Dubbi in vista d'esame

Spazio di discussione dedicato alla storia della lingua italiana, alla sua evoluzione e a questioni etimologiche

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Pict
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Dubbi in vista d'esame

Intervento di Pict »

Ciao. Nuova iscritta.
Laurenda in lingue e prossima all'esame di Storia della Lingua Italiana, vecchio ordinamento.

Chiedo mi si chiarisca un dubbio...
L'imperfetto nel fiorentino aureo e nell'argenteo. Quali le desinenze?
A quanto pare -aveno/-avao sono settentrionalismi.

A chiunque avesse la bontà di rispondermi...grazie.

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Infarinato
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Re: Dubbi in vista d'esame

Intervento di Infarinato »

Pict ha scritto:Ciao. Nuova iscritta.
Benvenuta! :D
Pict ha scritto:L'imperfetto nel fiorentino aureo e nell'argenteo. Quali le desinenze?
A quanto pare -aveno/-avao sono settentrionalismi.
Se non ricordo male, ci dovrebbe essere qualcosa nella Grammatica del Serianni, nei Lineamenti di grammatica storica del Patota e quasi sicuramente nel Rohlfs, testi che purtroppo non ho ora sottomano.

Nel famoso articolo di Arrigo Castellani su «Italiano e fiorentino argenteo» (in Saggi di linguistica e filologia italiana e romanza, Roma 1980, «Salerno Editrice», tomo I, pp. 17–35), riguardo all’imperfetto, trovo soltanto:
Mi sia concesso di dire ancora pochissime parole sugli argenteismi diventati d’uso generali in epoca piú recente.

[…]

Mi soffermerò un istante sul piú venerabile di questi argenteismi: l’imperfetto in -o. Il tipo potevo è attestato sin dall’inizio del Quattrocento: i primi esempi che conosco si trovano nelle Ricordanze di Giovanni di Matteo Corsini dal 1402 al 1430, pubblicate due anni fa da Armando Petrucci, e nelle Ricordanze d’Oderigo d’Andrea di Credi dal 1405 al 1425, già note da parecchio tempo. A Firenze (e in Toscana) ha immediatamente il sopravvento. Ma nel Cinquecento il purismo bembiano sostiene il tipo poteva, che domina fin verso la metà del secolo scorso. Poi il Manzoni (cito una frase di Bruno Migliorini, vol. II della collana Problemi e orientamenti critici di lingua e di letteratura italiana, p. 202), «dando una scrollata alla tradizione classicheggiante e ricollegandosi all’altra non meno viva e salda, anche se fino allora quasi esclusivamente toscana, introduce nel Promessi Sposi del ’40 la forma in -o».
Risultato: proprio nel secolo unitario, in cui il contributo del toscano alla lingua nazionale, secondo il Grassi, sarebbe stato cosí poco notevole, ero, avevo e simili diventano le sole forme ammesse e ammissibili.
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Intervento di Incarcato »

Ci sarebbe anche un grammatica storica dell'italiano in linea, che per l'imperfetto indicativo spiega (è un po' lungo):
La differenza più rilevante rispetto alle forme dell’Imperfetto nell’it. mod. riguarda la 1. pers. sing.: l’it. ant. presentava la terminazione in -a, uguale alla 3. sing. (in realtà vocale tematica), che l’it. mod. ha sostituito con la terminazione -o, emersa proprio alla fine del Duecento per analogia con la 1. sing. del Presente. Ess.: ....s’accorse che io dubitava... (Bono Giamboni, Libro, cap. 76, par. 13), ...ed io sorridendo li guardava... (Dante, Vita Nuova, cap. 4, par. 3); ...com’io credeva (Novellino, 75, r. 40). Ma anche: …mi diè Bonsi fior. d'oro diece; (…) prima n’avevo renduto uno... (Quaderno di Fillipo Cavalcanti, p. 14, rr. 9-10).
Nel resto della flessione, la I coniug. mostra lo stesso schema flessivo dell’it. mod. Ess.: 2. sing. cacciavi (Brunetto Latini, Rettorica, p. 177, r. 17), parlavi (Guido Cavalcanti, 41, v. 7), ecc. (è possibile, ma poco documentata, anche la terminazione -e, più diffusa, come si è visto, nel Presente: mostrave (Brunetto Latini, Tesoretto, v. 2575) e pensave (Bono Giamboni, Libro, cap. 60, par. 4)); 3. sing. adomandava (Novellino, 25, r. 10), parlava (Dante, Vita Nuova, cap. 16, par. 3), ecc.; 1. pl.. stimavamo (Dino Compagni, Cronica, L. 2.13, p. 164, r. 20 [1310-12]); 2. pl. mostravate (Novellino, 59, rr. 50-51), pensavate (Dante, Vita Nuova, cap. 35, par. 6, v. 5); 3. pl. adoravano (Bono Giamboni, Libro, cap. 40, par. 9), guardavan (Bono Giamboni, Libro, cap. 51, par. 8), con apocope di -o finale.

