«Il parto di…»

Spazio di discussione su questioni di carattere sintattico

Moderatore: Cruscanti

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domna charola
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Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09

«Il parto di…»

Intervento di domna charola »

È sorta in ufficio una discussione sul termine in questione, e in particolare a chi si riferisca.
Nella frase "ho assistito al parto di Lucia", si può intendere:
- che Lucia è la madre che ha partorito
- che Lucia è la figlia che è stata partorita
- ambedue le forme sono valide.
Quale/i delle tre?

Grazie
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Grammaticalmente, direi che entrambe le interpretazioni sono possibili. E la disambiguazione avviene grazie al contesto (se si sa chi è Lucia: la madre o la figlia). Personalmente, prima di leggere la domanda, ho subito pensato che Lucia fosse la madre, forse perché « il parto di » mi suggerisce la parte attiva dell’operazione, secondo la definizione « espulsione (o estrazione) del feto e degli annessi fetali dagli organi genitali materni » (Treccani). Fermo restando che l’altra interpretazione rimane valida, con Lucia « frutto del parto ». È un po’ come il libro di Lucia (il libro che le appartiene oppure il libro che ha scritto lei stessa). C’è qualcosa in proposito nella GGIC; mi sembra di ricordare che in certi casi si può disambiguare mediante da parte di, anche se una frase come Ho assistito al parto di Lucia da parte di Maria avrebbe poche probabilità di realizzazione spontanea. :D
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
Freelancer
Interventi: 1897
Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37

Intervento di Freelancer »

A me sembra che se Lucia è la figlia, si direbbe senz'altro "ho assistito alla nascita di Lucia", quindi la frase non può che essere interpretata - nei cinque secondi di attesa necessari per essere disambiguata da uno dei presenti - nel senso che Lucia è la madre. Ovviamente in linea più generale si direbbe, sapendo chi è la madre e chi la figlia, "ho assisto al parto" e basta.
Avatara utente
Animo Grato
Interventi: 1384
Iscritto in data: ven, 01 feb 2013 15:11

Intervento di Animo Grato »

È un'ambiguità che si ritrova in moltissimi casi, e con la quale si cominciano a fare i conti al ginnasio, con la famosa distinzione (che è tale solo a livello semantico, non morfologico: donde il problema) tra genitivo soggettivo e oggettivo.
Ogni volta che un sostantivo rimanda a un verbo transitivo, il genitivo (per noi, il complemento di specificazione) che lo accompagna può riferirsi tanto al soggetto quanto all'oggetto dell'azione. Il timore di Mario: è Mario ad avere paura o qualcuno ha paura di Mario? Solo il contesto può fare chiarezza.
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
domna charola
Interventi: 1631
Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09

Intervento di domna charola »

Grazie innanzitutto per tutti gli interventi.

L'ambiguità del genitivo è un fatto, ma qui la disquisizione in ufficio era più fine: trattandosi nella fattispecie di parto, a chi appartiene il parto?
Ovvero il parto è riferibile ad ambedue i soggetti, oppure è un evento che interessa la madre, mentre visto dall'altro capo diviene "nascita di", come da alcuni spiegato più sopra?
Avatara utente
Animo Grato
Interventi: 1384
Iscritto in data: ven, 01 feb 2013 15:11

Intervento di Animo Grato »

Facciamo finta che Lucia sia la madre e che il figlio si chiami Ludovico:
Lucia (sogg.) ha partorito Ludovico (compl. ogg.), quindi il parto di Lucia ("genitivo" soggettivo) e il parto di Ludovico ("genitivo" oggettivo).
Poi, in pratica, visto che per Ludovico c'è a disposizione anche nascita, nella stragrande maggioranza dei casi si opterà spontaneamente per quest'ultima soluzione.
Ma in un uso figurato la possibilità del genitivo oggettivo mi sembra più sfruttata. Ho provato a gugolare (con la restrizione "Libri") la stringa "parto della nuova", e alcuni risultati sono inequivocabili in questo senso («la sanguinosa agonia della vecchia società e il sanguinoso parto della nuova», «un rovesciamento globale della società, considerato necessario per il parto della nuova era»; «[il] potere politico borghese che impedisce il parto della nuova società»).
Del resto, se volessi mettere insieme a parto sia la partoriente sia il partorito, non avrei altra scelta che ricorrere a "da parte di" per la madre, e il semplice complemento di specificazione si riferirebbe al figlio (sorvolando sulla forma poco elegante e le allitterazioni cacofoniche, il parto di Ludovico da parte di Lucia).
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domna charola
Interventi: 1631
Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09

Intervento di domna charola »

L'uso figurato secondo me è un caso diverso, perché di fatto manca la partoriente, quindi il risultato è disambiguato in partenza. La nuova società è partorita, ma non è detto da chi.

Pensandoci su, il punto chiave secondo me è proprio il collegamento fra il verbo e l'oggetto.
Ad esempio, prendiamo Marinella che canta: essa produce una canzone. Se però dico "la canzone di Marinella", vien da pensare anche al senso oggettivo, figurato, cioè la ballata in cui si canta della storia di Marinella. Ecco, in quel genitivo oggettivo c'è, sottintesa almeno a livello mentale, tutta questa perifrasi. L'azione in sé - canto-cantare, parto-partorire - è direttamente collegata all'oggetto derivato.
Boh... istintivamente sento una qualche differenza, ma non riesco a metterla a fuoco...
Avatara utente
Animo Grato
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Iscritto in data: ven, 01 feb 2013 15:11

Intervento di Animo Grato »

domna charola ha scritto:L'uso figurato secondo me è un caso diverso, perché di fatto manca la partoriente, quindi il risultato è disambiguato in partenza.
Be', in realtà la partoriente è possibile anche nell'uso figurato, a cominciare dalla proverbiale montagna che partorisce il topolino.
La stessa ricerca che ho citato nell'esempio precedente mi aveva dato anche «un paese che fu considerato per lunga pezza come parto della Nuova Olanda» (chiaramente soggettivo). Ci sono anche altri casi, dal tenore misticheggiante, in cui è possibile una certa ambiguità (che il mio gretto materialismo mi ha impedito di indagare ulteriormente).
Rimanendo nell'attualità, non mi suonerebbe strana (purtroppo) una frase assemblata con gli stilemi più in voga del giornalese, come «i sempre più numerosi episodi di intolleranza sono un parto dell'attuale clima d'odio», dove abbiamo addirittura un partoriente. :wink:
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