«Rimanemmo stupiti della sua gentilezza»: forma passiva?

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Daphnókomos
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«Rimanemmo stupiti della sua gentilezza»: forma passiva?

Intervento di Daphnókomos »

Nella proposizione: "Rimanemmo stupiti della sua gentilezza", qual è la forma del verbo?
Perché se la forma del verbo è passiva, non capisco se "della sua gentilezza" sia un complemento di causa efficiente - che ho sempre saputo essere introdotto dalla preposizione "da", come quello d'agente - o un complemento di causa.
Ultima modifica di Daphnókomos in data dom, 09 giu 2019 14:48, modificato 1 volta in totale.
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Marco1971
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Re: «Rimanemmo stupiti della sua gentilezza»: forma passiva?

Intervento di Marco1971 »

Il passivo si costruisce sempre col verbo essere (o, in alcuni casi, con venire nei tempi semplici, o, ancor piú limitatamente, con andare). Avremmo una costruzione passiva se avessimo Fummo stupiti dalla sua gentilezza a cui corrisponderebbe la formulazione attiva La sua gentilezza ci stupí.

Qui abbiamo stupito in funzione aggettivale, e come tale costruito, del tutto normalmente, con la preposizione di.

Benvenuto! :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Daphnókomos
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Re: «Rimanemmo stupiti della sua gentilezza»: forma passiva?

Intervento di Daphnókomos »

Nel mio volume scolastico di grammatica, a cui tengo molto fin dai tempi delle scuole medie, leggo però che oltre ai verbi venire e andare, anche stare, restare, rimanere e finire possono formare delle costruzioni passive.

Riporto alcuni esempi:
Patrizia è rimasta sconcertata dal tuo atteggiamento;
Nell'incendio il castello finì distrutto;
Quell'anno stette bloccato due giorni in casa da un violento uragano.
Avatara utente
Marco1971
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Re: «Rimanemmo stupiti della sua gentilezza»: forma passiva?

Intervento di Marco1971 »

Sí, sono perifrasi con valore passivo, come spiega la GGIC (vol. I, I.4.1.4., p. 93):

Perifrasi con valore passivo possono essere formate anche con altri verbi. Esse, come quella con andare in senso aspettuale (cfr. 4.1.3.), possono essere tutte analizzate come costruzioni con compl. predicativo (del soggetto o dell’oggetto). I verbi piú frequenti sono restare, rimanere (cfr. es. (482)), finire (compl. predicativo del soggetto):

(521) Il poveretto finí schiacciato sotto un tram.

E anche preferire, desiderare (compl. predicativo dell’oggetto):

(522) Questa parete la preferirei dipinta di giallo.


Tornando all’esempio di partenza, siamo in un costrutto con participio aggettivale:

(498) Piero fu sorpreso dalla tua venuta. (passivo)
(499) Piero è sorpreso della tua venuta. (‘essere + aggettivo’)

In (499) sorpreso è un aggettivo distinto rispetto al verbo sorprendere, il quale verbo non ammette complementi introdotti da di (Maria sorprese Piero *della/colla sua venuta).
(GGIC, I.4.1.1., p. 91)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Daphnókomos
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Re: «Rimanemmo stupiti della sua gentilezza»: forma passiva?

Intervento di Daphnókomos »

Potrebbe gentilmente farmi un esempio di perifrasi con il verbo andare in senso aspettuale?
Avatara utente
Marco1971
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Re: «Rimanemmo stupiti della sua gentilezza»: forma passiva?

Intervento di Marco1971 »

Con andare non è perifrasi ma passivo vero e proprio (senza complemento d’agente/di causa efficiente espresso).

Il passivo con l’ausiliare andare ha due interpretazioni: in uno è una variante di essere con una sfumatura aspettuale in cui si sottolinea lo svolgimento del processo; nell’altro ha significato di necessità.

[…] Il significato aspettuale è possibile in tutti i tempi e modi (eccetto il trapassato remoto dell’indicativo, cfr. 4.1.1.), ma soltanto con un numero molto limitato di verbi: distruggere, (dis)perdere, smarrire, spendere, sprecare, versare e altri di significato simile:

(509) Molti libri sono andati smarriti durante il trasloco.
(GGIC, I.4.1.3., p. 92)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Daphnókomos
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Re: «Rimanemmo stupiti della sua gentilezza»: forma passiva?

Intervento di Daphnókomos »

La ringrazio del chiarimento.
Avatara utente
Marco1971
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Re: «Rimanemmo stupiti della sua gentilezza»: forma passiva?

