un'altra ne avvenne

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bartolo
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un'altra ne avvenne

Intervento di bartolo »

Ecco una frase che mi pone problemi: «Un'apertura della cassa era già avvenuta prima. Un'altra ne avvenne nel 1526». Percepisco quel ne come pleonastico (dovrebbe avere valore pronominale in luogo del pronome personale [di] essa, cioè la «cassa») e contestualmente penso che il pronome indefinito altra possa essere sufficiente a "sostituire" tutto il concetto apertura della cassa. Quindi toglierei il ne: «Un'apertura della cassa era già avvenuta prima. Un'altra avvenne nel 1526». Sbaglio?

Grazie dell'aiuto! :)
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Incarcato
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Intervento di Incarcato »

Ne, usato qui nella funzione di pronome personale, è in effetti pleonastico.

(Ecco la trattazione della Crusca sulla particella.)
I' ho tanti vocabuli nella mia lingua materna, ch'io m'ho piú tosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole colle quali io possa bene esprimere il concetto della mente mia.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

A me suona meglio in quest’ordine: Ne avvenne un’altra.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Federico
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Intervento di Federico »

Marco1971 ha scritto:A me suona meglio in quest’ordine: Ne avvenne un’altra.
Per il solito fenomeno del pleonasmo «assorbito» dalla posizione enfatica delle parole, se si può dire cosí; l'esempio di bartolo invece mi sembra decisamente sconsigliabile.
Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

Marco1971 ha scritto:A me suona meglio in quest’ordine: Ne avvenne un’altra.
Concordo.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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bartolo
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Intervento di bartolo »

federico ha scritto:l'esempio di bartolo invece mi sembra decisamente sconsigliabile
Perché?
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bartolo
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Iscritto in data: gio, 29 set 2005 17:04

Intervento di bartolo »

federico ha scritto:l'esempio di bartolo invece mi sembra decisamente sconsigliabile
Chiedo perché, in quanto il desiderio dello scrivente è enfatizzare l'ulteriore apertura della cassa. Nell'escamotage (di cui ringrazio) consigliato da Marco1971, questa sfumatura mi pare si perda un po'. Capisco che sto parlando di bagattelle, ma la domanda che ho posto all'inizio continua a ronzarmi nella testa: può il pronome indefinito altra "sostituire" tutto il concetto apertura della cassa?
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Federico
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Intervento di Federico »

bartolo ha scritto:Nell'escamotage (di cui ringrazio) consigliato da Marco1971, questa sfumatura mi pare si perda un po'.
Ovviamente dipende da quello che si vuole fare, ma per enfatizzare mi sembra piú che sufficiente il metodo indicato da Marco; per la frase da lei citata all'inizio mi pare che si possa parlare piú di anacoluto che di pleonasmo rafforzativo.
bartolo ha scritto:può il pronome indefinito altra "sostituire" tutto il concetto apertura della cassa?
Non vedo perché no: non ci sono limiti all'estensione del concetto da richiamare, in generale.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

bartolo ha scritto:Nell'escamotage...
Siccome so che Bartolo sarà clemente, mi permetto di segnalare la forma italianizzata scamotaggio (esiste anche escamotaggio ma è forma «meno italiana») e il verbo scamottare (per cui io preferirei scamottaggio con due t), risalente al 1558. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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bartolo
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Intervento di bartolo »

Grazie, Marco, terrò presente il suo prezioso suggerimento. Ogniqualvolta vengo a conoscenza di un termine - come quello da lei segnalato - a me sconosciuto e che mi sembra desueto, ma per il quale, allo stesso tempo, percepisco un'istintiva attrattiva (anche solo per la suggestione originata dal suono), mi rattristo un po' perché so che dovrò metterlo nella teca della collezione delle parole morte. :(
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Ma le parole morte talvolta son redivive. ;) E non c’è barba di vocabolario che consideri obsoleto scamotaggio (si veda anche il Devoto-Oli 2004-2005: «scamotaggio s.m. Adatt. it. del fr. escamotage (v.).)» Non per insistere su quest’esempio, sul quale ci si è diffusi molto altrove, ma per dire che parole cadute nell’oblio un tempo sono state ripescate dopo e riportate in auge, e che – se si giudica opportuno e si ha un po’ di coraggio – si può dare a esse nuova linfa con un rilancio ad esempio giornalistico.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Marco1971 ha scritto:E non c’è barba di vocabolario che consideri obsoleto scamotaggio (si veda anche il Devoto-Oli 2004-2005: «scamotaggio s.m. Adatt. it. del fr. escamotage (v.).)»
Ma molti dei migliori vocabolari sono passati alla fase successiva alla segnalazione di obsolescenza: non riportano addirittura la variante (per es. il DISC e il Treccani). :wink:
Più in generale, sul riuso di termini obsoleti, non sono contrario ma l'opportunità dell'operazione va naturalmente valutata caso per caso.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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