«Non sarebbe da escludere che»

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Moderatore: Cruscanti

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Trevigiana
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«Non sarebbe da escludere che»

Intervento di Trevigiana »

Buongiorno!

È probabile che il quesito che sto per porvi sia stato indirettamente già chiarito in altri filoni. (Ho fatto qualche ricerca ma, ahimè, senza riscontri positivi.)

Se domani tornassi al lavoro, dopo un mese di malattia, non sarebbe da escludere che tu possa/potessi accusare un po' di affaticamento.

Possiamo dire che il condizionale si comporta a livello di consecutio come l'indicativo?

Quindi, nel mio esempio, congiuntivo presente?

Grazie e auguri.

P.S. Potreste indicarmi il filone attinente all'argomento?
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
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Re: «Non sarebbe da escludere che»

Intervento di Marco1971 »

Qui la scelta tra possa/potessi denota un diverso grado di probabilità (minore con il congiuntivo imperfetto).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Trevigiana
Interventi: 179
Iscritto in data: mar, 14 ago 2018 18:33

Re: «Non sarebbe da escludere che»

Intervento di Trevigiana »

Gentilissimo Marco, la ringrazio per la sua spiegazione. Mi spiace replicare con una domanda aggiuntiva (che in ogni caso è rivolta a chiunque abbia la volontà di soddisfarla); ma la consecutio è, per così dire, estranea a questa proposizione? Se il congiuntivo presente e imperfetto sono espressione esclusiva del grado di probabilità, come possiamo esprimere l'anteriorità, la contemporaneità e la posteriorità? E inoltre, come sarebbe da interpretare la costruzione, non inclusa tra le varianti dell'esempio originale
"[…] non sarebbe da escludere che tu potresti accusare un po' di affaticamento"?

Grazie e perdonate lo strascico dialettico…
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
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Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Re: «Non sarebbe da escludere che»

Intervento di Marco1971 »

E che bisogno c’è di esprimere anteriorità o contemporaneità quando l’enunciato in questione esprime posteriorità? :roll:

Il condizionale prospetterebbe qui un’eventualità.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
marcocurreli
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Località: Cagliari

Re: «Non sarebbe da escludere che»

Intervento di marcocurreli »

La frase mi sembra un po' pesante. A mio avviso, "non sarebbe da escludere" già indica una eventualità, per cui sarebbe ugualmente chiara una frase come:
Se domani tornassi al lavoro non sarebbe da escludere un po' di affaticamento; oppure
Se domani tornassi al lavoro potresti accusare un po' di affaticamento.
Linux registered user # 443055
Utente cancellato 1998

Re: «Non sarebbe da escludere che»

Intervento di Utente cancellato 1998 »

Ben trovati,

se ho ben compreso le osservazioni espresse in merito, il condizionale, al pari del congiuntivo, sarebbe compatibile anche con ci sarebbero (buone) probabilità che o sarebbe impossibile che, in presenza di una sorta di protasi implicita?

Ci sarebbero buone probabilità che X lascerebbe il posto di lavoro.

Sarebbe impossibile che X lascerebbe il posto di lavoro.

Grazie di cuore.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Re: «Non sarebbe da escludere che»

Intervento di Marco1971 »

No. Una protasi implicita dev’essere resa esplicita dal contesto, altrimenti diventano grammaticali frasi del tutto agrammaticali. In questi due casi, ci vuole il congiuntivo:

(1) Ci sarebbero buone probabilità che X lasci/lasciasse il posto di lavoro.

(2) Sarebbe impossibile che X lasci/lasciasse il posto di lavoro.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Utente cancellato 1998

Re: «Non sarebbe da escludere che»

Intervento di Utente cancellato 1998 »

Quindi un periodo come

Ci sarebbero buone probabilità che X, se discutesse con il titolare, lascerebbe il posto di lavoro.

potrebbe essere considerato valido?
DON FERRANTE
Interventi: 344
Iscritto in data: sab, 05 set 2020 17:08

Re: «Non sarebbe da escludere che»

Intervento di DON FERRANTE »

La frase è sovraccarica di potenzialità.
Il semplice congiuntivo è sufficiente. Altrimenti, rimodelli la proposizione in X potrebbe lasciare il posto..., sia che lo si interpreti come condizionale di dissociazione che come puramente potenziale.
Utente cancellato 1998

Re: «Non sarebbe da escludere che»

Intervento di Utente cancellato 1998 »

DON FERRANTE ha scritto: sab, 07 ago 2021 0:45 La frase è sovraccarica di potenzialità.
Indubbiamente, ma secondo lei è comunque corretta?

La ringrazio da subito.
Avatara utente
lorenzos
Interventi: 649
Iscritto in data: lun, 30 mar 2015 15:59

Re: «Non sarebbe da escludere che»

Intervento di lorenzos »

Mi scusi, gentile Curzio, ma il dubbio riguarda il secondo condizionale?
Ci sarebbero buone probabilità che X, se discutesse con il titolare, lascerebbe /lasciasse il posto di lavoro.
A me sembrerebbero corretti entambi.
Gli Usa importano merci ed esportano parole e dollàri.
DON FERRANTE
Interventi: 344
Iscritto in data: sab, 05 set 2020 17:08

Re: «Non sarebbe da escludere che»

Intervento di DON FERRANTE »

Il dubbio di Curzio è nella subordinata dipendente dal che.
Mi ripeto. Ci sarebbero buone probabilità che... è l'alter ego di potrebbe+infinito o potrebbe darsi che..., che, a loro volta, sono apodosi di se discutessse....

E la forma che userei di gran lunga è che lasci.
Può darsi che lasci
Potrebbe darsi che lasci
.
Allo stesso modo ci sarebbero buone probabilità che lasci.
Senza escludere il futuro semplice.

Posso ammettere il condizionale nel primo caso (può darsi che lascerebbe, se discutesse ) con protasi esplicita e traslazione del condizionale nella subordinata. Meno acconcia, a mio parere, l'attrazione di condizionali.
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