Reggenza di «notare», «accorgersi» ecc. in frasi negative

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DON FERRANTE
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Re: Reggenza di «notare», «accorgersi» ecc. in frasi negative

Intervento di DON FERRANTE »

Ho spulciato e solo poco ancora. Non riesco ad allegare, ma alla voce "benzina" del Battaglia ho trovato questo: << Bacchelli 9-195: il luogo dove ci eravamo fermati a far benzina non mi ero accorto che fosse all'imbocco di un ponte>>.
Alla voce "cassa":<<Redi 16-IV-161: ...ma nemmeno mi sono accorto che, quando io non vi era, ne bevessero.>>
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Marco1971
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Re: Reggenza di «notare», «accorgersi» ecc. in frasi negative

Intervento di Marco1971 »

Bene, abbiamo un esempio, dal quale però non si evince, per la struttura colloquiale della frase con dislocazione a sinistra, forbitezza stilistica.

Vede, caro Don Ferrante, bisogna procedere coi piedi di piombo: l’acquisito senso della lingua che ci viene da una lunga e intensa comunione con la grande letteratura può talvolta indurci in errore. Col tempo, conoscenza e sensibilità si affinano. In uno dei suoi esempi, ha adoperato il verbo ricordare, che, per sua stessa essenza, svapora nella soggettività (il ricordo è piú o meno nitido o vivo, crea una distanza psicologica, sfugge al controllo della ragione, è un gran tema poetico...) ed è appunto attestato con entrambi i modi:

Quando non l’odiavo non ricordavo che ci fosse. (Svevo, La coscienza di Zeno, 1923)

Eppoi non ricordavo che non era tanto facile d’innamorarsi di mia moglie? (ibid.)

L’aere risonava tutto di dolenti voci, tali che per lo preterito tempo alcuno anziano non si ricordava che tal doglia vi fosse stata per alcuno accidente. (Boccaccio, Filocolo, 1336 ca)

Ecco allora che neanche tutti i verbi di percezione hanno esattamente lo stesso «comportamento». :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
DON FERRANTE
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Re: Reggenza di «notare», «accorgersi» ecc. in frasi negative

Intervento di DON FERRANTE »

Appunto, signor Marco. Ho apposto un secondo esempio. Ma credo ne potremmo trovare diversi. Sto procedendo ad uno spoglio un po' spossante.
Che è ciò che le scrivevo dall'inizio: non tutti i verbi di percezione hanno lo stesso comportamento. Ho infatti molto in breve elencato 3 esempi con "notare", "accorgersi", "ricordare", già diversi da "sentire" o "vedere".
Ultima modifica di DON FERRANTE in data dom, 13 set 2020 21:21, modificato 1 volta in totale.
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Marco1971
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Re: Reggenza di «notare», «accorgersi» ecc. in frasi negative

Intervento di Marco1971 »

Veramente, ha portato due esempi, col solo verbo accorgersi, e nessuno la obbliga a sottoporsi a spossanti imprese. ;) Ma è questo il metodo da seguire. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
valerio_vanni
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Re: Reggenza di «notare», «accorgersi» ecc. in frasi negative

Intervento di valerio_vanni »

Il congiuntivo di cui parlate (il nominato "esempio 3") non mi suona né sbagliato, né di particolari registri.
DON FERRANTE
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Re: Reggenza di «notare», «accorgersi» ecc. in frasi negative

Intervento di DON FERRANTE »

Altro ancora dal Leopardi alla voce "esercizio".
Ormai lo completerò per mio puntiglio.
Signor Marco, i verbi della frase richiesta sono due. Intanto ho iniziato da uno dei due. Ma credo già possano essere abbastanza probanti i tre passi citati.
Questo era proprio il non fossilizzarsi sulla sistematica categorizzazione di cui sopra. Avevo esordito mettendo in vista la differenza all'interno della categoria dei verbi percettivi e le "fisiologiche" opzioni di scelta a riguardo.
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Marco1971
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Re: Reggenza di «notare», «accorgersi» ecc. in frasi negative

Intervento di Marco1971 »

valerio_vanni ha scritto: dom, 13 set 2020 21:04 Il congiuntivo di cui parlate (il nominato "esempio 3") non mi suona né sbagliato, né di particolari registri.
Quindi diamo tregua a Don Ferrante prima che giunga allo stremo delle forze per «sí picciol cosa» e concludiamo questo filone fin troppo lungo dicendo che il congiuntivo è accettabile, ma che, perlopiú, in uno stile curato, è preferibile l’indicativo con questi due verbi. Non senza ricordare, per la millesima volta, che si dice tuttora, in italiano ineccepibile, AL riguardo.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
DON FERRANTE
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Re: Reggenza di «notare», «accorgersi» ecc. in frasi negative

Intervento di DON FERRANTE »

Esatto. Ho scritto veramente di fretta e con la stecca da biliardo sulle mani. :lol:
Tirando le somme, non mi è parso di aver male analizzato il caso in questione.
Comunque, è stato un piacere questa discussione.
DON FERRANTE
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Re: Reggenza di «notare», «accorgersi» ecc. in frasi negative

Intervento di DON FERRANTE »

Ho concluso la pervicace fatica. Vorrei riportare qua quel che ho trovato. I passi li ho estratti da tutte le occorrenze della voce "accorto" (maschile singolare) nel Battaglia. Oltre alle 2 già citate, elenco qua le altre. Solo esempi di predicato puramente verbale. Con S.V. (sotto voce) indico il lemma sotto cui figura l'esempio.

