«Prelassato»

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Ferdinand Bardamu
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«Prelassato»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Nella Pietra lunare di Tommaso Landolfi (Milano: «Adelphi», 1995, p. 72):
  • L’aveva sempre detto, Trincanello, già maresciallo dei carabinieri: se mai mi riesce d’andare in pensione starò a letto tutto il giorno. Ed ora il suo sogno era divenuto realtà; in pensione c’era andato prima del solito, non si sa perché, e da trent’anni ormai stava a letto, notte e giorno, a tutte le ore e in qualunque circostanza. Starsene così eternamente prelassato, sordo ad ogni allettamento della vita di fuori, era quanto gli andava a sangue; d’altronde, siamo giusti, che c’era di meglio da fare? Ma purtroppo presto sarebbe morto e sarebbe finito il godimento. [Il grassetto, ovviamente, è mio.]
Prelassato non si trova in nessuno dei dizionari in mio possesso. In Rete ho trovato la parola soltanto in questa monografia proprio su Landolfi, ciò che mi fa pensare che si tratti di un hapax nel corpus letterario italiano.

Quanto all’origine, si potrebbe trattare di un francesismo, ricavato dal francese se prélasser, ‹abbandonarsi, sprofondarsi in una posa languida›.

Se quest’ultima ipotesi mi pare plausibile, non sono in grado di confermare la prima. Nel corpus della BibIt non se ne trovano tracce; forse nella LIZ c’è qualcosa…
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

È registrato nel Battaglia, ma con la sola attestazione di Landolfi (che usava spesso adattamenti dal francese):

Prelassato, agg. Letter. Abbandonato in posizione di riposo, sdraiato.
Landolfi, 2-98: Starsene cosí eternamente prelassato, sordo ad ogni allettazione della vita di fuori, era quanto gli andava a sangue.
= Deriv. da rilassato, con cambio di pref.; cfr. anche lat. praelassātus 'già stanco'.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Ti ringrazio. Dunque secondo il Battaglia non sarebbe un prestito, ma un derivato, formato con materiale lessicale nostrale. Ma forse ci potrebbe essere un groviglio di influenze, tra latino, francese e italiano…

P.S. Ho scoperto Landolfi e la sua nobilissima prosa grazie a un riferimento che facesti nel fòro, e te ne sono infinitamente grato. :)
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Sí, io sospetto un adattamento dal francese perché, come ho detto prima, Landolfi sovente attinge al francese, non ricordo quale fosse quell'altra parola di cui parlai nel foro della Crusca... :roll:
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Ferdinand Bardamu
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«Pronare» (Landolfi)

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Interrogando Google (la ricerca interna del fòro della Crusca non funziona piú), ho trovato un tuo intervento s’un’altra (bellissima!) parola landolfiana, pronare, ma nessuno sui suoi francesismi.
Ultima modifica di Ferdinand Bardamu in data gio, 24 dic 2015 14:30, modificato 1 volta in totale.
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Sixie
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Intervento di Sixie »

Marco1971 ha scritto:Prelassato, agg. Letter. Abbandonato in posizione di riposo, sdraiato.
Landolfi, 2-98: Starsene cosí eternamente prelassato, sordo ad ogni allettazione della vita di fuori, era quanto gli andava a sangue.
= Deriv. da rilassato, con cambio di pref.; cfr. anche lat. praelassātus 'già stanco'.
Mi permetto di aggiungere a lasso , "stanco", "fiacco", l'aggettivo lasco, "allentato", detto di vele o funi nella terminologia marinara, ma anche "abbandonato" del terreno non più coltivato e lasciato ricoprire naturalmente di erbe e arbusti.
Lasso come "misero", "infelice", ma anche omografo di lasso, come "rilassato" o "allentato" , della rilassatezza (dei doveri morali) e dell'indulgenza (verso se stessi).
We see things not as they are, but as we are. L. Rosten
Vediamo le cose non come sono, ma come siamo.
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