Concordanza di «ogni cosa»

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Marco1971
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Concordanza di «ogni cosa»

Intervento di Marco1971 »

Prendendo spunto dall’acuta osservazione di Freelancer, che ringrazio, ho fatto una ricerca sulla concordanza di ogni cosa grazie al CD della LIZ[a]. Sebbene prevalga di gran lunga il femminile, non sono rari i casi di concordanza al maschile. Propongo qui solo esempi trecenteschi e ottocenteschi (le ricorrenze sono cosí numerose da rendere quasi impossibile esaminarli tutti a uno a uno).

...e in effetto li fu ogni cosa promesso, ed elli rendé la rocca, e•ffu messo ne’ palagi, ma bene guardato, e tutta sua famiglia li fu levata... (Villani, Cronica, Libro 9,5)

E messer Forese, cavalcando e ascoltando Giotto, il quale bellissimo favellatore era, cominciò a considerarlo e da lato e da capo e per tutto, e veggendo ogni cosa così disorrevole e così disparuto, senza avere a sé niuna considerazione, cominciò a ridere e disse... (Boccaccio, Decameron, Giorn. 6, nov. 5)

Pur così fatta se la mise in testa; e salito a cavallo con una sopravvesta di ragnateli, profilata di paglia, uscì in su la piazza, là dove di due ore ogni cosa era finito. (Sacchetti, Trecentonovelle, Nov. 159)

Et subbito che si volsero adietro per andare al lor viaggio, poco andaro oltre che, rimirando verso ’macchione, ogni cosa era sparito e non viddero più nulla. (Degli Agazzari, Assempri, 30)

AGNOLO: – Ogni cosa sia detto con vostra pace per fare più attenti voi et gli altri che m’udiranno, et ritorniano al dire nostro. (Palmieri, Vita civile, Libro 3)

“Vi sarà dato ogni cosa puntualmente,” disse il notaio, “dopo adempite quelle poche formalità. Andiamo, andiamo.” (Manzoni, Promessi sposi, Cap. 15)

Accostatosi poi passo passo alla moglie, che staccava il calderotto dalla catena, le disse sottovoce: “è andato bene ogni cosa?”
“Benone: ti racconterò poi tutto.”
(ibid., Cap. 24)

Ad altro tempo ogni cosa ti sarà chiaro: ma questo io giuro dinanzi a tutti; e chieggo a voi, cittadini, che il capo di Tile sia salvo e onorato. (Tommaseo, Il Duca d’Atene, 11)

Or ogni cosa mi pare fermato: non altro resta che pregare al Signore, e giurarci nel nome suo. (Ibid., 15)

E i miei ammiratori devono essere restati male sul serio allorché, stando sempre a guardarmi dopo che era finito ogni cosa, mi videro sfilare con gli altri in canonica dove il Piovano volle per forza, se no se ne sarebbe avuto per male, che si pigliasse un dito d’aleatico. (Fucini, Le veglie di Neri, “Scampagnata”)

Ne possiamo concludere che, nel significato di ‘tutto’, è ammesso il maschile.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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