Intervento di Marco1971 »

Di nulla. :)

Non è forse inutile precisare che il valore di stato col participio passato usato aggettivalmente può anche essere introdotto dalla preposizione da. Si confronti:

(1) Sono stato colpito dalla sua freddezza (passivo, il cui attivo è La sua freddezza mi ha colpito)

(2) Sono rimasto colpito dalla sua freddezza (colpito aggettivo, che si costruisce con da)

(3) Sono colpito dalla sua freddezza (in cui le due interpretazioni – passivo e valore aggettivale – sono possibili)

Alcuni participi passati – come nel caso di sorpreso, stupito, ecc. – che come aggettivi vogliono di rendono la differenza piú palese (si usa da in senso passivo e di in senso stativo):

(4) Il sonetto è composto di due quartine e due terzine.

(5) Questo sonetto fu composto dal Petrarca.

(6) Era sempre circondato di nemici.

(7) La città era circondata dal nemico.

(8) La stanza era riempita di ammennicoli.

(9) La caraffa è stata riempita da me stesso, ecc.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
valerio_vanni
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Re: «Rimanemmo stupiti della sua gentilezza»: forma passiva?

Intervento di valerio_vanni »

Marco1971 ha scritto: dom, 09 giu 2019 15:39
In (499) sorpreso è un aggettivo distinto rispetto al verbo sorprendere, il quale verbo non ammette complementi introdotti da di (Maria sorprese Piero *della/colla sua venuta).
(GGIC, I.4.1.1., p. 91)
Maria sorprese Piero colla sua venuta non mi suona errata.
L'asterisco riguarda solo "della"?
Avatara utente
Marco1971
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Re: «Rimanemmo stupiti della sua gentilezza»: forma passiva?

Intervento di Marco1971 »

Sí, altrimenti l’asterisco avrebbe dovuto essere ripetuto, o posto all’inizio della frase e senza barra obliqua. Ma confesso che la scelta di porlo com’è stato fatto ha spiazzato anche me, sulle prime.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Daphnókomos
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Re: «Rimanemmo stupiti della sua gentilezza»: forma passiva?

Intervento di Daphnókomos »

Quindi se ho capito bene, con i verbi venire e andare il verbo si analizza in blocco come verbo di forma passiva, mentre con i verbi stare, restare, rimanere, finire, ecc., che formano delle perifrasi con valore passivo, si deve distinguere fra predicato e complemento predicativo. Corretto?
Avatara utente
Marco1971
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Re: «Rimanemmo stupiti della sua gentilezza»: forma passiva?

Intervento di Marco1971 »

Credo di sí, anche se non ho mai ben inteso l’utilità e il senso profondo (e recondito, se ce n’è uno) di tal genere di analisi...
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Happykarim01
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Verbi transitivi privi di diatesi passiva

Intervento di Happykarim01 »

Ciao a tutti, il mio intervento vuole provare a mettere in discussione la grammaticalità della coniugazione passiva di certi verbi transitivi di carattere “psichico” esaminati su questo filone, cercando di sollevare qualche risposta che confermi o meno quanto sto per dire.

Secondo la “Nuova grammatica italiana” di Salvi e Vanelli, un verbo transitivo difetta della diatesi passiva se, nella sua struttura semantico-argomentale, il Soggetto non svolge il ruolo di agente (attante animato, controllante l’evento), [causa efficiente (attante inanimato, controllante meccanicamente l’evento)] o esperiente (attante animato, non controllante l’evento), ma di possessore, oggetto (attanti di animatezza irrilevante, non controllanti l’evento) o luogo (attante inanimato, non controllante l’evento).
Enumero degli esempî per ciascuna corrispondenza soggetto=attante, dove l’attante svolge un ruolo semantico che implica una difettività nella diatesi passiva:

S=Possessore (verbi: avere, possedere...)
1a) Luigi ha un bel computer. (diatesi attiva)
1b) *Un bel computer è avuto da Luigi. (diatesi passiva)
2a) Luigi possiede un bel computer. (diatesi attiva)
2b) *Un bel computer è posseduto da Luigi. (diatesi passiva)
La frase (2b) risulterebbe grammaticale solo se Luigi fosse un’entità soprannaturale, secondo un’accezione del verbo «possedere» che prevede un attante agente e non possessore.

S=Luogo (verbi: contenere, includere, comprendere...)
3a) La bottiglia contiene il solvente. (diatesi attiva)
3b) *Il solvente è contenuto dalla bottiglia. (Diatesi passiva)
La frase può essere tuttavia ricostruita fedelmente reintegrando l’attante luogo con la costruzione “essere+sintagma aggettivale”, dove «essere» ha funzione copulativa e non ausiliare, e il sintagma aggettivale è costituito dal participio del verbo «contenere» in funzione di aggettivo monovalente:
3c) Il solvente è contenuto nella bottiglia.

