Rotto o rotta? Perché?

Spazio di discussione su questioni di carattere sintattico

Moderatore: Cruscanti

Intervieni
Angellyca
Interventi: 3
Iscritto in data: mer, 19 gen 2011 19:36

Rotto o rotta? Perché?

Intervento di Angellyca »

Se a parlare è una donna e sottintende "il metatarso", oltre a "me lo sono rotto" è accettabile dire anche "me lo sono rotta"? A me suona strano, ma una mia amica sostiene che è grammaticalmente corretto e ne è nata una diatriba di gruppo a cui non riusciamo a venire a capo. Sostiene che se la seconda versione è sbagliata dobbiamo anche spiegarle il perché. E qui mi rivolgo a voi, Cruscanti :)
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Salve, Angellyca, e benvenuta! :)

La regola è chiara:

Se il compl. oggetto è rappresentato da un clitico di III persona, l’accordo è obbligatoriamente con esso (cfr. (130-131)):

(147) I biscotti, se li è mangiati Paola.
(Grande Grammatica Italiana di Consultazione, vol. II, IV.3.3, p. 241, grassetto mio.)

È precisamente il caso presentato dalla sua frase:

[Paola dice:] «[Il metatarso,] me lo sono rotto

L’accordo col soggetto in questo caso è agrammaticale.

Se invece non abbiamo un clitico di terza persona, l’accordo (per i verbi riflessivi) può avvenire col soggetto o, in un italiano piú ricercato, col complemento oggetto:

Paola si è lavata le mani / Paola si è lavate le mani.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Angellyca
Interventi: 3
Iscritto in data: mer, 19 gen 2011 19:36

Intervento di Angellyca »

Grazie sia per il benvenuto che per la pronta ed esauriente risposta.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Re: Rotto o rotta? Perché?

Intervento di Marco1971 »

Prego! :)

Se permette, vorrei farle notare un piccolo errore:
Angellyca ha scritto:...una diatriba di gruppo a cui non riusciamo a venire a capo.
...una diatriba di gruppo di cui non riusciamo a venire a capo. (Si viene a capo di qualcosa.) :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Angellyca
Interventi: 3
Iscritto in data: mer, 19 gen 2011 19:36

Intervento di Angellyca »

Una correzione garbata è sempre gradita.
Intervieni

Chi c’è in linea

Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 13 ospiti