«Fece arrivare» / «fece venire»

Spazio di discussione su questioni di carattere sintattico

Moderatore: Cruscanti

Arnoldas
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«Fece arrivare» / «fece venire»

Intervento di Arnoldas »

Cari amici, vorrei chiedervi se nella frase "Alla fine del '300 il granduca fece arrivare in Lituania dalla Crimea 400 famiglie karaite" si può invece "fece arrivare" scrivere "fece venire"? Grazie.
Fausto Raso
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Re: «Fece arrivare/fece venire»

Intervento di Fausto Raso »

Arnoldas ha scritto:Cari amici, vorrei chiedervi se nella frase "Alla fine del '300 il granduca fece arrivare in Lituania dalla Crimea 400 famiglie karaite" si può invece "fece arrivare" scrivere "fece venire"? Grazie.
Io farei un distinguo: "fece venire" se l'interlocutore si trova nel posto; "fece arrivare" se chi parla (o scrive) è altrove.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Arnoldas
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Intervento di Arnoldas »

Egregio Dott. Raso, La ringrazio della Sua cortese spiegazione. Cordiali saluti dalla Lituania!
Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

Il distinguo, gentile Arnoldas, è prettamente personale. Sentiamo altri pareri...
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Concordo con Fausto. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Arnoldas
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Intervento di Arnoldas »

Carissimi Marco e Dott. Raso, grazie mille! Buon giorno.
sempervirens
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Re: «Fece arrivare» / «fece venire»

Intervento di sempervirens »

Arnoldas ha scritto:Cari amici, vorrei chiedervi se nella frase "Alla fine del '300 il granduca fece arrivare in Lituania dalla Crimea 400 famiglie karaite" si può invece "fece arrivare" scrivere "fece venire"?
C'è poco da aggiungere a quanto è già stato detto. Rileggendo per caso questo filone mi sono ricordato di una figura retorica (?), la deissi fantasmatica, usando la quale l'autore dello scritto "viaggia" con il pensiero nei luoghi del racconto.

Poiché di farina del proprio sacco ce n'è poca, per ulteriori approfondimenti sulla Deixis am phantasma consiglio questa lettura.
http://e-allora.net/deissi/corso.php?argomento=tipi_pha

P.S. Non ho idea ma credo che da Lei questo periodo di feste natalizie sia stupendo, con la neve e tutto quanto "fa inverno". :)
Io nella mia lingua ci credo.
Arnoldas
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Intervento di Arnoldas »

Gentile Sempervirens, chiedo scusa, però non ho capito che c'entra la Sua spiegazione con la mia domanda...
Ivan92
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Intervento di Ivan92 »

Arnoldas ha scritto:Gentile Sempervirens, chiedo scusa, però non ho capito che c'entra la Sua spiegazione con la mia domanda...
Non c'entra nulla, infatti. :) Il nostro sempervirens ha semplicemente divagato dal tema principale del filone. :)
sempervirens
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Intervento di sempervirens »

Avete ragione! Infatti mi sono dimenticato di specificare che il mio commento era collegato a quello di Fausto Raso, ed era da questo commento che volevo continuare il mio.
Dunque, riprendendo il distinguo del dottor Raso, che pure io approvo, e che dice testualmente "fece venire" se l'interlocutore si trova nel posto; "fece arrivare" se chi parla (o scrive) è altrove. ho aggiunto quell'intervento sulla deissi fantasmatica. L'autore può quindi trovarsi anche mentalmente sul posto, non solo materialmente. Tutto qui.

Forse, dico forse, alla luce di quanto spiegato, dopotutto qualcosa c'entra. :)

Se poi non c'entra nulla, allora fate finta di niente. :oops:
Io nella mia lingua ci credo.
Arnoldas
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Intervento di Arnoldas »

Ho capito. Grazie, Sempervirens!
sempervirens
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Intervento di sempervirens »

Arnoldas ha scritto:Ho capito. Grazie, Sempervirens!
Sono io invece che La ringrazio della Sua pazienza. Mi aveva incuriosito la Sua domanda e me ne ero posta una di mio. Ad ogni modo, così, tanto per riscattarmi, volevo anche dirle che con il significato di arrivare sarebbe possibile usare il verbo giungere. Non conoscendo il contesto né i luoghi in cui si ambienta la storia, non saprei dirle altro che Lei non sappia già.

http://www.treccani.it/vocabolario/giungere/
Io nella mia lingua ci credo.
Avatara utente
marcocurreli
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Re: «Fece arrivare/fece venire»

Intervento di marcocurreli »

Fausto Raso ha scritto:Io farei un distinguo: "fece venire" se l'interlocutore si trova nel posto; "fece arrivare" se chi parla (o scrive) è altrove.
Io invece userei solamente arrivare. Solitamente vedo i verbi venire e andare come riferiti a persone, non a cose. Inoltre, poiché arrivare è la fase conclusiva di un'azione che inizia con la partenza (in questo caso con una spedizione, immagino), la locuzione "fece arrivare" porta in sè la sintesi dell'intera operazione (preparare, spedire, arrivare a destinazione).

PS: come non detto. A causa della fretta e dell'ora tarda avevo letto male l'enunciato iniziale.
Ultima modifica di marcocurreli in data lun, 11 gen 2016 11:09, modificato 1 volta in totale.
Arnoldas
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FT «Sta arrivando/venendo»

Intervento di Arnoldas »

Gentili Sempervirens e Marcocurreli, grazie mille delle vostre osservazioni! Ancora un dubbio a proposito dei verbi "arrivare" e "venire" con "stare" (p.es., "sto arrivando" e "sto venendo"). Qualcuno mi ha detto che in italiano non si dica "sto venendo" e solo "sto arrivando". Mi potreste spiegare perché? Grazie e buon giorno.
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
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FT «Sta arrivando/venendo»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Le riserve nei confronti della perifrasi progressiva (stare + gerundio) applicata a verbi come arrivare e venire stanno nel fatto che questi verbi sono telici non-durativi, ossia «denota[no] un evento che si conclude e che è pressoché istantaneo» (Enciclopedia dell’Italiano, «Strutture perifrastiche», § 2), cosa che cozza contro la funzione di tale perifrasi, che è la cattura di un attimo di un’azione nel suo svolgimento. Se l’azione si compie in un istante, come il venire o l’arrivare, non c’è alcuno svolgimento.

Tuttavia, in italiano moderno la struttura perifrastica progressiva può essere applicata anche a questi verbi (cui aggiungiamo altri verbi di movimento come andare e partire), assumendo un valore imminenziale, cioè un significato simile a stare per, essere sul punto di, e simili. In Google Libri troverà diverse occorrenze sia di sta arrivando sia di sta venendo.

Come già notava vent’anni fa Arrigo Castellani, si tende oggi a estendere indiscriminatamente il dominio di stare + gerundio anche ad altri verbi che, normalmente, non l’ammetterebbero, come piacere: provi a fare una ricerca con «mi sta piacendo» e troverà «perle» come questa:
  • «Mi sta piacendo moltissimo questa giornata» confessò Tina davanti al mare.
Interessante rilevare come lo stare andando che suscitava un giusto disagio in Castellani — «Debbo dire però che l’ossimorico stare andando continua a farmi un certo effetto» — oggi passi del tutto inosservato.
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