«Vedere» o «guardare»?

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Moderatore: Cruscanti

Ivan92
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«Vedere» o «guardare»?

Intervento di Ivan92 »

Vorrei sapere quale sia il vostro parere in merito a questa risposta data dal Treccani. Per quanto mi riguarda, ho sempre detto guardare un filme, motivo per cui ciò che sostiene il Treccani, francamente, mi spiazza. :?
Avatara utente
Millermann
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Intervento di Millermann »

Anche a me la spiegazione del Treccani mi convince solo in parte.
Io, ad esempio, direi:
- Vogliamo andare a vedere un bel film(e)? (Non «a guardare»)
- Ieri sera ho visto un film(e) molto interessante! (Non «ho guardato»)
Al contrario, però:
- Sto guardando un film/un documentario/la partita. ;)
(questo perché lo sto facendo intenzionalmente, tenendo lo sguardo rivolto verso il teleschermo).
Diverso sarebbe dire:
- Dalla scrivania sto vedendo i cartoni e non riesco a concentrarmi per studiare!
(in questo caso la visione è quasi involontaria). :)
In ogni caso guardare mi suggerisce una maggior attenzione rispetto a vedere, che si può avere soltanto durante la visione.
In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
Avatara utente
Freelancer
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Intervento di Freelancer »

Per capire meglio perché la risposta della Treccani non è accurata, e a integrazione di quanto scritto da Millerman, val la pena riportare un breve estratto di quanto Giacomo Devoto scrisse nel 1940 sull'«aspetto del verbo», in Lingua Nostra.
[...]se questa [la qualità dell'azione del verbo, NdR] si inizii si interrompa si ripeta o cessi nell'attimo stesso in cui si compie, non appare senz'altro dalle caratteristiche formali del verbo stesso.
Può apparire intanto nel campo lessicale. Fra il guardare e il vedere passa una differenza che ci impedisce di dire (perché assurdo) «vedo lungamente lo spettacolo» e (perché contrastante con le nostre intenzioni) «guardò improvvisamente il nemico» quando si tratta di averlo semplicemente visto. Attività degli occhi nell'un caso e nell'altro: nel primo accompagnata però dall'attenzione che ne rende lo svolgimento continuato, nel secondo, fine a se stessa, sotratta al tempo, istantanea. Duratività e istantaneità sono i termini essenziali che costituiscono il sistema dell'«aspetto» del verbo: come tali, assumono un valore simbolico, autonomo rispetto alle nozioni psichiche assolute; si avvicinano a categorie grammaticali.
Fra il dormire e l'addormentarsi passa la stessa differenza.[...]
[...]Dire e parlare sono su per giù la stessa cosa; ma altro è Così parlò Zarathustra, e altro Così disse Zarathustra:[...]
Purtroppo non ho tempo di leggere con lo scanner l'intero, interessante articolo. Magari un'altra volta.
Ultima modifica di Freelancer in data lun, 17 gen 2022 20:38, modificato 1 volta in totale.
Ivan92
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Intervento di Ivan92 »

Ringrazio entrambi del contributo! :) Mi sfugge ancora una cosa: l'uso di guardare è circoscritto al solo presente? Cioè, ieri sera ho guardato un filme o domani sera guarderò un filme sono, per dirla con il Devoto, assurde?
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Sixie
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Intervento di Sixie »

Ivan92 ha scritto: l'uso di guardare è circoscritto al solo presente? Cioè, ieri sera ho guardato un filme o domani sera guarderò un filme sono, per dirla con il Devoto, assurde?
Non sembrerebbe, come si può vedere in questa finestra di approfondimento sull'uso di vedere e guardare con riferimento agli spettacoli.
We see things not as they are, but as we are. L. Rosten
Vediamo le cose non come sono, ma come siamo.
Ivan92
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Intervento di Ivan92 »

Grazie, cara Sixie. :)

Non so per quale motivo, ma mi riesce difficile dire ieri sera ho guardato un filme. Anch'io, come Millermann, direi ho visto, ma non so per quale ragione. :roll:
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Sixie
Interventi: 317
Iscritto in data: lun, 18 mag 2015 19:18
Località: Polesine

Intervento di Sixie »

Ivan92 ha scritto:Non so per quale motivo, ma mi riesce difficile dire ieri sera ho guardato un filme. Anch'io, come Millermann, direi ho visto, ma non so per quale ragione. :roll:
Penso dipenda dal coinvolgimento emotivo o intellettuale che la visione del film ha suscitato in chi lo ha guardato. L'attività del vedere non implica solo il percepire con il senso della vista, ma anche l'altro significato cui il verbo è generalmente associato, del percepire con la mente. :)
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Animo Grato
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Intervento di Animo Grato »

Al di là della precisione semantica, penso che conti molto l'effettiva affermazione nell'uso di tutti i giorni.
Mutatis mutandis (e senza voler essere blasfemo), vedere un film è l'equivalente del sentir Messa manzoniano.
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
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lorenzos
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Intervento di lorenzos »

La risposta parte dalla definizione del vocabolario Treccani.it

Codice: Seleziona tutto

Dirigere gli occhi, fissare lo sguardo su qualche oggetto (non include necessariamente l’idea del vedere, in quanto si può guardare senza vedere”
per poi proseguire

