«Fin da»: imperfetto o passato prossimo?

Spazio di discussione su questioni di carattere sintattico

Moderatore: Cruscanti

Intervieni
Noctisdomina
Interventi: 397
Iscritto in data: dom, 15 set 2019 2:31

«Fin da»: imperfetto o passato prossimo?

Intervento di Noctisdomina »

Buonasera,
al fine di esprimere continuità, alla costruzione Fin da bambina/piccolo/ecc. deve far seguito l'imperfetto (Fin da bambina ero volitiva) o il passato prossimo (Fin da piccolo sono stato volitivo)?
L'unica occorrenza autorevole che ho rinvenuto contempla l'imperfetto:
Fin da bambina ero sicura di non voler diventare moglie e madre. (Rita Levi Montalcini)
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Re: «Fin da»: imperfetto o passato prossimo?

Intervento di Marco1971 »

Normalmente si usa il passato prossimo (o il trapassato prossimo), tranne con verbi come conoscere, sapere... Ecco alcuni illustri esempi.

De’ molti fratelli ne ho uno con cui sono stato allevato fin da bambino (essendo minore di me di un solo anno) onde è un altro me stesso e sarà sempre insieme con voi la più cara cosa che m’abbia al mondo... (Leopardi, Lettere, 1817)

Vispo come una lepre, quel diavoletto: ma! è stato così fin da bambino; e io posso dirlo, che l’ho portato in collo. (Manzoni, I promessi sposi, 1840)

...e si fermò su due piedi, dimenticando tutti i suoi guai, a contemplare anche da lontano quell’ottava maraviglia, di cui aveva tanto sentito parlare fin da bambino. (Manzoni, ibid.)

Baldassarre, figliuolo d’un’antica cameriera, allevato al palazzo e assunto giovanissimo all’ufficio di maestro di casa, sapeva fin da bambino il debole della famiglia, le rivalità, le avversioni e le manìe... (De Roberto, I viceré, 1894)

...ed Efix ricordava che fin da bambino quel balcone gli aveva destato un rispetto religioso, come il pulpito e la balaustrata che circondava l’altare della Basilica. (Deledda, Canne al vento, 1913)

E pure io lo conosco fin da bambino, e l’ho tenuto anche sopra le ginocchia... È adirato con me, forse? (Tozzi, Con gli occhi chiusi, 1919)

Io sono cresciuto, signor dottore, coi parenti di mio padre, è vero, fin da bambino; non dovrei rispettarla come madre, perché essa è stata sempre dura con me... (Pirandello, In silenzio, 1923)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Intervieni

Chi c’è in linea

Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 31 ospiti