«Un ragazzino che mangerebbe solo patatine che cosa rischia?»

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Ferdinand Bardamu
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«Un ragazzino che mangerebbe solo patatine che cosa rischia?»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Nella rubrica della posta del Corriere della Sera si legge questo titolo: «Un ragazzino che mangerebbe solo patatine che cosa rischia?». L’uso del condizionale nella relativa ha suscitato perplessità sulle reti sociali. L’Accademia della Crusca, interpellata al riguardo, ha risposto cosí:
L’Accademia della Crusca su Twitter ha scritto:Nel parlato e nello scritto informale spesso si verificano delle ellissi (cioè si saltano dei passaggi); in questo caso esplicitando il passaggio sottinteso la frase diventa accettabile: Un ragazzino che [se potesse] mangerebbe solo patatine che cosa rischia? Attenzione però a gestire queste costruzioni nello scritto formale in cui è opportuno un controllo maggiore. Cfr. Francesco Sabatini, «La Crusca per voi», 29, 2004.
Il riferimento al Sabatini è il seguente:
Francesco Sabatini, «La Crusca per voi», 29, 2004 ha scritto:A conclusione vorrei richiamare l’attenzione su un principio fondamentale, che ci aiuta a spiegare fenomeni linguistici che la pura grammatica non spiega. Nella comunicazione reale il sistema puro e semplice della lingua viene “attuato” secondo regole d’uso che spesso prevedono proprio l’ellissi (omissione) di alcuni elementi, che vengono integrati automaticamente dalla mente degli interlocutori. un altro caso tipico è quello da cui si genera il cosiddetto “condizionale di cortesia”: “vorrei un bicchier d’acqua [se non ti fosse di disturbo]”. Quando si omettono passaggi puramente mentali si modifica appunto il valore delle congiunzioni subordinanti, che da congiunzioni tra due frasi si trasformano in “connettivi” tra sequenze testuali (o “congiunzioni testuali”). Il fenomeno è stato messo bene in luce dagli studi di linguistica testuale, ma purtroppo è solitamente ignorato o accennato vagamente e casualmente nella maggior parte delle grammatiche e dei dizionari dell’italiano.
Ammetto che, sulle prime, il condizionale in questo contesto sembrava sbagliato anche a me, ma la spiegazione della Crusca è convincente, a mio avviso.
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Re: «Un ragazzino che mangerebbe solo patatine che cosa rischia?»

Intervento di Infarinato »

Ferdinand Bardamu ha scritto: gio, 01 ott 2020 15:56
L’Accademia della Crusca su Twitter ha scritto:Nel parlato e nello scritto informale spesso si verificano delle ellissi (cioè si saltano dei passaggi); in questo caso esplicitando il passaggio sottinteso la frase diventa accettabile: Un ragazzino che [se potesse] mangerebbe solo patatine che cosa rischia? Attenzione però a gestire queste costruzioni nello scritto formale in cui è opportuno un controllo maggiore. Cfr. Francesco Sabatini, «La Crusca per voi», 29, 2004.
[…]

Ammetto che, sulle prime, il condizionale in questo contesto sembrava sbagliato anche a me, ma la spiegazione della Crusca è convincente, a mio avviso.
Sí, d’accordo, si tratta di lingua parlata, e va bene. Ma con l’ellissi si può giustificare qualsiasi cosa. La formulazione canonica rimane «Un ragazzino che mangi(a) solo patatine che cosa rischia?». ;)
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Re: «Un ragazzino che mangerebbe solo patatine che cosa rischia?»

Intervento di DON FERRANTE »

Sicuramente è un artificio del parlato, ma la spiegazione del Sabatini è quella che va per la maggiore. È inevitabile che si metta in campo l'ellissi.
Signor Infarinato, canonico rimane il primo tipo come pure il secondo: "un ragazzino che mangiasse... che cosa rischierebbe? ".
Avendo tirato in ballo un condizionale, con tutto ciò che implica (spiegazione di Sabatini inclusa), tanto varrebbe e sarebbe più ortodossa e fluida la formulazione di secondo tipo, evitando quel cumulo con ellissi.
Probabilmente la scelta dell'indicativo "rischia" è mirata: si vuol mettere dinanzi agli occhi un pericolo reale. E se tale è l'intenzione, la soluzione più canonica è il primo tipo, come lei dice, Infarinato. Senza sfociare in arzigogoli o voli pindarici.
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Ferdinand Bardamu
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Re: «Un ragazzino che mangerebbe solo patatine che cosa rischia?»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Infarinato ha scritto: gio, 01 ott 2020 16:29Sí, d’accordo, si tratta di lingua parlata, e va bene. Ma con l’ellissi si può giustificare qualsiasi cosa. La formulazione canonica rimane «Un ragazzino che mangi(a) solo patatine che cosa rischia?». ;)
D’accordo, forse in questo caso l’assenza di un contesto piú ampio (e anche dello «scarico di responsabilità» delle virgolette) contribuisce a rendere «meno canonico» il costrutto col condizionale, in ispecie in un titolo.

