Sarà bene aggiungere che la terza persona di cortesia, singolare e plurale, nell’uso scritto richiede l’iniziale maiuscola per evitare confusione con l’uso delle terze persone ordinarie, e che tale uso si estende alle forme degli aggettivi possessivi (Suo, Sua, Loro) e dimostrativi clitici (La, Li) e alle forme pronominali oblique (Le, Loro; rarissimo il plurale Glielo e simili).
Forse sarebbe stato opportuno precisare che la maiuscola, in questi casi, è oggi perlopiú riservata a persone di un certo rango e con le quali non si ha rapporto di sorta. Quando si dà del lei a persone che si conoscono o che gerarchicamente non ci sono superiori, la maiuscola non è obbligatoria (rimane però l’uso vigente nella corrispondenza commerciale e formale).
Ultima modifica di Marco1971 in data mar, 13 mag 2008 18:42, modificato 1 volta in totale.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Era proprio ciò di cui parlavo qualche giorno fa con un amico.
Io sostenevo appunto che nella corrispondenza formale e commerciale la maiuscola è da cosiderarsi come fortemente consigliata.
I' ho tanti vocabuli nella mia lingua materna, ch'io m'ho piú tosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole colle quali io possa bene esprimere il concetto della mente mia.
Nella corrispondenza commerciale e formale la maiuscola è obbligatoria.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Appunto per questo Paolo Belardinelli mi sembra un po' fuorviante: la maiuscola è reverenziale, non dettata dal rischio di confusione. È ben vero che è difficile usare la terza persona di cortesia in una lettera non formale, però se ad esempio si citasse una frase di un discorso fra due persone non sarebbe necessario usare il maiuscolo per evitare confusioni, anzi.