«Approcciare»

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Ferdinand Bardamu
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«Approcciare»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Vi segnalo questa scheda della Crusca sul verbo approcciare: a mio parere la questione è molto ben argomentata. Vorrei sottolineare, in particolare, la convincente difesa della legittimità di approcciare nel senso di accostarsi a qualcosa:
  • [L]’estensione del significato da un avvicinare fisico-spaziale (approcciare il nemico) a un avvicinare figurato (approcciare un tema delicato) è dello stesso tipo di moltissime altre estensioni di significato che si verificano autonomamente in tutte le lingue del mondo, compreso l’italiano. Ad esempio, una soluzione può essere sì, in senso materiale, lo scioglimento di una sostanza in un’altra, ma anche, in senso traslato, lo scioglimento – immateriale – di un problema. Insomma, in questo caso l’influsso dell’inglese ha favorito un’estensione di significato, di natura essenzialmente metaforica, cui la parola era già predisposta.
Ma è degna di nota anche l’osservazione sull’adattamento di questo forestierismo (che è tale soltanto se si esamina l’etimologia):
  • [L]a capacità che un termine originariamente straniero ha di comportarsi morfologicamente come una qualsiasi parola italiana rivela che non si tratta più di un intruso. Ad esempio, il fatto che l’ingl. beefsteak, adattandosi in bistecca, sia divenuto capace di formare il plurale di forma italiana bistecche e il derivato bisteccheria, ne fa un termine che – anche adottando uno sguardo puristico – “snatura” l’italiano meno di barbecue, la cui veste straniera lo rende un corpo più estraneo, e incapace di produrre forme flesse o derivate in italiano. In questo senso, il fatto che approcciare possa formare approcciarsi è un segno che si tratta di una risorsa pienamente integrata nel nostro sistema linguistico.
Bravo, professor Vallauri! :)

Ciò detto, mi chiedo se approcciare non si stia imponendo come plastismo, allo stesso modo di supportare. Ho l’impressione che approcciare e approccio siano parole alla moda, usate con frequenza e a sproposito in luogo di altri verbi e sostantivi piú appropriati, come gestire o risolvere. Per esempio, in questo passo tratto da un articolo di giornale:
  • Un nuovo modo di approcciare l’emergenza, anche a livello politico. Lo chiede l’udinese Loris De Filippi, presidente di Medici senza Frontiere Italia.
non sarebbe stato meglio scrivere, per l’appunto, risolvere o gestire?
Ivan92
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Re: «Approcciare»

Intervento di Ivan92 »

Ferdinand Bardamu ha scritto:Ciò detto, mi chiedo se approcciare non si stia imponendo come plastismo, allo stesso modo di supportare. Ho l’impressione che approcciare e approccio siano parole alla moda, usate con frequenza e a sproposito in luogo di altri verbi e sostantivi piú appropriati, come gestire o risolvere. Per esempio, in questo passo tratto da un articolo di giornale:
  • Un nuovo modo di approcciare l’emergenza, anche a livello politico. Lo chiede l’udinese Loris De Filippi, presidente di Medici senza Frontiere Italia.
non sarebbe stato meglio scrivere, per l’appunto, risolvere o gestire?
Su questo non ci sono dubbi. Approcciare è parola abusata, anche se non sono cosí sicuro che lo sia quando si parla di approccio alla gara, per esempio.

Mi convince meno quel che dice il professor Vallauri:
Edoardo Lombardi Vallauri ha scritto:In questo senso, il fatto che approcciare possa formare approcciarsi è un segno che si tratta di una risorsa pienamente integrata nel nostro sistema linguistico.
Per lo stesso motivo dovremmo cambiare opinione su sport o bar: da essi traggono origine i termini sportivo e barista, parole italiane a tutti gli effetti. :roll:
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marcocurreli
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Re: «Approcciare»

Intervento di marcocurreli »

Ferdinand Bardamu ha scritto:Per esempio, in questo passo tratto da un articolo di giornale:
  • Un nuovo modo di approcciare l’emergenza, anche a livello politico. Lo chiede l’udinese Loris De Filippi, presidente di Medici senza Frontiere Italia.
non sarebbe stato meglio scrivere, per l’appunto, risolvere o gestire?
Sì e no. Dipende da cosa avrebbe voluto dire l'oratore in questione; bisognerebbe chiederlo a lui. Detto così, dovrebbe voler dire "un nuovo modo per avvicinarsi all'emergenza", che non ha poi molto senso, senza un'ulteriore spiegazione.

Dal canto mio, mentre il sostantivo approccio mi pare abbastanza familiare, il verbo approcciare non mi è mai piaciuto. Lo trovo piuttosto sgraziato.
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Sixie
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Re: «Approcciare»

Intervento di Sixie »

Ferdinand Bardamu ha scritto: Per esempio, in questo passo tratto da un articolo di giornale:
  • Un nuovo modo di approcciare l’emergenza, anche a livello politico. Lo chiede l’udinese Loris De Filippi, presidente di Medici senza Frontiere Italia.
non sarebbe stato meglio scrivere, per l’appunto, risolvere o gestire?
A mio giudizio, no. Nell'articolo citato si fa riferimento a un metodo, criterio o atteggiamento mentale con cui fronteggiare l'emergenza, non tanto alla soluzione o gestione della stessa e, secondo me, è proprio da intendersi come primo contatto con un problema, al quale seguiranno gestione e risoluzione.
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marcocurreli
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Intervento di marcocurreli »

Però un problema si affronta, non si approccia. Con un problema si potrebbe avere, questo è vero, anche un [primo] approccio, ma non penso che sia il caso dell'emergenza. Un approccio si ha (o si auspica) quando si deve affrontare un problema nuovo, non ancora o ancora poco discusso, ma nel caso dell'emergenza no.
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Intervento di Sixie »

Sono d'accordo con lei, caro Marco, sull'uso inadeguato di approcciare e approccio in riferimento ad una emergenza, nuova o vecchia che sia. Rileggendo l'articolo, mi sembra di capire che i termini sopra citati vengono usati dalla scrivente per riportare l'opinione del presidente di Medici senza Frontiere Italia che, tuttavia, parla di "cambiamento di mentalità e atteggiamento" sottostante l'appello (alle amministrazioni pubbliche regionali) di "dare una risposta adeguata all'accoglienza e di far cessare i bombardamenti sugli ospedali" in Siria.
Certo, un approccio potrebbe già indicare un metodo e una prassi, ma tutto ciò non traspare dalle parole dell'intervistato, che non dice quale approccio abbia in mente, per far fronte all'emergenza. :?
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