziale tra vocali.
Non esattamente. In aretino sicuramente sì. Nel resto della Toscana cisma selezionerebbe automaticamente le varianti degli articoli il (comprese variazioni locali) e un, quindi in una buona parte dei casi si avrebbe [ʧ-] ~ [ʃ-]. Solo dopo una preposizione come di, oppure nella frase dopo vocale non attivante, si potrebbe avere [ʃʃ-] ~ [ʃ-]. Uso trascrizioni fonetiche anziché fonematiche perché all'interno del sistema toscano c'è molta discussione su quali e quanti siano i fonemi in questione.
Avatara utente
Scilens
Interventi: 1097
Iscritto in data: dom, 28 ott 2012 15:31

Intervento di Scilens »

Non sono daccordo, Carnby, perché la sola terminazione in A attrae già da sola l'articolo femminile. Usare il maschile presupporrebbe il conoscerne l'origine, cosa che non è garantita, come testimonia la citazione del Merlo, 'LA cisma'.
In toscano antico (e non solo) il femminile prevale, a causa della sola terminazione in A. Il neutro diventa femminile come ogni altra forma non specificatamente maschile, cioè terminante in O. Io ci vedo il substrato, che aveva la A come 'caso non marcato', altri no. E le giustificazioni di questi 'altri' ancora non mi soddisfano.
Avatara utente
u merlu rucà
Moderatore «Dialetti»
Interventi: 1337
Iscritto in data: mar, 26 apr 2005 8:41

Intervento di u merlu rucà »

Tutto sommato, considerata la cronologia, io vedrei più come italianismo (o fiorentinismo se si preferisce) il cisma spagnolo che il contrario, italianismo ripreso dalla lingua dei mercanti/commercianti. All'inizio del XV sec. il Regno di Castiglia non aveva sicuramente il prestigio linguistico che possiederà il Regno di Spagna nel secolo successivo.
Largu de farina e strentu de brenu.
Avatara utente
Scilens
Interventi: 1097
Iscritto in data: dom, 28 ott 2012 15:31

Intervento di Scilens »

Son daccordo, caro Merlo, se i dati sono questi, su tutto; però mi sembra che più che del fiorentino si dovrebbe cercare una logica pisana (o anche lucchese, in minor misura), che in antico non usa il suono sc, quando può, mentre per il fiorentino tale suono non sarebbe un problema. Che ne pensano?
Avatara utente
Carnby
Interventi: 5275
Iscritto in data: ven, 25 nov 2005 18:53
Località: Empolese-Valdelsa

Intervento di Carnby »

Scilens ha scritto:'LA cisma'
In tal caso si avrebbe, sì, una maggioranza di casi con [ʃʃ-] ~ [ʃ-] (lo scisma ~ la cisma).
Avatara utente
Scilens
Interventi: 1097
Iscritto in data: dom, 28 ott 2012 15:31

Intervento di Scilens »

Trovo 'accismare' (ornare, acconciare), usato anche da Dante, un composto di 'cismare' (rifilare, ritagliare), verbo che fa dubitare che l'etimologia di 'cisma' vada ricercata in 'scisma'. Forse caedo contiene la radice più vicina?
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
Moderatore
Interventi: 5084
Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
Località: Legnago (Verona)

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Grazie a tutti degl’interventi.
Scilens ha scritto:Trovo 'accismare' (ornare, acconciare), usato anche da Dante, un composto di 'cismare' (rifilare, ritagliare), verbo che fa dubitare che l'etimologia di 'cisma' vada ricercata in 'scisma'. Forse caedo contiene la radice più vicina?
Beh, anche il grecismo scisma rimanda a un verbo di significato affine (σχίζω, ‹fendere›).

Cisma manifesta la sua origine popolare in due aspetti: il metaplasmo di genere, secondo il modello piú frequente (le parole che terminano in -a sono in larghissima parte femminili); la consonante iniziale, supponendo che scisma e cisma abbiano la medesima origine.

Non mi è ben chiaro però come e perché si sia passati — se è davvero questo il passaggio — da [ʃʃ-] a [ʃ-].
Avatara utente
Scilens
Interventi: 1097
Iscritto in data: dom, 28 ott 2012 15:31

Intervento di Scilens »

Credo che l'unica ragione del passaggio da scisma a cisma (se davvero fosse questa l'origine del termine, fatto sul quale son sempre più dubbioso) sia soltanto la volontà di evitare la volgarità delle 'strascicate' toscane, giacché la parola 'scisma' non pone nessun problema di dizione, se non quello di sembrare un volgare toscanismo. In questa visione 'cisma' sarebbe una forma ipercorretta.

Un'altra possibilità è rappresentata dell'antica e ancora attiva tendenza pisana ad evitare il suono sc (SS), forse per le ragioni dette sopra, come in 'possa' invece di 'poscia', 'lassare' invece di 'lasciare', 'bizanbala' invece di 'bisciambola' (altalena a bilico) e così via.

Esistendo un verbo 'accismare' si può supporre che questo derivi da 'cisma' (scisma) oppure che sia un'altra delle tante parole toscane perdute che non derivano direttamente dal greco.
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
Moderatore
Interventi: 5084
Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
Località: Legnago (Verona)

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Scilens ha scritto:Esistendo un verbo 'accismare' si può supporre che questo derivi da 'cisma' (scisma) oppure che sia un'altra delle tante parole toscane perdute che non derivano direttamente dal greco.
Per conto mio, sarebbe molto piú facile spiegare la derivazione di cisma da scisma, sia perché scisma, in quanto grecismo, è usato solo in senso figurato (non significa ‹fenditura›); sia perché si può supporre che una parola d’àmbito ecclesiastico, adoprata per designare le scissioni all’interno della Chiesa, abbia tracimato dalla curia al popolo, che se l’appropriò e l’adattò ad usi meno solenni.
Intervieni

Chi c’è in linea

Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 5 ospiti