Femminile di «proboviro»?
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Femminile di «proboviro»?
Ho trovato il luogo dove proporre un dubbio che mi attanaglia tutte le volte che eleggiamo le varie cariche della nostra associazione culturale, costituita quasi completamente da femmine.
Il collegio dei probiviri, che dovrebbe intervenire qualora sorgessero diatribe fra i soci o fra i soci e l'associzione stessa, come è meglio definirlo nel caso siano tutte femmine?
Da un lato trasformarlo in probaefoemine mi sembra inopportuno e un po' equivoco (trad. "buonedonne"?...), dall'altro il fatto di essere un "proboviro" mi crea qualche scompenso psico-grammaticale...
Il collegio dei probiviri, che dovrebbe intervenire qualora sorgessero diatribe fra i soci o fra i soci e l'associzione stessa, come è meglio definirlo nel caso siano tutte femmine?
Da un lato trasformarlo in probaefoemine mi sembra inopportuno e un po' equivoco (trad. "buonedonne"?...), dall'altro il fatto di essere un "proboviro" mi crea qualche scompenso psico-grammaticale...
- Ferdinand Bardamu
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Essendo probi viri latino, il singolare è probus vir. Quanto al femminile, non credo ce ne sia bisogno: per quanto sembri discriminatorio, probi viri è il nome di una carica e, in quanto tale, nulla dice sul sesso di chi, di volta in volta, l'assume.
Comunque, il femminile di vir è mŭlĭĕr, perciò, eventualmente, probi viri diventerebbe probae mulieres.
Comunque, il femminile di vir è mŭlĭĕr, perciò, eventualmente, probi viri diventerebbe probae mulieres.
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Pensavo, visto come si trova scritto, che fosse l'italianizzazione del termine latino senza -us finale, così come foro etc.
Concordo, parlando seriamente , sulla forma femminle corretta; la battuta che era venuta fuori in assemblea dei soci non teneva conto di ciò.
Concordo anche sulla "neutralità" della carica; ma, allora, anche presidente e direttore, restano tali anche per le femmine?
Io personalmente - ma per questioni di sopravvivenza, non linguistiche - mi qualifico sempre al maschile, perché sul mercato del lavoro preferisco essere valutata per gli studi che non per il genere... però è una scelta consapevole, talora controcorrente e spesso contro la grammatica
Concordo, parlando seriamente , sulla forma femminle corretta; la battuta che era venuta fuori in assemblea dei soci non teneva conto di ciò.
Concordo anche sulla "neutralità" della carica; ma, allora, anche presidente e direttore, restano tali anche per le femmine?
Io personalmente - ma per questioni di sopravvivenza, non linguistiche - mi qualifico sempre al maschile, perché sul mercato del lavoro preferisco essere valutata per gli studi che non per il genere... però è una scelta consapevole, talora controcorrente e spesso contro la grammatica
Secondo me la maggior parte della gente, anche di quella che a che fare con i probiviri, non capisce che ha a che fare con un espressione latina (probī virī, complice la duplice uscita vocalica) e quindi tirerà fuori *probivire. Si potrebbe usare anche probevirago o, alla latina, probae viraginēs per mantenere la radice uguale.
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In realtà anche i probiviri dovrebbero incutere timore, almeno in teoria...domna charola ha scritto:nel sentire comune, mi sembra che probevirago renda l'idea di un collegio giudicante e quindi da temere...
Colgo l'occasione per chiedere se viràgini, il plurale letterario di virago (o, meglio, della forma più rara viràgine), si può considerare anche maschile.
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Sì, appunto. il problema è che le probae mulieres danno un'idea molto più dolce e remissiva rispetto a probevirago...Carnby ha scritto:In realtà anche i probiviri dovrebbero incutere timore, almeno in teoria...domna charola ha scritto:nel sentire comune, mi sembra che probevirago renda l'idea di un collegio giudicante e quindi da temere...
- Ferdinand Bardamu
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Laddove la morfologia italiana lo permetta agevolmente, si può (e si dovrebbe, a mio parere) femminilizzare i nomi delle cariche. Quindi, in questo caso, si dirà la presidente (si tratta, originariamente, di un participio presente, perciò di un sostantivo ambigenere) e direttrice, cosí come, in àmbito giornalistico, si dovrebbe dire la corrispondente e inviata. (Se vuole saperne di piú, la rimando al documento di Alma Sabatini Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana, già citato passim in questo fòro.)domna charola ha scritto:… ma, allora, anche presidente e direttore, restano tali anche per le femmine?
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Il Treccani riporta anche, segnandolo come "non comune", proboviro (e anche probiviro).Ferdinand Bardamu ha scritto:Essendo probi viri latino, il singolare è probus vir.
Gli ho dato solo una rapida scorsa, ma non posso esimermi dal bollarlo come un autentico monumento a certa idiozia vetero-femminista.Ferdinand Bardamu ha scritto:Se vuole saperne di piú, la rimando al documento di Alma Sabatini Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana.
PS: dopo averlo letto con più attenzione, modifico il mio giudizio e lo proclamo un inno alla demenza, senza ulteriori aggettivi.
- Ferdinand Bardamu
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Caro Animo Grato, la invito però a pensare a questo: molte delle raccomandazioni della Sabatini salvaguardano la correttezza grammaticale. Le faccio un paio d’esempi: poco fa, ho sentito per radio una conduttrice parlare della primo ministro islandese; Marta Vincenzi, fino a poco tempo fa a capo della giunta del comune di Genova, voleva esser chiamata la sindaco. Ora, mi pare che, a fronte di questi autentici scempi della lingua, si possa ben sorvolare su certi eccessi — come, a mio modo di vedere, l’uso dell’articolo davanti ai cognomi.
Re: Femminile di «proboviro»?
Vi segnalo questo articolo della Crusca sul tema.
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Re: Femminile di «proboviro»?
Che bolla come «solo scherzose» lecite proposte come proba mulier (probamuliere), quando di scherzoso c'è solo probavira (o, peggio, probivira/probovira).
G.B.
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