«A suo tempo»

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Zabob
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Iscritto in data: sab, 28 lug 2012 19:22

«A suo tempo»

Intervento di Zabob »

Quando m'imbatto nella locuzione «a suo tempo» non posso fare a meno di pensare a quel "suo" come un agg. poss., quindi mi domando (più o meno inconsciamente): «a tempo di chi?». Per cui se il sogg. è al plurale, come in «i vincitori, le famiglie che avevano a suo tempo voluto eleggere il G.», «tutta la cità ne sentiva piacere, sì per le guerre a suo tempo sostenute con infinito danno de le facultà et de le persone» (due frasi chiaramente di epoche diverse tratte dalla stessa pagina), quell'«a suo tempo» mi "stona" un po', perché la mia mente cerca di concordarlo invano con il soggetto.
Tanto più che si dice «le guerre a loro volta» (e non *«a sua volta»).
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
PersOnLine
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Intervento di PersOnLine »

Il problema è che è – appunto come ha detto – una «locuzione» con un significato proprio, che di certo non risponde alla domanda a tempo di chi?, significando 'al momento giusto'.
Avatara utente
Zabob
Interventi: 927
Iscritto in data: sab, 28 lug 2012 19:22

Intervento di Zabob »

Sì ma io mi domandavo la funzione di quel "suo": donde nasce l'espressione? Sarà un pron. possessivo? Probabilmente sbaglio, ma la frase «ogni cosa a suo tempo» per me vale «ogni cosa al tempo suo (proprio)», cioè giusto per quella cosa. Per questo non mi torna poi «sono cose che verranno affrontate a suo tempo»: perché mi aspetto un "loro".
Ultima modifica di Zabob in data sab, 25 ott 2014 10:13, modificato 1 volta in totale.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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GFR
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Intervento di GFR »

Penso siano modi di dire che si sono cristallizzati così. «Sono cose che verranno affrontate a suo tempo» oppure «sono cose che verranno affrontate al tempo loro/ a tempo debito». Per dire in un altro modo: se si usa quell'espressione, la si serve con il dubbio d'aver scodellato anche un errore. Ripeto, benché ovvio, il "secondo me".
PersOnLine
Interventi: 1303
Iscritto in data: sab, 06 set 2008 15:30

Intervento di PersOnLine »

Temo che il problema nasca dal fatto che a suo tempo viene usato molto spesso come sinonimo di «a loro volta» o «al tempo di quella cosa», anziché di «al momento giusto/a tempo debito»; peraltro, spesso, in contesti in cui possono stare entrambi i significati.
ramia
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Iscritto in data: mer, 27 nov 2019 17:32

Re: «A suo tempo»

Intervento di ramia »

La discussione è di vari anni fa, tuttavia concordo con Zabob, per analogia su ciò che avviene per la locuzione a sua volta/a loro volta.
Avatara utente
Infarinato
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Re: «A suo tempo»

Intervento di Infarinato »

ramia ha scritto: mer, 27 nov 2019 17:39 La discussione è di vari anni fa, tuttavia concordo con Zabob, per analogia su ciò che avviene per la locuzione a sua volta/a loro volta.
Ma non si tratta di concordare o no, caro/a (?) Ramia. Come faceva notare PersOnLine, la locuzione è sempre a suo tempo, nel senso di «al momento giusto». Si vedano gli stessi esempi del Treccani: lo saprai a suo tempo (non *a tuo tempo), te lo dirò a suo tempo (non *a mio/tuo tempo), e poi: «Non mi scorderò, a suo tempo [non *a mio tempo], di mandar quell’altro [vino] che ho promesso» (Redi), «a suo tempo [non *a mio tempo] sono stato uno di quelli che hanno approvato la famosa desistenza con la ditta Bertinotti & Cossutta» (G. Pansa, «L’Espresso», 13/3/’97).

P.S. Benvenuto/a! :D
ramia
Interventi: 2
Iscritto in data: mer, 27 nov 2019 17:32

Re: «A suo tempo»

Intervento di ramia »

D'accordo, grazie per l'argomentazione (e il benvenuto)!
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