Ci ci

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Brazilian dude
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Ci ci

Intervento di Brazilian dude »

Domanda: Un alunno: "Professò, nun ce porti più in gita? Avevi detto che ci ci portavi!" Sulle prime ho riso molto di quel "ci ci portavi", ma poi ripensandoci mi sono chiesto: dov'è l'errore? La prima persona plurale non merita il pronome?
Massimo Gentile


Risposta: Va bene il primo “ci” sta per “noi” (“portavi noi”), il secondo sta per “in gita”. Forse non sarà grammaticalmente del tutto scorretto, ma è certo che quel “ci” ripetuto è imbarazzante. A mio parere ne basta uno solo che può avere doppia funzione.

www.corriere.it/Rubriche/Scioglilingua

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Brazilian dude
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

La sequenza ci ci non è possibile in italiano e si usa invece vi ci. Tuttavia suona letterario in questo senso e si evita nel parlato, dove vi è normalmente interpretato come pronome di seconda persona plurale, e ci come locativo (Vi ci porto io a Firenze).

Ecco alcuni esempi letterari di vi ci in cui vi è locativo e ci pronome di prima plurale:

E poste le lor cose a uno albergo, disse Marchese: “Noi vogliamo andare a veder questo santo, ma io per me non veggio come noi vi ci possiam pervenire, per ciò che io ho inteso che la piazza è piena di tedeschi e d’altra gente armata, la quale il signor di questa terra, acciò che romor non si faccia, vi fa stare; e oltre a questo la chiesa, per quel che si dica, è sì piena di gente che quasi niuna persona più vi può entrare.” (Boccaccio, Decameron, Giorn. 2, nov. 1)

Stemmo cinque giorni a Feldkirchen, ed ivi pure il commissario fece il possibile per ricrearci. V’era un teatrino di commedianti, e vi ci condusse. (Pellico, Le mie prigioni, cap. 93)

Noi tronchiamo dunque subitamente questa digressione, pregando quei pochi i quali l’avessero letta fin qui a fare le nostre scuse a quelli che per noja avranno gettato il libro a mezzo di questo capitolo, pregandoli anche di assicurarli che saltando tutto il capitolo avrebbero la continuazione della storia, e di prometter loro in nostro nome, che noi vi ci getteremo in mezzo a piè pari al principio del prossimo volume, che la continueremo senza interruzione, seguendo fedelmente il manoscritto, e mescolandovi del nostro il meno che sarà possibile. (Manzoni, Fermo e Lucia, tomo 2, cap. 11)

Noi occupammo il fabbricato e vi ci fortificammo; vi disponemmo attorno la poca artiglieria che possedevamo, e vi piantammo la bandiera; io tornai soldato a combattere nella mia fila. (Verga, I carbonari della montagna, cap. 30)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Brazilian dude
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Intervento di Brazilian dude »

Esauriente, come sempre. :)

Grazie tante.

Brazilian dude
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Di nulla. Noto una stranezza nella grammatica del Fogarasi (Grammatica italiana del Novecento, Roma, Bulzoni, 1983, p. 240) – che non compare nell’errata corrige:
Possono far coppia anche altre combinazioni di pronomi. P. es. Un riflessivo con un complemento di luogo o di termine, e il loro ordine sarà questo: Rivolgersi a qualcuno: Non mi ci rivolgo; Non ti ci rivolgi; ecc.; Non ci vi rivolgiamo (dove ci è il riflessivo di prima pers. plur., vi la particella avverbiale); Non vi ci rivolgiate (dove vi è il riflessivo di seconda pers. plur., ci la particella avverbiale).
Non so dove mai il nostro Ungherese abbia trovato attestazioni autorevoli della sequenza ci vi (non ce n’è nessuna nella LIZ e quelle in rete sono palesi errori)... Infatti in ambo i casi l’ordine è sempre vi ci, come dimostrano gli esempi riportati sopra.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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