«Ciò non toglie che mi sento/senta»
Moderatore: Cruscanti
- malapartiano
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«Ciò non toglie che mi sento/senta»
Buonasera, la domanda è la seguente: è corretto dire "Quello che dici è vero, ma ciò non toglie che mi sento avvilito."
Oppure dovrei usare il congiuntivo? Si parla di una sensazione.. ma non voglio esprimere incertezza.
Oppure dovrei usare il congiuntivo? Si parla di una sensazione.. ma non voglio esprimere incertezza.
- Infarinato
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Sarebbe sicuramente accettabile, anche se il congiuntivo qui rappresenta la scelta «piú canonica» / di registro piú alto… a patto d’includere il soggetto: «Quello che dici è vero, ma ciò non toglie ch’io mi senta avvilito».Arnoldas ha scritto:Buona sera, signori! E se io usassi l'indicativo allora la frase non sarebbe corretta?
In generale, l’indicativo è obbligatorio [in questo tipo di costruzione] quando ci si riferisca a un fatto realmente accaduto (nel passato, quindi: e.g., «ciò non toglie che non sono stato io»), mentre il congiuntivo è preferibile quando ci si riferisca a un fatto non ancora accaduto («ciò non toglie che tu lo debba fare»), o quando si voglia comunque lasciare un margine di eventualità («ciò non toglie ch’io mi senta avvilito» [= «mi possa sentire avvilito»]). Si vedano in proposito gli esempi del Treccani, s.v. «tògliere», accezione n. 2e.
- Animo Grato
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Mi viene un dubbio che, da madrelingua, non dovrei avere, ma, come capita a volte, quando si legge di una regola che s'è sempre applicata senza pensarci, alcune certezze scricchiolano. Mi riferisco a quell'obbligo d’includere il soggetto: in questo caso (cioè in presenza di una forma riflessiva) non basta il pronome mi a dissipare l'ambiguità dovuta all'identica desinenza delle tre forme singolari del congiuntivo presente?Infarinato ha scritto:Sarebbe sicuramente accettabile, anche se il congiuntivo qui rappresenta la scelta «piú canonica» / di registro piú alto… a patto d’includere il soggetto: «Quello che dici è vero, ma ciò non toglie ch’io mi senta avvilito».
È vero che esistono casi in cui quel mi senta avvilito potrebbe non essere riflessivo («Quello che dici è vero, ma ciò non toglie che[, quando ne parlo al telefono con mia madre, lei] mi senta avvilito [anche se in realtà io sto benissimo]»), ma mi sembrano decisamente minoritari (e quindi semmai bisognosi, loro sì, di una più esplicita contestualizzazione).
Attendo lumi.
Ultima modifica di Animo Grato in data mar, 04 lug 2017 19:09, modificato 1 volta in totale.
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
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Caro Arnoldas, purtroppo in italiano «[i]l modo che compare nelle proposizioni subordinate completive (soggettive e oggettive […]) non è il risultato di una scelta del parlante, ma è imposto dal verbo reggente: ci sono infatti verbi che reggono il congiuntivo e altri che reggono l’indicativo, e non c’è una correlazione significativa tra il contenuto del verbo e il modo della subordinata» (grassetto mio).Arnoldas ha scritto:Gentili Linguisti, chiedo scusa della mia insistenza però volevo sapere se la frase principale (Ciò non toglie che...) fosse una forma impersonale oppure esprimesse un dubbio o un'opinione personale.
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Col congiuntivo presente l’obbligatorietà d’includere il soggetto si ha soltanto per la seconda singolare: per la prima, si può parlare solo di «preferibilità», la desinenza di per sé rimandando piú naturalmente alla terza persona singolare (il contesto può ovviamente aiutare a disambiguare, come in effetti avviene nel nostro caso).Animo Grato ha scritto:[…] Mi riferisco a quell'obbligo d’includere il soggetto: in questo caso (cioè in presenza di una forma riflessiva) non basta il pronome mi a dissipare l'ambiguità dovuta all'identica desinenza delle tre forme singolari del congiuntivo presente?Infarinato ha scritto:Sarebbe sicuramente accettabile, anche se il congiuntivo qui rappresenta la scelta «piú canonica» / di registro piú alto… a patto d’includere il soggetto: «Quello che dici è vero, ma ciò non toglie ch’io mi senta avvilito».
Re: «Ciò non toglie che mi sento/senta»
Buonasera. Volevo chiedervi un parere sul significato di queste parole prese dal libro di Vittorino Andreoli, L'uomo col cervello in tasca, 2019: "aprire una mia pagina Facebook dove raccontarmi sarebbe una pubblicità occulta. Per lo stesso motivo non faccio parte di associazioni che non siano esplicitamente cliniche, scientifiche o culturali. Ciò non toglie che io non riconosca la grande utilità e gli aspetti positivi dei social network".
L'ultima frase significa che lui riconosce la grande utilità e gli aspetti positivi dei social o no? Grazie mille
L'ultima frase significa che lui riconosce la grande utilità e gli aspetti positivi dei social o no? Grazie mille
Re: «Ciò non toglie che mi sento/senta»
Ciò non toglie che io non riconosca = Ciò nonostante, io non riconosco. Credo che l’autore abbia fatto confusione, voleva probabilmente dire Ciò non significa che io non riconosca. Si sa che ormai si sta perdendo la conoscenza del senso stesso delle parole e espressioni italiane.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Re: «Ciò non toglie che mi sento/senta»
Capisco però Andreoli, oltre ad essere molto colto, è noto anche per essere contro i social network. Quindi può essere che intendesse veramente quello che ha scritto, a questo punto, cioè che non riconosce la grande utilità e gli aspetti positivi dei social network. Giusto? Grazie
Re: «Ciò non toglie che mi sento/senta»
Oppure potrebbe essere: questo non significa che io non riconosca la grande utilità e gli aspetti positivi dei social network. Che ne pensate?
Re: «Ciò non toglie che mi sento/senta»
Cosí com’è scritta, la frase significa che l’autore non riconosce l’utilità e gli aspetti positivi delle reti sociali (sí, reti sociali, non soooscial netuork(e)).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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