Concordanza con il condizionale presente e passato

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Lutor
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Concordanza con il condizionale presente e passato

Intervento di Lutor »

Salve, avrei bisogno che mi aiutaste a chiarire la concordanza con il condizionale riguardanti le seguenti frasi:

"Non avrei mai creduto che dopo tanti anni ci fossimo rivisti/rivedessimo/saremmo rivisti."

"Non crederei che dopo tanti anni ci rivedessimo/rivedremmo/rivedremo"
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Il congiuntivo trapassato si riferisce spesso a un evento passato considerato come non avvenuto (1), (3):

(1) Credevo che ci fossimo capiti (il giorno in cui abbiamo avuto quella conversazione). [Ma evidentemente non ci siamo capiti.]

E di converso, col condizionale composto, ci si proietta nel futuro:

(2) Credevo che ci saremmo capiti (il giorno in cui avremmo avuto una conversazione).

(3) Ero convinto che Francesca avesse chiuso a chiave la porta. [Ma quando sono arrivato, ho trovato la porta aperta.]

Può anche esprimere un evento non ancora avvenuto e il cui compiersi è visto come incerto (4), (5):

(4) Una volta che fossimo giunti a destinazione, avremmo forse trovato irriconoscibile il posto che tanti anni prima avevamo lasciato. [Forse non saremmo mai giunti a destinazione, o forse sí, non si sa.]

(5) Le avrei telefonato appena fossi arrivato a casa. [Ma può darsi che io abbia avuto un incidente sulla via del ritorno e non ho potuto telefonarle; o forse sono arrivato a casa e le ho telefonato: il dubbio rimane.]

Venendo alla prima frase del quesito iniziale (la seconda, cosí com’è formulata, mi pare affatto fantasmagorica), se mi trovo davanti alla persona che da tanto tempo non rivedevo, direi che la formulazione piú «normale» sarebbe

(6) Non avrei mai creduto che ci saremmo rivisti/che ci rivedessimo,

in cui il condizionale composto sottolinea la compiutezza del fatto e il congiuntivo imperfetto la sua attualità – e il suo momentaneo, psicologico, e quasi giubilante perdurare.

Col congiuntivo trapassato, vedrei piuttosto una frase in un contesto del tipo

(7) Avevo ormai perso ogni speranza che ci fossimo (mai) rivisti,

che mi sembra esprimere, in modo piú crepuscolare e con letteraria accoratezza, quel che in maniera piú neutra si tradurrebbe in

(8) Avevo ormai perso ogni speranza che ci saremmo (mai) rivisti.

In caso di dubbio, quando si vuole esprimere il futuro del passato nell’italiano comune, si ricorra al condizionale composto senza tema d’errare.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Lutor
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Intervento di Lutor »

Quindi possiamo dire che, in termini di concordanza, esclusi i verbi di desiderio, il condizionale passato si comporta come un qualsiasi tempo storico?

Invece per quanto riguarda il condizionale presente, tenendo sempre esclusi i verbi di desiderio, è corretto concordarlo come un comune tempo principale perlomeno per contemporaneità e anteriorità al netto del fatto che, da come riporta treccani, la posteriorità va espressa con il condizionale composto quando nella reggente figura un tempo storico o un condizionale sia presente che passato?
Avatara utente
Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Non sono in grado di fornirle quello che cerca, ossia delle regolette assolute e granitiche – avulse affatto dalla realtà cangiante della vivente lingua. Fuor di pochi, grami assiomi, la grammatica è tutta nella grande letteratura, abbarbicata in modo inestricabile e pulsante alla vita ferace che la lingua, dall’imo umano, partorisce e dona. E nessun libro di grammatica ne può contemplare lo spettro infinito.

Rilchianamente: nell’ora piú silenziosa della sua notte, si chieda (e su ciò rifletta): che cos’è la grammatica? E donde nasce? E quale ufficio adempie? Scavi dentro lei stesso per una profonda risposta. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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