Cantoni: "...ma c'è stasto oggi chi s'è accorto subito come la vostra amicizia si nutra..." (qua coll'introduttore "come"). (S.V. battibecco)

A.Caro: "...mi son riso di voi che non vi siete accorto che il suo cervello sia uscito del follicolo." (S.V. follicolo)

Salviati: "...ch'io non mi sono accorto che voi foste qui." (S.V. invasato)

Calvino: "...Quinto sembrava di non essersi mai accorto che una vita così fitta e varia lussureggiasse..." (S.V. lussureggiare)

Pavese: "...non m'ero mai accorto che i ragazzi... fossero sporchi e malrattoppati." (S.V. malrattoppato)

Galileo: "...io non mi sono accorto che il signor Galileo faccia tanto fondamento..." (S.V. natante)

Spallanzani: "...non mi sono neppure accorto che i vermicelli moltiplichino la spezie." (S.V. pollone)

Bonghi: "...nessuno s'è accorto che sia uso francese." (S.V. registrato)

Leopardi: "...mi pare d'essermi accorto che il tradurre così per esercizio vada veramente fatto..." (S.V. esercizio)
Ultima modifica di DON FERRANTE in data lun, 14 set 2020 12:06, modificato 1 volta in totale.
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Marco1971
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Re: Reggenza di «notare», «accorgersi» ecc. in frasi negative

Intervento di Marco1971 »

Bene, grazie. Ma l’esempio del Salviati potrebbe risultare ambiguo perché foste può essere passato remoto o congiuntivo imperfetto. Quello di Bonghi suona veramente trascurato. Quello di Leopardi è forse influenzato dal mi pare, anche se, sintatticamente, non dovrebbe essere condizionante.

Credo che, alfine, lei abbia capito il metodo. Poi bisognerà allargare un po’ il contesto delle frasi e interrogarsi sulla coscienza linguistica degli autori chiamati a rappresentare un esempio autorevole per capire quale sia, attraverso i secoli, la tendenza maggioritaria. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
DON FERRANTE
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Re: Reggenza di «notare», «accorgersi» ecc. in frasi negative

Intervento di DON FERRANTE »

Stavo ovviamente riflettendo sul passo del Salviati, che potrebbe anche significare "che voi in quell'occasione foste presenti", come semplice passato remoto. Ma il precedente "Madonna, io era tanto invasato in una mia frenesia... ch'io non mi sono accorto..." pare sedare ogni dubbio.
Comunque una discreta casistica. Certo che in ogni caso bisognerebbe ben contestualizzare e sceverare a fondo anche l'intento espressivo dello scrivente. Ma questo rientra proprio nella "disintossicazione" dall'eccessiva sistematica normativa.
Debbo dire che, se ogni volta fossi costretto ad una simile ricerca, "ne perderei li sonni e i polsi".
Quello del Caro è davvero una perla, a mio parere, per l'icastico traslato.
Ultima modifica di DON FERRANTE in data lun, 14 set 2020 12:08, modificato 5 volte in totale.
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Marco1971
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Re: Reggenza di «notare», «accorgersi» ecc. in frasi negative

Intervento di Marco1971 »

Nessuno la costringe. Ma, come in un’argomentazione, senza esempi validi, si rimane nelle nebulose dell’io penso che. E ci ha riportato gli esempi di non accorgersi + congiuntivo, senza riportare gli esempi, molto piú numerosi, della stessa sequenza seguita dall’indicativo. Il che falsifica la realtà statistica dei dati. ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
DON FERRANTE
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Re: Reggenza di «notare», «accorgersi» ecc. in frasi negative

Intervento di DON FERRANTE »

Lo so bene. Ecco perché spesso dobbiamo affidarci alla conoscenza assunta in anni e anni di studio , che non è detto sia sempre completa. Allora in quel caso serve la prova del nove.
Potrebbero avere poco valore probante tali esempi, ma intanto li abbiamo trovati. Se chiudiamo il cerchio, praticamente torniamo all'assunto originario del "verbi percettivi+indicativo" preferibilmente o più canonicamente; ma non escludiamo il congiuntivo in tronco.
Avatara utente
Marco1971
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Re: Reggenza di «notare», «accorgersi» ecc. in frasi negative

Intervento di Marco1971 »

E, soprattutto, non lo chiamiamo piú forbito. ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
DON FERRANTE
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Re: Reggenza di «notare», «accorgersi» ecc. in frasi negative

Intervento di DON FERRANTE »

Fui quasi costretto, sopra, a trovare un aggettivo che ne riflettesse la selezione in certi casi. Infatti, affermazione primiera fu quella di "variante accettabile", in sincerità, senza nessuna particolare tinta ricercata. Ora, lascio alla percezione di ognuno se avvertirla come neutra o con qualche marca particolare a livello stilistico. Eminentemente a livello di gusto, non mi dispiace e non mi suona nè inelegante nè sciatta.
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