«Rallentare la velocità»

Spazio di discussione su questioni di lessico e semantica

Moderatore: Cruscanti

Arnoldas
Interventi: 339
Iscritto in data: gio, 06 nov 2014 9:41
Località: Vilnius
Info contatto:

«Rallentare la velocità»

Intervento di Arnoldas »

Salve, cari amici! Non ho capito perché non si dice "rallentare la velocità" ed invece si dice "diminuire la velocità" (prof. F. Sabatini, "Pronto soccorso linguistico"). Grazie.
Avatara utente
marcocurreli
Interventi: 624
Iscritto in data: ven, 25 set 2009 22:36
Località: Cagliari

Re: «Rallentare la velocità»

Intervento di marcocurreli »

Perché rallentare (andare più lento, cioè meno veloce) vuol dire già diminuire la velocità.
Linux registered user # 443055
Avatara utente
Carnby
Interventi: 5289
Iscritto in data: ven, 25 nov 2005 18:53
Località: Empolese-Valdelsa

Re: «Rallentare la velocità»

Intervento di Carnby »

Semmai si dovrebbe dire «rallentare l’andatura».
Arnoldas
Interventi: 339
Iscritto in data: gio, 06 nov 2014 9:41
Località: Vilnius
Info contatto:

Re: «Rallentare la velocità»

Intervento di Arnoldas »

Grazie carissimi Marcocurreli e Carnby! Buona giornata. 🤗
olaszinho
Interventi: 113
Iscritto in data: ven, 23 ago 2013 12:36
Località: Ostra (AN)

Re: «Rallentare la velocità»

Intervento di olaszinho »

Per il Treccani, l'espressione è corretta:

http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=& ... KTRCr7zNME
E quindi uscimmo a riveder le stelle.
Arnoldas
Interventi: 339
Iscritto in data: gio, 06 nov 2014 9:41
Località: Vilnius
Info contatto:

Re: «Rallentare la velocità»

Intervento di Arnoldas »

Caro Olaszinho, secondo il Treccani "rallentare la velocità" è corretto e secondo il prof. F. Sabatini no (?!)... Come mai?
Avatara utente
Carnby
Interventi: 5289
Iscritto in data: ven, 25 nov 2005 18:53
Località: Empolese-Valdelsa

Re: «Rallentare la velocità»

Intervento di Carnby »

Secondo me è più corretto «moderare la velocità».
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Re: «Rallentare la velocità»

Intervento di Marco1971 »

Non c’è nulla di scorretto, e quindi di sospetto, nell’espressione rallentare la velocità: rallentare significa «rendere piú lento» e la velocità è il rapporto tra la distanza percorsa e il tempo impiegato per percorrerla. Quindi una velocità si può rallentare. Anche in francese, il dizionario dell’Académie française sancisce l’espressione con l’esempio Les radars incitent les automobilistes à ralentir leur vitesse.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
valerio_vanni
Interventi: 1311
Iscritto in data: ven, 19 ott 2012 20:40
Località: Marradi (FI)

Re: «Rallentare la velocità»

Intervento di valerio_vanni »

Secondo me sono due cose diverse: «moderare la velocità» è un'azione continuativa, più distribuita nel tempo. Che so, quando c'è la strada bagnata bisogna moderare la velocità.

Invece «diminuire la velocità» (non mi piace "rallentare") è un'azione singola, concentrata nell'atto che porta da una velocità a un'altra.
olaszinho
Interventi: 113
Iscritto in data: ven, 23 ago 2013 12:36
Località: Ostra (AN)

Re: «Rallentare la velocità»

Intervento di olaszinho »

Arnoldas ha scritto: lun, 20 gen 2020 14:12 Caro Olaszinho, secondo il Treccani "rallentare la velocità" è corretto e secondo il prof. F. Sabatini no (?!)... Come mai?
Caro Arnoldas, non saprei dirle; personalmente non vi trovo nulla di particolarmente sbagliato. Ho comunque apprezzato le spiegazioni dettagliate di chi la pensa in modo diverso. :)
E quindi uscimmo a riveder le stelle.
Arnoldas
Interventi: 339
Iscritto in data: gio, 06 nov 2014 9:41
Località: Vilnius
Info contatto:

Re: «Rallentare la velocità»

Intervento di Arnoldas »

Ho capito. Grazie. Buona serata.
Avatara utente
Freelancer
Interventi: 1899
Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37

Re: «Rallentare la velocità»

Intervento di Freelancer »

La velocità è un rapporto (tra lo spazio percorso e il tempo impiegato per percorrerlo) e un rapporto a rigore non si può rallentare, si può solo diminuire o aumentare. Perché allora compare rallentare la velocità come esempio sia nel Treccani che nel Devoto-Oli come pure in migliaia di pagine in Google? Perché un lessicografo o un normale parlante, se non ha fatto studi tecnici, non va così in fondo al significato proprio del termine. Si dica e scriva quindi senz'altro rallentare la velocità a meno che il contesto non sia veramente tecnico ed esiste la possibilità che l'espressione sia riletta da un ingegnere o un matematico o altra persona con equivalenti (in questo caso certo abbastanza elementari) competenze tecniche, nel qual caso sarà corretta con matita rossa.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Re: «Rallentare la velocità»

Intervento di Marco1971 »

La lingua tutta è piena di espressioni e sintagmi cristallizzati che, analizzati in modo scientifico, farebbero ridere anche i polli (se capissero la fisica, la matematica, la biologia, la chimica…). La correttezza linguistica, in questo come in altri casi, non dipende da una vera o presunta verità scientifica, altrimenti non potremmo parlare di abiti caldi o di luci fredde, per fare solo due esempi; dipende invece da un uso consolidato che, in genere, non è in stridente contrasto semantico con quella realtà.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Ligure
Interventi: 403
Iscritto in data: lun, 31 ago 2015 13:18

Re: «Rallentare la velocità»

Intervento di Ligure »

Relata refero.