La 1 e 2. pl. della II coniug. presentano quasi sempre come vocale tematica del tema primario la -a analogica su quella della I coniug.: ad ess. avavamo (Bono Giamboni, Trattato, cap. 31, par. 12, Libro di Lapo Riccomanni, p. 533, r. 3, ecc.; ma un caso di avevamo (Libro di Baldovino Riccomanni, p. 436, r. 31)), dovavamo (Registro di S.M. di Cafaggio, p. 182, r. 2, ecc.; e un caso di dovevamo (Registro di S.M. di Cafaggio, p. 183, r. 18)), volavamo (Lettera di Consiglio de’ Cerchi, ecc., II, p. 601, r. 11; e un caso di volevamo (Brunetto Latini, Pro Ligario, p. 181, r. 2)), potavamo (Brunetto Latini, Pro Ligario, p. 178, r. 13), intendavate (Brunetto Latini, Pro Ligario, p. 180, r. 28), avavate (Lettera di Consiglio de’ Cerchi, ecc., I, p. 598, r. 2).
Per la III coniug., data la ristrettezza del corpus, le attestazioni della 1. pl. sono tutte lievemente successive al 1300 e presentano la vocale tematica -i: uscivamo (Leggenda Aurea, cap. 100, p. b860, r. 25 [XIV sm.]), sentivamo (Boccaccio, Filocolo, L. 3, cap. 60, p. 338, r. 29 [1336-38]), ecc.
Nella 2. pl. la forma doveva essere certamente -ivàte, anche se le prime attestazioni sono abbastanza tarde: pativate (Deca terza di Tito Livio, L. 5, cap. 38, p. 79, r. 26 [1400]), tradivate (Deca terza di Tito Livio, L. 8, cap. 27, p. 334, r. 9 [1400]).

Nelle coniug. II e III, nelle forme in cui l’accento si trova sulla vocale tematica del tema primario, c’è alternanza tra tema con e senza -v-, alle volte anche nella stessa opera. Ess.:
II coniug.: vedeva / vedea (Novellino, 1, r. 50 e 99, r. 7), uccideva / uccidea (Brunetto Latini, Rettorica, p. 34, r. 19; p. 23, r. 22); avevi (Brunetto Latini, Rettorica, p. 185, r. 19) / avei (Chiaro Davanzati, canz. 47, v. 48), volevi / volei (Novellino, 36 r. 26, e 9, r. 26) (e anche volee (Fiori e vita di filosafi, cap. 24, r. 210), unico caso di 2. pers. in -e di coniug. diversa dalla I); avevano / aveano (Cronica fiorentina, p. 88, r. 23; p. 98, r. 23, ecc.), credevano (Novellino, 18, r. 63) / credean(o) (Guido Cavalcanti, 22, v. 13; Fiori e vita di filosafi, cap. 13, r. 3), ecc.
III coniug.: ardiva / ardia (Novellino, 43, r. 6; 41, r. 12), veniva / venia (Cronica fiorentina, p. 95, r. 24; p. 150, r. 4); uscivano / uscian (Dante, Vita Nuova, cap. 34, par. 5, e par. 11, v. 12), morivano / moriano (Cronica fiorentina, p. 127, r. 10; p. 129, r. 36). Nella 2. sing. l’unica terminazione è -ivi: fuggivi (Guido Cavalcanti, 41, v. 6).
Le terminazioni -ìa, ìano possono essere estese in qualche caso anche ai verbi di II coniug.: avia (Bono Giamboni, Libro, cap. 52, par. 1), vivia (Dante, Vita Nuova, cap. 31, par. 9, v. 8), ridia (Dante, Vita Nuova; cap. 24, par. 7, v. 6); aviano (Bono Giamboni, Libro, cap. 61, par. 5, ecc.), doviano (Libro di Castra Gualfredi, p. 208, r. 9), mettiano (Bono Giamboni, Libro, cap. 44, par. 1).
Le forme in -ìa(no) alternano con forme in -ìe(no), di origine toscano-orientale e senese: ad es. dicie (Lettera di Consiglio de’ Cerchi, ecc., I, p. 597, r. 13), avie (Guido Cavalcanti, 41, v. 8); potieno (Brunetto Latini, Rettorica, p. 22, r. 15); gli ess. sono numerosissimi nei testi di Bono Giamboni (combattieno (Vegezio, L. 1, cap. 12, p. 19, r. 7), avieno (Libro, cap. 7, par. 1), ecc.).

