«Dopo che»: indicativo o congiuntivo?

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Dario G
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Re: «Dopo che»: indicativo o congiuntivo?

Intervento di Dario G »

Marco1971 ha scritto: ven, 15 mag 2020 23:49 No, la deduzione è solo sua, io ho parlato di quelle particolari frasi, non in generale, perché in quella frase il congiuntivo non è usuale nella lingua parlata. E lei ne deduce che ho detto che l’indicativo non si può usare nella lingua sostenuta? Di qui il travisamento di tutto quel che segue.
Anch'io ho parlato esclusivamente delle frasi proposte.
Affermare che la frase 1 (ove è usato l’indicativo) «appartiene all’italiano dell'uso medio» e la 2 (ove è usato il congiuntivo ) all’«italiano scritto e sostenuto» equivale a dire – incontrovertibilmente – che la frase 1 non appartiene all’«italiano scritto e sostenuto»: nessun travisamento, dunque.
Marco1971 ha scritto: ven, 15 mag 2020 23:49 La storia della certezza e dell’incertezza è molto relativa, soprattutto trattandosi del futuro, che già di per sé esprime incertezza. E comunque no, l’uso dell’indicativo per esprimere incertezza può anche essere dell’italiano scritto e sostenuto in certi casi.
Ho solo detto che, nella frase proposta, l’indicativo è la scelta «più appropriata» se l’evento è «percepito come certo»: non ho fatto un ragionamento generale.

Provo a esprimere sinteticamente la mia opinione.
La differenza tra le frasi 1 e 2 è essenzialmente di ordine semantico: nella frase 1 l’indicativo esprime un evento percepito come certo; nella frase 2, un fatto percepito come eventuale.
Sicché non è condivisibile il passaggio in cui Lei ha scritto che la frase 1 «appartiene all’italiano dell'uso medio»: appartiene anche all’«italiano sostenuto», soprattutto se l’evento è avvertito come certo.
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Marco1971
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Re: «Dopo che»: indicativo o congiuntivo?

Intervento di Marco1971 »

Forse non le è chiaro cosa s’intenda per «italiano dell’uso medio», che è l’italiano comune, quindi l’italiano che si può usare sia nel parlato sia nello scritto. La frase 1 è italiano comune; la frase 2 è di registro piú elevato non perché sia presente in sé il congiuntivo, ma perché il congiuntivo con dopo che è piuttosto poco frequente nel parlato.

E non ho mai contestato che ci fosse una differenza semantica tra le frasi 1 e 2 (indicata nella mia prima risposta), che, tuttavia, si differenziano anche per il registro.

Se vuole sviscerare ulteriormente, e fornire interpretazioni sue personali al significato oggettivo delle frasi (mie o altrui), la lascio proseguire da solo.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Dario G
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Re: «Dopo che»: indicativo o congiuntivo?

Intervento di Dario G »

C'è stato un malinteso.
Ultima modifica di Dario G in data sab, 16 mag 2020 9:35, modificato 2 volte in totale.
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Marco1971
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Re: «Dopo che»: indicativo o congiuntivo?

Intervento di Marco1971 »

Conviene a questo punto precisare, per chi non lo sapesse, che una frase di registro comune non è mai esclusa dal registro formale o sostenuto e che non sussiste tra questi contrapposizione alcuna: differenziare il livello stilistico di due frasi significa semplicemente paragonarle secondo criteri ben definiti. E ci sono gradi nella sostenutezza, e sfumature tra varie formulazioni dello stesso enunciato con tempi o termini diversi.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Trevigiana
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Re: «Dopo che»: indicativo o congiuntivo?

Intervento di Trevigiana »

Buonasera e ben trovati.
Spero di non indurvi a tediose ripetizioni del concetto :wink: .
Secondo voi entrambe le soluzioni sotto riportate potrebbero essere valide?

Vorrei raggiungerti al mare, dopo che mia sorella mi abbia/avesse riportato l'auto.

Al di là della semantica, congiuntivo passato e trapassato sono sintatticamente possibili?

Grazie mille.
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Marco1971
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Re: «Dopo che»: indicativo o congiuntivo?

Intervento di Marco1971 »

Vorrei raggiungerti situa il desiderio nel presente (equivale a voglio raggiungerti), ragion per cui si può usare il congiuntivo passato ma non il trapassato. Quest’ultimo tempo sarebbe adoperabile se avessimo Avrei voluto raggiungerti al mare, dopo che mia sorella mi avesse riportato l’auto perché qui si parla di una situazione passata non avvenuta.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Trevigiana
Interventi: 179
Iscritto in data: mar, 14 ago 2018 18:33

Re: «Dopo che»: indicativo o congiuntivo?

Intervento di Trevigiana »

Giusto.
La ringrazio, Marco 1971.
Buona serata
Avatara utente
lorenzos
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Iscritto in data: lun, 30 mar 2015 15:59

Re: «Dopo che»: indicativo o congiuntivo?

Intervento di lorenzos »

  1. Dopo che mia sorella mi avesse riportato l’auto, vorrei raggiungerti al mare.
  2. Vorrei raggiungerti al mare, dopo che mi fossi ristabilito.
  3. Vorrei raggiungerti al mare, dopo che avessi finito l’inventario.
Sono tutte sbagliate?
Grazie.
Gli Usa importano merci ed esportano parole e dollàri.
Avatara utente
Marco1971
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Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Re: «Dopo che»: indicativo o congiuntivo?

Intervento di Marco1971 »

Dopo che introduce una proposizione subordinata temporale; può reggere tutti i tempi composti dell’indicativo (ivi compreso il condizionale passato) e del congiuntivo. La scelta del tempo dipende dalla proposizione principale. Dopo che + congiuntivo trapassato può essere usato solo in dipendenza da un tempo passato, e una frase con vorrei rappresenta un presente attenuato altrimenti espresso da voglio. Quindi le possibilità per la frase in esame sono dopo che mia sorella mi avrà riportato l’auto e, con una sfumatura d’eventualità, dopo che mia sorella mi abbia riportato l’auto.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
lorenzos
Interventi: 653
Iscritto in data: lun, 30 mar 2015 15:59

Re: «Dopo che»: indicativo o congiuntivo?

Intervento di lorenzos »

Grazie Marco, cercherò di farne tesoro.
Gli Usa importano merci ed esportano parole e dollàri.
Utente cancellato 1998

Re: «Dopo che»: indicativo o congiuntivo?

Intervento di Utente cancellato 1998 »

Vorrei proporre una rapida variazione sul tema, tuttavia non estranea al filone.

La costruzione

Tornerai a casa, dopo che io abbia finito di lavorare e sia passato a prenderti

È un'alternativa valida al futuro anteriore?

[...], dopo che avrò finito di lavorare e sarò passato a prenderti.

Grazie.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
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Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Re: «Dopo che»: indicativo o congiuntivo?

Intervento di Marco1971 »

Sí: come detto piú volte, il congiuntivo con una congiunzione temporale [che regga normalmente l’indicativo] presenta l’evento in una prospettiva d’incertezza sul suo compiersi. Dopo che avrò finito implica che non si vede perché ciò non dovrebbe avvenire; dopo che io abbia finito sottintende che non si è sicuri di raggiungere lo scopo (per qualsiasi ragione).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Utente cancellato 1998

Re: «Dopo che»: indicativo o congiuntivo?

Intervento di Utente cancellato 1998 »

Ringrazio il signor Marco per la conferma e mi scuso se ho deviato il filone su un terreno già battuto. Buona serata a tutti.
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