Leggere nel pensiero

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Moderatore: Cruscanti

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Jonathan
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Iscritto in data: sab, 10 ott 2009 22:43
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Leggere nel pensiero

Intervento di Jonathan »

Buon anno nuovo a tutti! :D

Mi chiedo se l'espressione "leggere nel pensiero" possa reggere sia il complemento di termine (leggere nel pensiero a qualcuno) sia il complemento oggetto (leggere qualcuno nel pensiero).

Da una ricerca che ho fatto su Google e su Google Libri è chiaro che nella stragrande maggioranza dei casi venga usato il complemento di termine; inoltre, gli esempi con complemento oggetto non sono autorevoli.

Eppure, mi domando se sia proprio sbagliato dire "Ti ho letta nel pensiero, Lucia" al posto di "Ti ho letto nel pensiero, Lucia", e se "Mi leggi nel pensiero" possa significare "Tu leggi me (cioè, le mie intenzioni) nel (mio) pensiero" oltre che "Tu leggi nel pensiero a me" (cioè, tu leggi nel mio pensiero).

Grazie.

P.S. Ripensandoci, che il dubbio mi sia venuto associando "Ti leggo nel pensiero" a "Ti leggo come un libro aperto"?
Avatara utente
Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Buon anno! :)

In ti ho letto nel pensiero, il ‘ti’ è complemento indiretto, come si vede bene volgendo alla terza persona singolare: le ho letto nel pensiero, non *la ho letta nel pensiero. Ne consegue che l’accordo non è possibile.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Jonathan
Interventi: 228
Iscritto in data: sab, 10 ott 2009 22:43
Località: Almaty

Intervento di Jonathan »

A non parlare mai in italiano, mi vengono alle volte degli strani dubbi. :shock:
Grazie, Marco, e ancora tanti auguri.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
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Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Di nulla! :) Abbiamo tutti dubbi, e le domande poste ci permettono di riflettervi.

Auguri a lei e a tutti i membri del foro! :D
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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