«Dal che»

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«Dal che»

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Dal che, in luogo di locuzioni come dal tanto che, dal fatto che e simili, è ammissibile in italiano? Ha qualche precedente storico?

Vedo che si trova anche il molti libri, non capisco se abbia anche significati diversi da quelli da me individuati, comunque non sono riuscito a trovarne traccia nei dizionari in rete.
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Marco1971
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Il costrutto, che è da sempre nella nostra lingua, è di registro formale e letterario, ed è possibile con le preposizioni a, da, con, di. Solo due esempi con da.

...io porto ferma openione che cosí facili e presti non sarebbero a far tante sceleratezze come tutto il dí fanno. Dal che nascerebbe che la vita umana sarebbe assai piú tranquilla di quello che è, e ritorneria a’ nostri tempi la tanto lodata e da noi non veduta età de l’oro. (Bandello, Novelle)

Io non ignoro che l'ultima conclusione che si ricava dalla filosofia vera e perfetta, si è, che non bisogna filosofare. Dal che s’inferisce che la filosofia, primieramente è inutile, perché a questo effetto di non filosofare, non fa di bisogno esser filosofo... (Leopardi, Dialogo di Timandro e di Eleandro)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Amplio l’esemplificazione, estendendola alle altre preposizioni compatibili col costrutto in oggetto.

...e promette fare obbligare i Viniziani et il papa a difendervi. Al che si è fatto risposta ordinaria, col mostrare tal cosa non si poter fare senza nostro manifesto pericolo... (Machiavelli, Lettere)

La piú terribile era quella di arrischiarsi a dichiarare aperto a lei la sua passione; al che s’era formidabilmente opposta per tre mesi la sua invincibile timidità... (De Amicis, Amore e ginnastica)

...e volendo fuor del giardino partire s’avvide che il ribaldo del famiglio l’aveva veduto, e di leggero poteva averlo scorto e conosciuto per Niceno. Del che pur assai si dolse... (Bandello, Novelle)

Sospettava la signorina Lander, che nell’animo delle persone, con cui praticava, fossero impressi due falsi concetti di lei, l’uno di malizia, l’altro di ipocrisia; del che era pur forse cagione la sordità. (Pirandello, Il viaggio)

...ed altri in varie guise, le quali saranno distinte in sei dissertazioni divise in trenta capitoli, e ciascun capitolo in tre sezioni, e ciascuna sezione in quaranta paragrafi, col che sarà fatto un mirabil ordine di parole sempre pregievole, quand’anche non vi fosse nessun ordine nelle idee. (AA.VV., Il Caffè)

Non so se si possa far cosa più dispiacevole altrui quanto ad uno che v’abbia fatto un dono splendido, offrirne goffamente un altro molto inferiore, col che si viene a mostrare di stimar poco quel dono comparandolo con quello che si presenta quasi fosse atto a compensarlo... (Leopardi, Zibaldone)

La GGIC dice che tale costrutto è escluso con per, senza, in, su, tra. Se è vero per tra/fra, non è per le altre preposizioni, documentatissime in questo costrutto:

Queste domande, non solamente dai Signori, ma subito da tutti i Consigli furono accettate; per il che parve che i tumulti, che già di nuovo erano mossi, si fermassero. (Machiavelli, Istorie fiorentine)

...ogni tanto, finiva per fare qualche piccolo, pericolosissimo guadagno, quindici o venti scudi sopra un numero situato, seicento lire sopra un ambo: raramente, è vero, ma tanto da attizzare fatalmente la loro passione e da renderli schiavi di tutte le nebulose frasi di don Pasqualino. Per il che, con un lieve sorriso, mentre faceva la somma delle giuocate, don Cresenzo disse... (Serao, Il paese di Cuccagna)

Le cinque, anzi le dieci dita delle mani, all’uomo privo di favella non potevano servire (stante le osservazioni fatte di sopra) se non per contare al piú sino a 25. (e con molta difficoltà) cioè sino a cinque volte cinque, contando le unità coll’una mano, e coll’altra le cinquine. Senza il che la memoria non l’avrebbe condotto neppure al 15. o al venti. (Leopardi, Zibaldone)

...ed ho trovato il modo facilissimo, senza repugnanza de’ miei principii: e non solo ho pensato, ma eseguito ancora il pensato; nel che solo mi rincresce aver mescolata la mia letteruccia con la sua. (Tasso, Lettere)

In questo comico non ci è punto una intenzione seria e alta, come correggere i pregiudizi, assalire le istituzioni, combattere l’ignoranza, moralizzare, riformare: nel che sta la superiorità del comico di Rabelais e di Montaigne, che è la reazione del buon senso contro un mondo artificiale e convenzionale. (De Sanctis, Storia della letteratura italiana)

Nino cioè fu tradito! fu (sòlita storia da Minosse ai dí nostri) posposto alle spalle facchine e alle occulte virtú di un briccone; sul che osservo, non tanto ad esempio di chi potrebbe tradire (ché gli esempi son fatti pel camino e i marroni) quanto a conforto di chi rimase tradito, come l’amante nuovo sia spesso la miglior vendetta del vecchio. (Dossi, La desinenza in A)

I grammatici e i linguisti, secondo me, dovrebbero svolgere le debite ricerche (oggidí facilissime) prima di sentenziare...
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Aggiungo, a scanso d’equivoci, esempi giornalistici dei nostri tempi.

Quest’ultima informazione era comparsa ben prima che l’“ultimo” bagaglio venisse riconsegnato, per il che occorreva attendere piú di mezz’ora, risultando la restituzione frazionata in tre gruppi con attese di circa 10 minuti tra l’uno e l’altro. (Corriere della Sera, 29.10.1997)

Il compito della filosofia è appunto quello di stimolare una sempre piú approfondita persuasione della ineliminabilità dei contrasti e insieme della necessità di comportarsi sempre come se essi dovessero venire eliminati, nel che, osservava un pensatore, consiste la formula della saggezza, e aggiungiamo noi, anche quella dell’autentica democrazia fondata sul pluralismo delle opinioni e delle forze politico-sociali. (Repubblica, 26.10.2010)

Questi dunque sono i due uomini che hanno fatto saltare in aria il sistema politico italiano. Sul che non c’è molto da dire: quando certi eventi sono maturi la storia (o il caso) si serve di chi vuole. (Corriere della Sera, 24.01.1996)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Non so se sono stato chiaro: la Grande Grammatica Italiana di Consultazione scrive questo (sott. mia):

Il che può trovarsi preceduto nello stile piú formale, e letterario[,]* da alcune preposizioni (a, da, con, di) con diversi gradi di marginalità, ma è escluso con alcune di esse (per, senza, in, su, tra). (Vol. I, IX.1.1.6.6, p. 466)

La realtà, passata e presente, smentisce quest’asserzione. Nessuno ne rimane sconquassato?
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* O si faceva a meno delle virgole, o si ripeteva la virgola dopo letterario.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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