Condizionale passato per evento futuro?

Spazio di discussione su questioni di carattere sintattico

Moderatore: Cruscanti

Ste. Gi.
Interventi: 94
Iscritto in data: ven, 11 mag 2018 10:58

Intervento di Ste. Gi. »

Salve, il primo esempio mi lascia un po' perplesso; il secondo mi convince. Attendiamo comunque conferme o smentite da parte degli addetti ai lavori.

Saluti... :)
Avatara utente
Millermann
Interventi: 1510
Iscritto in data: ven, 26 giu 2015 19:21
Località: Riviera dei Cedri

Intervento di Millermann »

Sempre come semplice parere, aggiungo anche il mio punto di vista. :)
La prima frase, per me, è accettabile; nella seconda, invece, direi:
«Se domani sarò a casa
per le 10.30, vorrà dire
che sarò partito dal lavoro
alle 9.»
In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
Avatara utente
lorenzos
Interventi: 653
Iscritto in data: lun, 30 mar 2015 15:59

Intervento di lorenzos »

Se posso permettermi, credo che con sarò ci vorrebbe vorrà (come dice Millerman) ma, sia con fossi che con sarò, "ero partito ecc."
Gli Usa importano merci ed esportano parole e dollàri.
Ste. Gi.
Interventi: 94
Iscritto in data: ven, 11 mag 2018 10:58

Intervento di Ste. Gi. »

Non sono d'accordo con Lorenzos: non sarebbe corretto usare il trapassato prossimo per un'azione sì precedente a quella espressa con il futuro semplice, ma pur sempre non ancora realizzata. L'unica soluzione verbale per me è il futuro anteriore.

Saluti
Avatara utente
lorenzos
Interventi: 653
Iscritto in data: lun, 30 mar 2015 15:59

Intervento di lorenzos »

Buonasera a tutti, buonasera a Ste. Gi al quale chiedo se cortesemente mi può dare un riferimento per la regola sopraenunciata.
Avrei poi un quesito:
- Penso che per fare presto prenderò il treno, se Luigi in macchina arriverà prima vorrà dire che mi sono/sarò/ero sbagliato.
Quale dei tre? Grazie.
Gli Usa importano merci ed esportano parole e dollàri.
Ste. Gi.
Interventi: 94
Iscritto in data: ven, 11 mag 2018 10:58

Intervento di Ste. Gi. »

Salve,
in risposta all’ultimo intervento, direi che, quantomeno nel mio caso, non tirerei in ballo “regole” e simili: le mie parole sono riconducibili a una mera opinione, formulata non tanto da un addetto ai lavori, quanto da un comune italiano, appassionato del proprio idioma nazionale quale mezzo semantico di elezione.
Se avessi pieno possesso di ognuna delle regole grammaticali del nostro sistema linguistico, sarebbe superfluo da parte mia porre o discutere quesiti in questo o in altri forum.
Ciò premesso, ho suggerito - e continuo a farlo - l’impiego del futuro anteriore perché ritengo che sia l’unico tempo in grado di rappresentare un’azione non ancora avvenuta e, insieme, come dice la denominazione stessa, rispettare l'anteriorità nei confronti del futuro semplice.
Ritengo, per contro, che l’impiego di un verbo dell’indicativo coniugato al passato (quali, ad esempio, il trapassato prossimo o il remoto) sia inadeguato per assolvere a questa funzione: tali forme verbali rimandano ad azioni compiute, di norma integrate in proposizioni secondarie alle quali si legano le principali costruite con il passato prossimo o il passato remoto.
Sia nella frase citata nei precedenti interventi sia nell'ultima, proposta a mo’ di quesito, l’unica soluzione (sempre a mio modesto parere) che rispecchi la “canonicità” sintattica è il futuro anteriore (“sarò sbagliato”, tanto per dire la mia sull’interrogativo presentato da Lorenzos), in quanto la principale si regge sul futuro semplice.

Saluti
Intervieni

Chi c’è in linea

Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 29 ospiti