Attentato a...

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Fausto Raso
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Attentato a...

Intervento di Fausto Raso »

«Vile gesto l'attentato ad Alessandria»
Rabbia copta: nuovi scontri e feriti


Questo titolo campeggia sulla prima pagina del Corriere della Sera in rete.
A me non sembra corretto: la preposizione “ad” va sostituita con “di”.
Sbaglio? Non si attenta “a” qualcuno? L’attentato “al” papa. Nel caso in oggetto non si è perpetrato l’attentato “alla” città di Alessandria.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Gentile Fausto, è la preposizione a di stato in luogo, come nel famoso romanzo di Thomas Mann La Morte a Venezia.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

Marco1971 ha scritto:Gentile Fausto, è la preposizione a di stato in luogo, come nel famoso romanzo di Thomas Mann La Morte a Venezia.
Mi crede se le dico che ci avevo pensato...
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
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Maxos
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Intervento di Maxos »

Fausto Raso ha scritto:
Marco1971 ha scritto:Gentile Fausto, è la preposizione a di stato in luogo, come nel famoso romanzo di Thomas Mann La Morte a Venezia.
Mi crede se le dico che ci avevo pensato...
C'è da dire che effettivamente è una frase leggermente ambigua.
Sono un Fisico Teorico, non ho una preparazione linguistica degna di tale nome. Se scrivo qui è per imparare.
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Luca86
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Intervento di Luca86 »

Questi sono i risultati di una voloce ricerca con Google:

attentato a Alessandria: 88 occorrenze;
attentato ad Alessandria: 5.180 occorrenze;
attentato di Alessandria: 33.900 occorrenze;
attentato d'Alessandria: 72 occorrenze.

La preposizione piú usata sembra essere di.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Sí, ma non tutti i risultati sono da considerare egualmente validi in Google: bisogna scernere (Google Libri, i grandi quotidiani, e sim.) se si cerca piú la correttezza che non la globale diffusione. Nel caso di attentato a + nome di città, s’intende che l’attentato si è svolto nella tal città e non che l’atto sia rivolto alla città (che senso avrebbe?).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Maxos
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Intervento di Maxos »

Marco1971 ha scritto:Sí, ma non tutti i risultati sono da considerare egualmente validi in Google: bisogna scernere (Google Libri, i grandi quotidiani, e sim.) se si cerca piú la correttezza che non la globale diffusione. Nel caso di attentato a + nome di città, s’intende che l’attentato si è svolto nella tal città e non che l’atto sia rivolto alla città (che senso avrebbe?).
Aggiungo che i due costrutti non hanno la stessa funzionalità.

"L'attentato di Alessandria ha causato 1000 vittime" è preferito se non preferibile alla versione con "a", nel senso che la preposizione "di" (epesegetico?) è sentita come meno ingombrante e quindi più adatta a costituire un singolo "gruppo nominale", almeno è quello che mi sembra.

"Ieri si è avuto un attentato ad Alessandria". In questo caso estremo "ad Alessandria " è decisamente avvertito come complemento di luogo indipendente da "attentato"

Il caso "Vile gesto l'attentato ad Alessandria", che è evidentemente e ambiguamente ellittico, mi pare intermedio e si presta a interpretazioni e sfumature.
Sono un Fisico Teorico, non ho una preparazione linguistica degna di tale nome. Se scrivo qui è per imparare.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Siamo in un caso nel quale l’ambiguità è risolta dal contesto semantico: un attentato è rivolto a una persona o a una cosa astratta (attentato alla morale); per una città, si parlerebbe di assalto. La lingua seleziona, di solito, il lessico adatto. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Maxos
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Intervento di Maxos »

Marco1971 ha scritto:Siamo in un caso nel quale l’ambiguità è risolta dal contesto semantico: un attentato è rivolto a una persona o a una cosa astratta (attentato alla morale); per una città, si parlerebbe di assalto. La lingua seleziona, di solito, il lessico adatto. :)
Sono stato io per primo ambiguo: intendevo dire che l'ellissi giornalistica poteva essere andata a discapito tanto di un "Vile gesto è stato l'attentato ad Alessandria" quanto di un "Vile gesto è stato l'attentato che è avvenuto ad Alessandria".

Chiaramente possiamo considerare il primo caso una ellissi del secondo ma questa ellissi è così consueta e ovvia che può essere non avvertita come tale, facendo considerare nel primo caso "attentato ad Alessandria" come gruppo nominale, più che come costrutto complementale.
Sono un Fisico Teorico, non ho una preparazione linguistica degna di tale nome. Se scrivo qui è per imparare.
Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

Mi è venuto in mente l'attentato consumato a via Rasella (a Roma) durante l'ultimo conflitto mondiale. Io direi l'attentato di via Rasella, non a via Rasella.
Google sembra darmi ragione: ho digitato "attentato a via Rasella" e tutte le "risposte" sono state "attentato di via Rasella".
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Maxos
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Intervento di Maxos »

Fausto Raso ha scritto:Mi è venuto in mente l'attentato consumato a via Rasella (a Roma) durante l'ultimo conflitto mondiale. Io direi l'attentato di via Rasella, non a via Rasella.
Google sembra darmi ragione: ho digitato "attentato a via Rasella" e tutte le "risposte" sono state "attentato di via Rasella".
Esatto, è quello che intendevo: il "gruppo nominale" più naturale, oserei dire stàndaro :lol:, è con il "di".
Sono un Fisico Teorico, non ho una preparazione linguistica degna di tale nome. Se scrivo qui è per imparare.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Fausto, anche lei si mette alle romanacciate? In via X non a! :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

Marco1971 ha scritto:Fausto, anche lei si mette alle romanacciate? In via X non a! :)
Ha ragione. :oops:
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Fabio48
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Intervento di Fabio48 »

A me sembra corretto dire "attentato ad Alessandria", quando si dà la notizia per la prima volta e poi, in seguito, per dare ulteriori informazioni nei giorni successivi, parlare del'attentato "di Alessandria" per far capire immediatamente agli ascoltatori di cosa tratta l'argomento in modo da non poterlo confondere, magari, con uno precedente di Teheran o di Kabul.

Auguro, a tutti, un 2011 sereno.
...un pellegrino dagli occhi grifagni
il qual sorride a non so che Gentucca.
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