Gerundive temporali o ipotetiche

Spazio di discussione su questioni di carattere sintattico

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Ladim
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Gerundive temporali o ipotetiche

Intervento di Ladim »

Vorrei dare qui il mio contributo a una mirabile iniziativa, e questo soprattutto alla luce del progressivo "tralignare" dell' "altro" forum, quello "ufficiale" dell'Accademia.

L'argomento investe l'ambito sintattico, coinvolgendo l'analisi del periodo, nella fattispecie proporrei una rapida riflessione sulle «gerundive temporali» [già nota a Marco1971]; una riflessione che ritrova le proprie "radici" proprio in un intervento comparso qualche tempo fa sul forum della Crusca. L'esempio era il seguente:

«Questo problema si verifica eseguendo i programmi con un computer vecchio»

Il dubbio riguardava il mutamento di soggetto tra principale e subordinata implicita. Lasciando da parte le considerazioni relative alla genericità del soggetto, che ammetterebbe appunto soggetti diversi tra reggente e subordinata, e la costruzione "letteraria" del gerundio «assoluto», proporrei di focalizzare l'attenzione sul comportamento sintattico della dipendente in rapporto al verbo della reggente.

Bisognerebbe allora definire una prima e fondamentale distinzione tra gerundive che estendendo il proprio dominio sul senso generale della reggente («avendo ottenuto un prestito dalla banca, Franco ha comprato una casa»), e gerundive che, diversamente, concentrano il proprio dominio sul solo predicato («sbagliando s'impara»), introducendo così una funzione in qualche modo "avverbiale" della gerundiva, quand'è possibile isolare un significativo legame tra la subordinata e il predicato della proposizione principale.

Ciò che mi ha suggerito, diciamo così, di riconsiderare con più attenzione la natura delle gerundive (oltre a una certa amabilità per la materia) è la consueta e corrente sovrapposizione proposta tra un'interpretazione "ipotetica" e, appunto, "temporale" (trattazione a parte meriterebbero le "causali", "concessive", e, tra quelle di predicato, "strumentali", "di maniera" etc.) di fronte al profilarsi di un comportamento sintattico, a mio parere, ad ogni modo peculiare - proprio come quello ricordato qui sopra dall'exemplum preso in esame (eseguendo = quando/se si eseguono). Lo stimolo di avanzare un ordine più fermo, e quindi (auspicabilmente) attribuire alla nostra subordinata implicita un'interpretazione la più possibile univoca, forse chiederebbe quel tipo di rigore che non sempre è ottenibile nei molteplici aspetti di una lingua storico-naturale qual è l'italiano; ma nel rispetto della sintassi, in cui sono proprio le sovrastrutture logiche a fornire gli strumenti di analisi, avrei sentito non priva di qualche interesse la proposta di limitare al dominio delle gerundive temporali tutti gli esempi possibili di gerundive di predicato, quando la linearità di pensiero tuttavia accoglierebbe anche l'interpretazione ipotetica.

In altre parole, «eseguendo i programmi» («se si eseguono i programmi con un computer vecchio, si verifica questo problema»), rispondendo ai requisiti della gerundiva di frase, descriverebbe solo ed esclusivamente una proposizione subordinata implicita (gerundiva) «ipotetica». Allo stesso modo tutte le altre gerundive di predicato suscettibili di un'interpretazione ipotetica non sarebbero altro che delle «temporali» (quindi conservando indicativamente l'identità di soggetto con la principale, o conservando la coreferenza tra il proprio soggetto e l'agente della principale).
atticus
Moderatore «Dialetti»
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Intervento di atticus »

«... un turbine vasto, incalzante, vagabondo, scoscendendo e sbarbando alberi, arruffando tetti, scoprendo campanili, abbattendo muraglie, e sbattendone qua e là i rottami, solleva anche i fuscelli... »(Pr. Sp., 27)
In riferimento alla Sua interessante analisi.
amicus_eius
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Iscritto in data: ven, 10 giu 2005 11:33

Intervento di amicus_eius »

In effetti il valore fra temporale e ipotetico dei costrutti gerundivi è figlio dell'ambiguità strutturale propria delle proposizioni implicite costruite con participii e forme verbali attigue a participii e infiniti (come il gerundio). I gerundi di funzione ambigua sono derivati degli antichi participi ablativi assoluti latini con valenza intermedia fra temporale, causale e ipotetica (tenendo presente, com'è ovvio, il fatto che il gerundio ha esteso le sue funzioni ai danni del participio, nel passaggio dal latino all'italiano). Allora forse il connotato di vaghezza e plurivocità della costruzione col gerundio andrebbe conservato, piuttosto che irrigidito. L'uso delle subordinate gerundive, rispetto alle proposizioni esplicite dalla funzione marcata in modo evidente, si pone infatti come variante stilistica indicante un ampio ventaglio di connessioni logiche compossibili fra la reggente e la subordinata, a fronte di altri costrutti dal significato meglio denotato.
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