«Come» dichiarativo

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bartolo
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«Come» dichiarativo

Intervento di bartolo »

«Mi hanno spiegato come accolgono gli ospiti in sala»: se mi si chiedesse d'emblée con che tipo di proposizione ho [a] che fare, risponderei: dichiarativa. Poi consulto il Serianni (p. 568, n. 78 e i paragrafi relativi a "come"), e mi viene qualche dubbio. Aìta.
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Marco1971
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Il Sabatini-Coletti scrive:

1 Con valore dichiarativo, che (rispetto al quale, come ha un effetto più descrittivo), con il v. al congiunt.: mi raccontò c. fosse stato maltrattato.

2 Con valore comparativo-relativo, il modo in cui: non mi piace c. si comporta.


Quindi come ha valore dichiarativo quando significa ‘che’ ed è seguito dal verbo al congiuntivo.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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bartolo
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Le cito - non avendo purtroppo altre grammatiche a disposizione in questo momento - quanto è detto nel vocabolario Zanichelli al lemma "come".

«[...] B. cong. 1 Che, in quale modo (introduce una prop. dichiarativa con il v. all'indicativo, al congv. o al condiz.): mi descrisse come aveva dovuto fare; ti ho raccontato come la conobbi; vedo bene come lo avete rovinato [...]». :?:
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Marco1971
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Nessun dizionario è infallibile, e per me qui lo Zingarelli fallò. :D
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Ergo, infallibile Marco, dati per fallenti lo Zanichelli e, naturalmente, il sottoscritto, come definirebbe la frase in oggetto e quelle dallo stesso Zanichelli chiamate dichiarative? :lol:
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Marco1971
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Come dice il Sabatini-Coletti, accezione 2 della congiunzione: comparativo-relativo (‘come’ = ‘il modo in cui’).

P.S. Zanichelli è la casa editrice; il dizionario si chiama Zingarelli, dal nome dell’autore Nicola Zingarelli. Ma è facile confonderli visto che cominciano ambedue per z e finiscono in elli. :D
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Le ricopio inoltre la trattazione del Devoto-Oli (2004-2005):

Introduce proposizioni dipendenti, che equivalgono sempre a una proposizione relativa trasformata o in proposizione dichiarativa (gli spiegò come non avesse piú la possibilità di andare avanti, gli spiegò che non aveva, e cioè gli spiegò il modo per il quale non aveva..., ecc.), o in proposizione condizionale (lo guardava come fosse un Dio, lo guardava come se fosse un Dio, e cioè nel modo in cui avrebbe guardato..., ecc.), o in proposizione temporale (come l’incontrò volse la testa dall’altra parte, quando l’incontrò, ecc., e cioè nel momento in cui l’incontrò...).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Grazie!
Marco1971 ha scritto:P.S. Zanichelli è la casa editrice; il dizionario si chiama Zingarelli, dal nome dell’autore Nicola Zingarelli. Ma è facile confonderli visto che cominciano ambedue per z e finiscono in elli. :D
Metonimia sui generis: la casa editrice per l'opera :wink:
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Caro Marco, anche le seguenti sono interpretazioni fallenti del come dichiarativo?

Garzanti:
«3 il modo nel quale, in quale modo (introduce una prop. dichiarativa): gli raccontò come l'amico sarebbe partito; non ti accorgi come sei stupido | preceduto da ecco, con lo stesso significato e funzione: ecco come andarono le cose; ecco come ci si può rovinare».

De Mauro:
«4 cong., introduce una proposizione dichiarativa, che: non mi ero accorto c. pioveva forte».

Gabrielli:
«B cong.
1 Che, in quale modo (per introdurre una propos. dichiarativa con il v. all'indicat., al condiz. e al congiunt.): ti racconto c. è andata; mi spiegò c. non era vero».
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Intervento di Marco1971 »

Fallenti o pallenti, fallaci o falotiche, devo confessare che queste questioncelle terminologiche non riescono a eccitare i miei neuroni. Ciò che conta è sapere come la lingua si adopera, il resto è etichettatura (chi parla di dichiarative e chi di enunciative, e cosí via).

Va detto inoltre che i dizionari spesso si scopiazzano a vicenda e che, per quanto riguarda la descrizione delle congiunzioni e delle valenze verbali, il Sabatini-Coletti si distingue da tutti gli altri dizionari per approccio e completezza.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Marco1971 ha scritto:Fallenti o pallenti, fallaci o falotiche, devo confessare che queste questioncelle terminologiche non riescono a eccitare i miei neuroni. Ciò che conta è sapere come la lingua si adopera, il resto è etichettatura (chi parla di dichiarative e chi di enunciative, e cosí via).
Bah, questo ritornello dei neuroni che non si infoiano è un po' fastidioso: fatta salva, naturalmente, la sacrosanta libertà di ognuno di infoiarsi per le illecebre che preferisce, m'infastidisce il tono di sardonico sussiego con cui si lasciano cadere certi argomenti. Sulle terminologie, fomiti addirittura di scismi, si sono scritti libri, per esempio tutte le grammatiche. Mi basta, e apprezzo, la seconda parte della sua risposta, quella che non cito. L'altra la ascrivo alla stanchezza, alla secchezza delle fauci cerebrali.
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Intervento di Marco1971 »

Chi le saprà rispondere con maggior competenza sull’argomento è il caro Ladim, se vorrà esprimersi.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Marco1971 ha scritto:Chi le saprà rispondere con maggior competenza sull’argomento è il caro Ladim, se vorrà esprimersi.
No, no, per carità. Ho capito la questione. Dopo un po' mi stanco anch'io. Non c'è accordo tra i nomenclatori e non mi interessa nemmeno tanto che lo trovino. Ad impossibilia nemo tenetur. Arrivederci.
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