Tale valore del costrutto mi risulta completamente inedito. Pensavo che il non è che posto in fine di periodo e pronunciato con intonazione sospensiva occorresse esclusivamente in enunciati non conclusi, per riferirsi a un’eventualità imprecisata e deducibile dal contesto o dal cotesto, come in questo esempio: «Vorrei andare a trovarlo, però non l’ho avvisato e non so se ora sia casa. Sai, è così impegnato… Non è che…» (qui si può intendere: «Non è che se vado da lui non lo trovo?»; oppure: «Non è che una visita potrebbe infastidirlo?»).si può notare che non è che ha spesso una funzione attenuativa e tende a grammaticalizzarsi sia in posizione iniziale, col semplice valore di ‘non’, sia alla fine della frase, dove compare non di rado, con un’intonazione sospensiva, col valore di mica no: quando arrivo alla sera sono stanca, non è che...
Qualcuno saprebbe riportarmi esempi (letterari e no) in cui non è che assume il valore registrato da D’Achille?