Relativa al congiuntivo (o all’indicativo) quando la principale contiene l’aggettivo «unico»

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zipp404
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Relativa al congiuntivo (o all’indicativo) quando la principale contiene l’aggettivo «unico»

Intervento di zipp404 »

In una grammatica, «Invito al buon italiano. Grammatica» (Bruno Storni), ho letto che in una proposizione relativa si usa il congiuntivo se la principale contiene l’aggettivo «unico».

Esempio:
  • Il mio segretario è l’unico | che sappia usare il nuovo computer.

Nella lettura ho trovato frasi simili.

Esempi:
  • Ai due ragazzi non resta che andare dal maresciallo, l'unica persona | di cui si fidino, e raccontare l'intera storia.
  • Questo dipinto è l’unico di quel pittore, | che abbia per soggetto la figura umana.


Nella lettura però ho anche trovato altre frasi in cui il verbo della proposizione relativa è all’indicativo:

Esempi:
  • Livia non ha perso tempo. Dopo il dialogo con Elisabetta è andata dall’unica persona | che, in questo frangente, può tornarle utile.
  • In aereo dormo. È l’unico momento | in cui mi sento del tutto a mio agio.
  • Questo è l’unico avvertimento | che ti do.

Come spieghereste voi questa differenza tra congiuntivo e indicativo ?
Ultima modifica di zipp404 in data dom, 27 set 2020 10:14, modificato 4 volte in totale.
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Marco1971
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Re: Relativa al congiuntivo (o all’indicativo) quando la principale contiene l’aggettivo «unico»

Intervento di Marco1971 »

In linea di massima, la differenza è d’ordine stilistico: con l’unico/il solo e i superlativi (ad esempio il migliore, il piú bello, ecc.), il congiuntivo nelle frasi relative rappresenta la scelta piú «elegante», mentre l’indicativo appartiene a un registro meno formale.

Negli esempi riportati con l’indicativo, si sarebbe potuto usare anche il congiuntivo (l’unica persona che possa tornarle utile; l’unico momento in cui io mi senta a mio agio). Nell’ultimo esempio, che esprime una minaccia, l’impiego del congiuntivo non sarebbe naturale perché una minaccia efficace dev’essere perentoria.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
zipp404
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Re: Relativa al congiuntivo (o all’indicativo) quando la principale contiene l’aggettivo «unico»

Intervento di zipp404 »

Chiarissimo. Grazie!
DON FERRANTE
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Re: Relativa al congiuntivo (o all’indicativo) quando la principale contiene l’aggettivo «unico»

Intervento di DON FERRANTE »

Le relative in oggetto sono tutte restrittive, chiaramente. Quella descritta non è però una restrizione valida. La scelta è di registro.
Posso benissimo dire: "mio fratello è l'unico che conosce l'inglese". Anzi, l'unicità del "referente" (stavolta uso le virgolette :roll: ) ci porta ad escludere un congiuntivo eventuale o indeterminato.
Possiamo più facilmente farli rientrare nei congiuntivi cosiddetti caratterizzanti ("che ha la qualità, la particolarità o la caratteristica di..."), coi quali contrassegno le caratteristiche o peculiarità di un individuo o di una determinata categoria, isolandosi dalla totalità:
"il mio segretario è l'unico che... abbia la qualità/peculiarità di saper usare..."
Insomma, con l'indicativo constato oggettivamente, col congiuntivo caratterizzo.
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Marco1971
Moderatore
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Re: Relativa al congiuntivo (o all’indicativo) quando la principale contiene l’aggettivo «unico»

Intervento di Marco1971 »

DON FERRANTE ha scritto: dom, 27 set 2020 1:43 Insomma, con l'indicativo constato oggettivamente, col congiuntivo caratterizzo.
Non credo che sia molto savio enunciare siffatte generalizzazioni, che prestano facilmente il fianco a smentite. La differenza, ad esempio, tra Questo è l’unico momento in cui mi sento a mio agio e Questo è l’unico momento in cui io mi senta a mio agio è puramente stilistica, e il congiuntivo non caratterizza piú che non faccia l’indicativo.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
DON FERRANTE
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Iscritto in data: sab, 05 set 2020 17:08

Re: Relativa al congiuntivo (o all’indicativo) quando la principale contiene l’aggettivo «unico»

Intervento di DON FERRANTE »

Ho pur ammesso che la scelta è di registro, signor Marco. Non escluderei in tronco la distinzione che ho proposto. Io la sfumatura psicologica l'avverto. Probabilmente in latino la selezione dell'uno o dell'altro è più funzionale.
A) Andrea è l'unico in sala che conosce il francese= solo Andrea conosce, di fatto, il francese. Asserzione oggettiva.
B) Andrea è l'unico in sala che conosca il francese= c'è solo Andrea con una peculiarità simile tra tutti i presenti.
Sfumatura? Stile e psicologia si intrecciano?
Ultima modifica di DON FERRANTE in data dom, 27 set 2020 3:43, modificato 1 volta in totale.
Avatara utente
Marco1971
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Re: Relativa al congiuntivo (o all’indicativo) quando la principale contiene l’aggettivo «unico»

Intervento di Marco1971 »

Va bene, ma per affermare che una tale distinzione esiste e non è solo percezione sua, occorre dimostrarlo. E tutto questo, a parer mio, non è di grande aiuto al nostro Zipp404, al quale non vorremmo confondere le idee. ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
DON FERRANTE
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Iscritto in data: sab, 05 set 2020 17:08

Re: Relativa al congiuntivo (o all’indicativo) quando la principale contiene l’aggettivo «unico»

Intervento di DON FERRANTE »

Spero di non averlo fatto. La prima risposta, quella di scelta stilistica, che il nostro Zipp l'assimili e faccia sua! Io ho lanciato un'analisi un po' più "profonda", ma non troppo complessa.
Qua occorrenze e florilegi non ci aiuterebbero granché, se non confermare la validità e frequenza di entrambe le scelte.
Dimostrarlo (o solo provarci) significherebbe tirare in ballo studi e tesi al riguardo. Non mi pare il caso né ne avrei il modo.
Il mio auspicio è quello di averlo non annebbiato, ma di "essergli stato lucerna", per quanto fievole.
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