Nella rubrica della posta del
Corriere della Sera si legge questo titolo: «Un ragazzino che mangerebbe solo patatine che cosa rischia?». L’uso del condizionale nella relativa ha suscitato perplessità sulle reti sociali. L’
Accademia della Crusca, interpellata al riguardo,
ha risposto cosí:
L’Accademia della Crusca su Twitter ha scritto:Nel parlato e nello scritto informale spesso si verificano delle ellissi (cioè si saltano dei passaggi); in questo caso esplicitando il passaggio sottinteso la frase diventa accettabile: Un ragazzino che [se potesse] mangerebbe solo patatine che cosa rischia? Attenzione però a gestire queste costruzioni nello scritto formale in cui è opportuno un controllo maggiore. Cfr. Francesco Sabatini, «La Crusca per voi», 29, 2004.
Il riferimento al Sabatini è il seguente:
Francesco Sabatini, «La Crusca per voi», 29, 2004 ha scritto:A conclusione vorrei richiamare l’attenzione su un principio fondamentale, che ci aiuta a spiegare fenomeni linguistici che la pura grammatica non spiega. Nella comunicazione reale il sistema puro e semplice della lingua viene “attuato” secondo regole d’uso che spesso prevedono proprio l’ellissi (omissione) di alcuni elementi, che vengono integrati automaticamente dalla mente degli interlocutori. un altro caso tipico è quello da cui si genera il cosiddetto “condizionale di cortesia”: “vorrei un bicchier d’acqua [se non ti fosse di disturbo]”. Quando si omettono passaggi puramente mentali si modifica appunto il valore delle congiunzioni subordinanti, che da congiunzioni tra due frasi si trasformano in “connettivi” tra sequenze testuali (o “congiunzioni testuali”). Il fenomeno è stato messo bene in luce dagli studi di linguistica testuale, ma purtroppo è solitamente ignorato o accennato vagamente e casualmente nella maggior parte delle grammatiche e dei dizionari dell’italiano.
Ammetto che, sulle prime, il condizionale in questo contesto sembrava sbagliato anche a me, ma la spiegazione della
Crusca è convincente, a mio avviso.