«“Fa” col presente storico»

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pocoyo
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Iscritto in data: mer, 07 giu 2006 16:51

«“Fa” col presente storico»

Intervento di pocoyo »

Da un riassunto de l’Elettra sofoclea si legge:

Per Elettra, che ascolta, è la fine di ogni speranza, e vorrebbe essere lei a uccidere la madre, con la quale poco prima ha avuto un ennesimo acceso diverbio, contestando tutte le ragioni che la regine ha addotto per motivare l’assassinio di tanti anni fa.

Si tratta pur di un presente, ma d’aspetto storico (o almeno io lo percepisco fortemente tale). Io senz’altro avrei scritto “prima”, ma sono obbligato a dubitare e a porre la questione al foro.

Sono entrambe lecite o è una faccenda di puro gusto?

Grazie in anticipo.
Avatara utente
Marco1971
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Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

L’orecchio mi fa propendere per prima, come lei. Infatti il presente atemporale usato nei riassunti viene adoperato, al posto di imperfetto e passato remoto, per la narrazione di eventi trascorsi, appartenenti al passato, sicché il presente non coincide con il momento in cui avviene l’enunciazione (= ME). La GGIC (vol. III p. 294) scrive:
Quando il tempo di riferimento rispetto al quale va posto l’evento o lo stato di cose nella frase non coincide con il ME, ma va ricavato anaforicamente dal contesto precedente, si usano le espressioni ‘SN di tempo + prima/dopo’:

(141 a) Paolo è partito il 10 ottobre e Enrico una settimana dopo/prima.
(141 b) Paolo partirà il 10 ottobre e Enrico una settimana dopo/prima.

Le frasi (141) vanno confrontate con le frasi seguenti, in cui il punto di riferimento è il ME:

(142 a) Paolo è partito il 10 ottobre e Enrico una settimana fa.
(142 b) Paolo partirà il 10 ottobre e Enrico fra una settimana.

Mentre tra e fa con SN di tempo sono espressioni intrinsecamente deittiche, ‘SN di tempo + prima/dopo’ sono espressioni esclusivamente anaforiche (v. 1.2.).
Quindi, nella narrazione, tra/fa sembrano possibili solo nei dialoghi e nel discorso indiretto libero.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
pocoyo
Interventi: 151
Iscritto in data: mer, 07 giu 2006 16:51

Intervento di pocoyo »

I ringraziamenti per il consulto, glieli ho già fatti; non mi resta che aggiungere quelli per la velata correzione: presente atemporale. :)
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Non era una correzione, caro pocoyo. In realtà ha ragione lei, si tratta di presente storico. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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