Nella 3. pl. è possibile anche la terminazione -ro (per cui v. X.2.4) al posto di -no (come per il Presente Indicativo e Congiuntivo): davaro (Libricciolo di Bene Bencivenni, II, p. 379, r. 4, ecc.), stavaro (Gatto lupesco, v. 114), bagnavaro (Distruzione di Troia, p. 184, r. 18), ragionavaro (Bono Giamboni, Libro, cap. 63, par. 1); dovearo (Libricciolo di Bene Bencivenni, I, p. 293, r. 22; Libro Guelfo, p. 173, r. 24, ecc.; anche doviaro (Libricciolo di Bene Bencivenni, I, p. 299, r. 25, ecc.)), aviaro (Libricciolo di Bene Bencivenni, II, p. 422, r. 22), potiero (Bono Giamboni, Libro, cap. 51, par. 8); veniaro (Bono Giamboni, Libro, cap. 59, par. 3).
Perdonate le faccine: che è successo? ...8 finale seguíto da parentesi tonda chiusa è stato preso per faccina. Ma come si fa per impedirlo? :oops:
I' ho tanti vocabuli nella mia lingua materna, ch'io m'ho piú tosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole colle quali io possa bene esprimere il concetto della mente mia.
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[FT] 8)

Intervento di Infarinato »

Incarcato ha scritto:Perdonate le faccine: che è successo? ...8 finale seguíto da parentesi tonda chiusa è stato preso per faccina. Ma come si fa per impedirlo?
Ad esempio, cosí:

Codice: Seleziona tutto

8[i][/i])
;)
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Re: [FT] 8)

Intervento di Incarcato »

Grazie Infarinato, mi sono spiegato male e in fretta.
Volevo dire: come evitarlo in modo automatico: citando brani lunghi non è comodissimo stare a spulciare cosí.
I' ho tanti vocabuli nella mia lingua materna, ch'io m'ho piú tosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole colle quali io possa bene esprimere il concetto della mente mia.
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Re: [FT] 8)

Intervento di Infarinato »

Incarcato ha scritto:Grazie Infarinato, mi sono spiegato male e in fretta.
Volevo dire: come evitarlo in modo automatico: citando brani lunghi non è comodissimo stare a spulciare cosí.
Basta «copincollarlo» temporaneamente s’un banale editore di testi, fare un bel «Trova e sostituisci tutto» [8) -> 8[i][/i])] e copiare il risultato nell’apposito campo del forum. ;)
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Federico
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Re: [FT] 8)

Intervento di Federico »

Non è piú semplice selezionare la casella «Disabilita faccine nell'intervento» (la terza dall'alto)?

:D :) :( :o :shock: :? 8) :lol: :x :P :oops: :cry: ecc.
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Re: [FT] 8)

Intervento di Infarinato »

Federico ha scritto:Non è piú semplice selezionare la casella «Disabilita faccine nell'intervento» (la terza dall'alto)?
Certo (ha fatto bene a ricordarlo), ma se io, le faccine, le voglio «disabilitare» solo in una parte dell’intervento?… ;)
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Incarcato
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Re: [FT] 8)

Intervento di Incarcato »

Io non avevo nemmeno notato il tasto. Grazie Federico. :wink:
I' ho tanti vocabuli nella mia lingua materna, ch'io m'ho piú tosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole colle quali io possa bene esprimere il concetto della mente mia.
Pict
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Intervento di Pict »

Grazie per gli interventi.
Utilissimi i passi citati dacchè nel Patota non avevo trovato nulla (non escludo per mia inesperienza..).

Per informazione menziono il titolo di un libro su cui sto studiando (i celebri Patota e Migliorini già abbondantemente citati):

Storia della lingua italiana - Il primo Cinquecento.
di Paolo Trovato,
ed. il Mulino

Trattasi di una sorta d'antologia di testi cinquecenteschi di vario genere (contabili, cancellereschi, religiosi, maccheronici, ecc.) con spiegazione e cappello introduttivo per ogni genere.
Il testo in questione naturalmente si limita ad analizzare i brani di quel periodo ma la collana comprende testi dal Medioevo al Novecento.

Questo non per fare pubblicità al mio docente ma per aggiungere un testo alla lista dei libri da consultare in caso di necessità.

Buona giornata.
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