Codice: Seleziona tutto

l'intenzionalità del guardare non comporta per forza la capacità o il risultato del vedere. Il vedere implica, infatti, la realizzazione precisa di una percezione di stimoli esterni. Posso dire, perciò: Ho guardato dappertutto, ma non ho visto niente di strano
L’esempio vuole mostrare che si può guardare senza vedere ma attesta solo solo che guardare è usato come sinonimo di cercare:
  • “Ho cercato dappertutto ma non ho trovato niente di strano”
    “Ho guardato nel cassetto ma non ho visto i calzini”
e si merita la replica:
  • “Ho visto tante cose ma non ho guardato niente”.
In tutta modestia mi chiedo come possa “Dirigere gli occhi, fissare lo sguardo su qualche oggetto” senza necessariamente vederlo: mi pare ovvio che se i calzini li guardo, anche li vedo. E, pure, che se non vedo la barca è perché sto guardando il tramonto.
Dare un’occhiata, guardarsi intorno non è, precisamente, guardare.
Perciò la frase la rivolterei e direi invece "si può vedere senza guardare":
  • “So che c’era anche Maria? Com’era pettinata?”
    “Non lo so, l’ho vista ma non l’ho guardata”.
Gli Usa importano merci ed esportano parole e dollàri.
Avatara utente
marcocurreli
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Località: Cagliari

Intervento di marcocurreli »

Da noi c'è un modo di dire, rivolgendosi a uno a cui si vuole comunicare il proprio disprezzo: «ti castiu e non ti biu" (ti guardo e non ti vedo).
In ogni caso, per me il Treccani ha ragione, al di là degli esempi che possono essere più o meno calzanti. Ha poca importanza se si possa realmente o no guardare qualcosa senza vederla: il concetto è comunque quello.
domna charola
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Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09

Intervento di domna charola »

Altro esempio: io posso guardare, anche con attenzione e impegno, un oggetto, ma non vedere niente, perché sono fortemente miope...
Avatara utente
Millermann
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Iscritto in data: ven, 26 giu 2015 19:21
Località: Riviera dei Cedri

Intervento di Millermann »

A questo punto, immagino sarete d'accordo con me che la differenza piú importante tra guardare e vedere stia proprio nell'intenzionalità dell'azione.
Infatti si dice «Guarda!» per invogliare qualcuno a osservare intenzionalmente qualcosa, e «Hai visto?» per assicurarsi che un altro abbia assistito (anche passivamente) a una certa scena.
Un'analoga differenza si può riscontrare tra «Ascolta» e «Hai sentito?».

La durata dell'azione è invece meno caratterizzante; ad esempio, potrei dire: «durante la traversata ho visto il mare per ore» (per forza: non se ne poteva fare a meno). E, di converso: «fingeva di dormire, poi improvvisamente mi ha guardato» (azione volontaria). Che ne pensate? :)
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PersOnLine
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Iscritto in data: sab, 06 set 2008 15:30

Intervento di PersOnLine »

Io penso che la polisemia di verbi come guardare e vedere sia tanto ampia che ha poco senza volerne trarre delle regole e delle "differenze" assolute.
Avatara utente
lorenzos
Interventi: 655
Iscritto in data: lun, 30 mar 2015 15:59

Intervento di lorenzos »

marcocurreli ha scritto:Da noi c'è un modo di dire, rivolgendosi a uno a cui si vuole comunicare il proprio disprezzo: «ti castiu e non ti biu" (ti guardo e non ti vedo).
In ogni caso, per me il Treccani ha ragione, al di là degli esempi che possono essere più o meno calzanti. Ha poca importanza se si possa realmente o no guardare qualcosa senza vederla: il concetto è comunque quello.
Non è che abbia capito molto il concetto, però l'esempio mi pare contenga un uso traslato del verbo vedere.
Sennò possiamo considerare anche frasi come: "Visto che ha una bella voce, può guardare se riesce a entrare nel coro."
domna charola ha scritto: io posso guardare, anche con attenzione e impegno, un oggetto, ma non vedere niente, perché sono fortemente miope...
Ancor peggio se uno è ipovedente, magari guarda con attenzione e impegno il palazzo e non vede donna Carola affacciata al balcone.
Oppure, uno può guardare la foresta e non vedere l’albero. Ma se l’albero lo guarda, direi proprio che lo vede.
Gli Usa importano merci ed esportano parole e dollàri.
Marco Treviglio
Interventi: 142
Iscritto in data: mar, 30 giu 2015 13:27

Intervento di Marco Treviglio »

Guardare è oggettivo, specifico, è dove si punta lo sguardo, senza che sia obbligatorio vedere.
Vedere è soggettivo, specifico e periferico, è piú vago ma, al tempo stesso, piú sentito, senza che sia obbligatorio guardare.
Lo vedo con la coda dell'occhio. (Non "lo guardo".)
Posso guardare un opera d'arte e vederci cose che altri non vedono.
Posso guardare la strada, ma con la nebbia “non vedere niente” (oltre la nebbia).
Posso guardare la televisione, ma vedere sia ciò che è all'esterno di questa (come il muro di sfondo, il mobile che c'è intorno, il decodificatore sottostante, il portaDVD a fianco, la mosca che ci si poggia, la persona che ci passa davanti eccetera) sia ciò che questa trasmette al momento (che può essere il telegiornale, il documentario, la partita, il film, che sto appunto vedendo mentre la guardo).
Vado al cinema per vedere un film, ma, una volta staccato il biglietto ed entrato in sala, mi siedo al mio posto e guardo lo schermo con o senza occhiali 3D in attesa che comincino a trasmettere il filmato in visione, o che comincino a farmi visionare/vedere il filmato.

Guardando un libro, mi viene voglia di leggerlo. Leggendolo, vedo (ho la visione di) che cosa mi vuole trasmettere l'autore.

Per fissare è necessario guardare, per guardare è necessario vedere, per vedere è necessaria la vista [non solo degli occhi].

Dubito che si possano intercambiare i due verbi in oggetto là dove li ho utilizzati.
Se qualcuno crede che mi sbaglio me lo esprima, sono pronto a ricredermi.
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