«Nientepopodimeno»

Spazio di discussione dedicato alla storia della lingua italiana, alla sua evoluzione e a questioni etimologiche

Moderatore: Cruscanti

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Carlo_Porta04
Interventi: 216
Iscritto in data: dom, 27 dic 2020 2:50

«Nientepopodimeno»

Intervento di Carlo_Porta04 »

Buongiorno a tutti cruscanti,
mi è recentemente sorto un dubbio circa l'espressione nientepopodimeno, o niente po' po' di meno. Per essere sicuro delle variazioni ortografiche, ho consultato alcuni dizionarî ed il DOP. Secondo quest'ultimo quel po' po' sarebbe il troncamento di poi (https://dop.netadcom.com/p.aspx?nID=lem ... ID=1068981); secondo gli altri dizionarî, e.g. il GDLI, quel po' po' sarebbe il troncamento di poco (http://www.gdli.it/JPG/GDLI11/00000444.jpg). Ora, chi ha ragione?
Utente cancellato 676

Re: «Nientepopodimeno»

Intervento di Utente cancellato 676 »

Anche Paolo D'Achille, nel sito della Crusca, opta per l'apocope di poco, e con gli esempi che trae da altri dizionari dell'uso di "po' po'" mi sembra che "poi" sia poco sostenibile.
Paolo D'Achille ha scritto:La base è, ovviamente, costituita dalle locuzioni niente meno o niente di meno (entrambe già presenti in italiano antico; oggi vengono per lo più univerbate), al cui interno si è inserito un po’ (forma apocopata di poco) opportunamente reiterato.
Del resto, come segnala il GRADIT, anche po’ po’ (in funzione nominale) può assumere, antifrasticamente, un valore enfatico (con quel po’ po’ di fortuna che ti trovi, vincerai senz’altro tu, ecc.). Nel Vocabolario Treccani si legge che, raddoppiato, po’ “indica, con tono di meraviglia o con enfasi, quantità o misura notevole: guarda che po’ po’ di sudiciume!; hai sentito che po’ po’ di sfacciataggine?”, mentre il GDLI, s.v. poco, segnala che “iterato nella forma tronca po’” si usa “con riferimento a una quantità o a una durata alquanto consistente” (gli esempi probanti, sul piano sintattico e semantico, risalgono alla fine dell’Ottocento). Questa possibilità non si ha, almeno nell’italiano moderno, con poco: dunque la forma niente poco di meno, segnalata da un lettore, sarà un occasionalismo, prodotto in una delle aree del Paese dove la forma ridotta po’ per poco non è di uso comune.
Sulla datazione, invece si discosta dalla maggioranza:
Il GRADIT qualifica giustamente il lemma nientepopodimeno come scherz[oso] e lo data al 1958 (datazione confermata in altri dizionari). In effetti, in questo caso possiamo dire con certezza chi e quando ha inventato la parola: si tratta dell’attore romano Mario Riva, che, alla fine degli anni Cinquanta, presentava (oggi si direbbe conduceva) un programma televisivo (a metà tra il quiz e il varietà) che ebbe uno straordinario successo: Il Musichiere (90 puntate tra il 1958 e il 1960). Mario Riva usava la formula niente po’ po’ di meno (che) per presentare ospiti di particolare prestigio. E ce ne furono moltissimi: attori americani di passaggio in Italia con cui l’attore dialogava in un improbabile ma divertentissimo italo-inglese (o meglio angloromanesco), cantanti lirici, sportivi come Bartali e Coppi (che duettarono sulle note della canzone Come pioveva!, ecc.).

[...]

Nota di aggiornamento

Le datazioni di parole e espressioni sono sempre, notoriamente, provvisorie. In questo caso, l'attribuzione del nientepopodimeno che a Mario Riva, indicata unanimemente dalla lessicografia e ribadita "con certezza" nella nostra risposta, va invece corretta e anticipata, come documentato da due nostri lettori, che cortesemente ci hanno inviato i dati in loro possesso e che quindi ringraziamo.

Dapprima (nel marzo 2020) il signor Flavio Pasinelli, di Fribourg (Svizzera), ci ha segnalato che l'espressione è pronunciata dalla statua del prefetto interpretato da Ciro Berardini in una delle prime scene del film del 1951 Tizio, Caio, Sempronio di Alberto Pozzetti (sceneggiatura di Metz, Steno, Marchesi e Monicelli).
Ma questa attestazione cinematografica, che appartiene certo allo stesso ambiente di quella televisiva, anticipa la data di "solo" 7 anni.
Ben più consistente la retrodatazione indicata successivamente (nel luglio 2020) dal prof. Pio Bruno, di Cagliari, il quale ci ha segnalato che l'espressione, nella grafia nientepopodimeno che, è presente nel volume di Edmondo Mazzucato, Da anarchico a sansepolcrista (Milano, Marangoni, 1934, p. 27).

Non è possibile, al momento, affermare se ci troviamo di fronte a una poligenesi o se alla base delle attestazioni degli anni Cinquanta ci fosse appunto il libro di Mazzucato; né, a questo punto, possiamo escludere la scoperta di esempi ancora anteriori.

Non c'è dubbio, tuttavia, che la diffusione dell'espressione nell'italiano del secondo Novecento si debba alla televisione, visto il grande successo del programma Il Musichiere (testi di Garinei e Giovannini, regia di Antonello Falqui), che andò in onda il sabato sera, per 90 puntate, tra il 7 dicembre 1957 e il 7 maggio 1960. Mario Riva, che lo conduceva (allora si diceva "presentava") usava infatti molto spesso niente po' po' di meno che per introdurre i tanti ospiti illustri (anche internazionali) che parteciparono al programma. Dunque il nome di Mario Riva resta imprescindibile quando si parla di questa espressione, anche se ora, correggendoci, possiamo dire "con certezza" che non ne è stato lui l'inventore. Eviteremmo ora, tuttavia, per prudenza, di assegnarla ad altri...
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