S=Oggetto (riguardare, concernere, sorprendere, stupire, preoccupare, deludere, impressionare, soddisfare...)
4a) La faccenda riguarda tutti. (diatesi attiva)
4b) *Tutti sono riguardati dalla faccenda. (diatesi passiva)
5a) Il tuo coraggio mi ha stupito. (diatesi attiva)
5b) *Sono stato stupito dal tuo coraggio. (diatesi passiva)
La frase può essere riscritta secondo la stessa logica di (3c). Tuttavia, col verbo essere funzione copulativa, prevedente una propria azionalità, si muta il valore dell’azione da puntuale a stativo:
5c) Sono stato stupito del tuo coraggio.
6a) I miei amici mi delusero. (diatesi attiva)
6b) *Fui deluso dai miei amici. (diatesi passiva)
6c) Fui deluso dei miei amici.
7a) La tua salute preoccuperà il medico. (diatesi attiva)
7b) *Il medico sarà preoccupato dalla tua salute. (diatesi passiva)
7c) Il medico sarà preoccupato della tua salute.

Il vocabolario Treccani riporta un’accezione della voce «oggetto» che rappresenta bene anche il suo significato attanziale: “la cosa (materiale o non materiale) o la persona cui è diretta un’azione, un’attività, un comportamento, o alla quale è rivolto un sentimento”. Per fare degli esempî diretti di quest’accezione che valgano tanto nel significato comune sopra riportato quanto in quello metalinguistico, si potrebbe dire che “il tuo coraggio è stato l’oggetto del mio stupore” (cfr. 5a), “i miei amici furono l’oggetto della mia delusione” (cfr. 6a) o “la tua salute sarà oggetto della preoccupazione del medico” (cfr. 7a). Lo stupore, la delusione e la preoccupazione sono infatti sentimenti, sperimentati dall’attante esperiente unicamente in base al suo sentire. In frasi come (5c), (6c) e (7c), l’Oggetto Indiretto introdotto è un complemento di specificazione, che specifica appunto l’oggetto dello stupore, della delusione o della preoccupazione. Le frasi ammetterebbero tuttavia anche un complemento di causa:
5d) Sono stupito per il tuo coraggio.
6d) Fui deluso a causa dei miei amici.
7d) Il medico sarà preoccupato per la sua salute.
In questi casi, però, si perderebbe il valore semantico di oggetto, perché la causa, per quanto anch’essa non controllante né volontariamente né meccanicamente il sentimento, non ne costituisce il punto d’arrivo, ma il presupposto.

Frasi come (5a), (6a) e (7a), rappresentanti eventi psichici, gravitano attorno a un verbo transitivo, e l’attante che nella struttura più profonda di esse esplica il ruolo semantico dell’esperiente, si realizza sul piano sintattico come Oggetto Diretto, mentre l’attante oggetto, si realizza sintatticamente come Soggetto. La diatesi attiva, qui, è dunque soltanto appartente, perché l’azione non si trasferisce dal Soggetto all’Oggetto Diretto, ma è dall’Oggetto Diretto, all’interno della cui ménte l’evento ha luogo, al Soggetto, a trasferirsi piuttosto, non l’azione, ma l’attenzione proiettata nell’evento psichico.

Prerogativa della diatesi passiva, è quella di, a partire da una frase attiva con un attante agente (o causa efficiente o esperiente) e uno oggetto, «soggettificare» l’attante oggetto, preservando l’operatività semantica della frase. Ciò è reso possibile solo grazie alla presenza di un Oggetto Indiretto: il complemento d’agente (o causa efficiente), che reintegra l’attante agente (o causa efficiente o esperiente) «desoggettificato». Qualora però l’attante oggetto si trovi già in funzione di Soggetto - e parlo dei casi di verbi psichici discussi fino ad ora -, l’errore in cui si incorrerebbe applicando meccanicamente la diatesi passiva alla frase, sarebbe quello di «soggettificare» l’esperiente, introducendo poi, per mezzo del complemento d’agente (o causa efficiente), un attante agente (o causa efficiente), inadatto a ricoprire questo ruolo semantico, in quanto incapace di controllare un’azione che regna unicamente nella psiche dell’esperiente, in virtù della sua sensibilità. (Cfr. 5b, 6b, 7b)
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