Ma il condizionale nella relativa non mi pare connotato come colloquiale o estraneo alla norma. Prendiamo in considerazione questa frase: «Una persona che venderebbe la casa pur di aiutare un amico non può essere cattiva». Di là dall’ellissi che tutto giustifica, mi pare che, nel mio esempio, non ci siano deviazioni dalla norma formale. O sbaglio? 🤔
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Re: «Un ragazzino che mangerebbe solo patatine che cosa rischia?»

Intervento di Infarinato »

DON FERRANTE ha scritto: gio, 01 ott 2020 17:21 Probabilmente la scelta dell'indicativo "rischia" è mirata: si vuol mettere dinanzi agli occhi un pericolo reale. E se tale è l'intenzione, la soluzione più canonica è il primo tipo, come lei dice, Infarinato. Senza sfociare in arzigogoli o voli pindarici.
Appunto. :)
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Ferdinand Bardamu
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Re: «Un ragazzino che mangerebbe solo patatine che cosa rischia?»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

DON FERRANTE ha scritto: gio, 01 ott 2020 17:21Probabilmente la scelta dell'indicativo "rischia" è mirata: si vuol mettere dinanzi agli occhi un pericolo reale. E se tale è l'intenzione, la soluzione più canonica è il primo tipo, come lei dice, Infarinato. Senza sfociare in arzigogoli o voli pindarici.
Sí, sotto quest’aspetto sono d’accordo. Il condizionale in tal caso allude a un non detto (la protasi sottintesa) che cozza contro la necessità di chiarezza immediata propria del titolo di un articolo.
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Re: «Un ragazzino che mangerebbe solo patatine che cosa rischia?»

Intervento di Infarinato »

Ferdinand Bardamu ha scritto: gio, 01 ott 2020 17:45 Prendiamo in considerazione questa frase: «Una persona che venderebbe la casa pur di aiutare un amico non può essere cattiva».
Eh, ma costí c’è un bel pur di finale-condizionale, caro Ferdinand. ;) Una frase quale «una persona che venderebbe la casa non può essere cattiva» risulta già piú marginale (per tutte le ragioni dette sopra). :)
DON FERRANTE
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Re: «Un ragazzino che mangerebbe solo patatine che cosa rischia?»

Intervento di DON FERRANTE »

Posso provare a mettere la pulce, pur in pieno accordo con Infarinato, solo per stimolare la riflessione.
"Un ragazzo (come Antonio) che ti aiuterebbe sempre, se (solo) avesse più tempo, lo considereresti/lo consideri un egoista?".
Procedendo da un'originaria paratassi: "Lui ti aiuterebbe sempre, se avesse più tempo. E tu, uno così, lo considereresti/consideri un egoista?"
Da cui l'ipotassi ellittica.
La definirei canonica, se mantenessi il condizionale in chiusa; meno ortodossa, più colloquiale, se lasciassi l'indicativo dopo un condizionale e un congiuntivo ("stambecchi" che cozzano).
Utente cancellato 1536

Re: «Un ragazzino che mangerebbe solo patatine che cosa rischia?»

Intervento di Utente cancellato 1536 »

Buongiorno.

E di

"Un ragazzino che mangiasse solo patatine che cosa rischia?"

che cosa ne pensate?
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Re: «Un ragazzino che mangerebbe solo patatine che cosa rischia?»

Intervento di Infarinato »

Costruzione mista, meno canonica. ;)
Utente cancellato 1536

Re: «Un ragazzino che mangerebbe solo patatine che cosa rischia?»

Intervento di Utente cancellato 1536 »

Concordo con Infarinato (che ringrazio). Costruzione, in ogni caso, sintatticamente accettabile.
DON FERRANTE
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Re: «Un ragazzino che mangerebbe solo patatine che cosa rischia?»

Intervento di DON FERRANTE »

Sabrisax, sempre meglio un secondo tipo "puro" che il misto. :wink:
Utente cancellato 1536

Re: «Un ragazzino che mangerebbe solo patatine che cosa rischia?»

Intervento di Utente cancellato 1536 »

Suppongo che le considerazioni sul periodo misto si estendano anche all'altro possibile innesto:

"Un ragazzino che mangi solo patatine che cosa rischierebbe?"
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Marco1971
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Re: «Un ragazzino che mangerebbe solo patatine che cosa rischia?»

Intervento di Marco1971 »

La lingua è una serie di possibilità piú o meno probabili, e tra le piú probabili, ce ne sono di piú felici. Nel parlato informale, ognuno segue il proprio istinto. Nello scritto formale, è buona norma riflettere e attenersi, per quanto possibile, alle forme canoniche.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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