Ho posto la domanda a un docente di Storia della lingua italiana, il quale, pur ritenendo tutti i contributi espressi, sostanzialmente,validi - e diversi per quelle che lui ha definito "sfumature" -, propende per l'uso "assoluto" di "rallentare/accelerare", sostenendo che l'oggetto - se mai - dovrebbe essere, a seconda dei casi, l'andatura personale o la marcia del veicolo.

Ad es., "il veicolo rallentò/accelerò". Ma "accelerai l'andatura ecc. ... "

Oggetto che, ovviamente, può diventare soggetto: "I soldati erano stanchi e l'andatura stava visibilmente rallentando ...".

Aspetti non necessariamente da esprimersi in termini "scientifici", ma, ovviamente, assolutamente comunicabili nella lingua italiana in quella che è la loro effettiva realtà fenomenica.

Il docente, inoltre, ritiene non molto usuale, ma teoricamente possibile, l'espressione "rallentare la velocità" se per velocità ci si riferisce a un "processo" quale, ad es., la rapidità mediante la quale lavoratori manuali effettuano un'attività precedentemente svolta con maggiore alacrità.

Mentre non condivide l'uso di rallentare come verbo transitivo se ci si riferisce alla velocità * quale espressione metrica di una grandezza misurabile. Sostiene, infatti, che non si dica tanto "velocità lenta" quanto, piuttosto, "bassa velocità" o "lenta andatura".

Nel caso di un veicolo, evidentemente, è il conducente che "lo fa rallentare" o "accelerare" - indirettamente, perché non potrebbe essere altrimenti - agendo sulla strumentazione (acceleratore/freno) disponibile e "controllando" la "misura della velocità" sul "contachilometri".

Non può esserci un'azione diretta del conducente sul mezzo di trasporto, come, invece, potrebbe essere quella di un muratore che, stanco, proceda meno alacremente a mettere in posa i mattoni di una parete da costruire.

In questo caso, il conducente fa effettivamente diminuire la velocità o fa rallentare il veicolo, la velocità diminuisce o - espresso altrimenti - il veicolo rallenta.

Sono tutte descrizioni le più adeguate che sia possibile all'effettiva realtà fenomenica e che non contraddicono minimamente alcuna considerazione di tipo tecnico né scientifico.

* la velocità, nel filone, è stata definita come rapporto e questa, chiosa il docente, è la "velocità media". Conosce anche lui l'esistenza - in senso scientifico - della "velocità istantanea". "Ma qui - aggiunge - occorrerebbe il significato matematico di derivata di una variabile/grandezza (lo spazio percorso rispetto al tempo occorso), concetto - prosegue - che ancora non risultava "ben definito" - almeno, nella modalità che l'impeccabilità scientifica richiede - quando, per altro, la lingua italiana aveva già raggiunto la ricchezza e la perfezione riscontrabili nei testi dello scienziato Galilei. Ricordandomi, inoltre, che, quando scienziati del calibro di Newton e Leibniz intrapresero - piuttosto rancorosamente - a discutere sulla priorità e la validità delle rappresentazioni grafiche (le diverse notazioni adottate) della scoperta, Galilei non era già più tra i vivi. E mentre prevaleva il significato di velocità - riferito globalmente a un processo diretto, non a una "misura" precisa - di cui la lentezza non costituiva una gradazione specifica, ma il "polo semantico" opposto. Cioè veloce/lento esattamente come caldo/freddo o bello/brutto.

E, in italiano, non s'è mai - comunicando appropriatamente - "raffreddato il calore" - se pure "poeticamente si potrebbe anche dire -, ma, piuttosto, "raffreddato un oggetto caldo", "riscaldata una pietanza fredda". Almeno, nel concreto - sostiene il professore -. "Riscaldare la freddezza ..." implica un altro dominio semantico e un diverso registro linguistico ... Lo stesso vale per tutti i "poli semantici" che risultano essere in opposizione. Non si può, in assoluto, "imbruttire la bellezza". Essa è un concetto che continuerebbe a sussistere. Ma si può - con interventi successivi ("il meglio è nemico del bene") imbruttire, ad es., un quadro che era già bello ... così com'era ...

Infatti, argomenta il professore, se non ponesse alcun tipo di problemi dire "rallentare la velocità", specularmente, si dovrebbe poter accettare l'espressione "velocizzare la lentezza" - sempre a livello processuale, ovviamente -, dal momento che, singolarmente, le voci impiegate risultano tutte ammissibili, in italiano. Ma non pare sia così.

P.S.: l'anziano professore sostiene che quanto scrive l'Accademia francese non abbia necessariamente rilevanza per l'italiano. Letteralmente: "Le lingue neolatine sono tutte "cugine", ma, appunto (soltanto) "cugine" ". Tradotto: "I cugini abitano separatamente e ciascuno, a casa propria, fa ciò che vuole ...".

P.P.S.: sempre secondo il docente, "abiti caldi" e "luci fredde" sono espressioni validissime anche sotto l'aspetto del significato scientifico. Gli "abiti caldi" risultano tali in quanto confezionati con tessuti di struttura tale - ad es., la lana - da riuscire a isolare rispetto a un ambiente esterno sfavorevole e consentire, quindi, il mantenimento di una temperatura - interna - più adatta. In quanto tali, quindi, risultano - essi stessi - "caldi" o "più caldi" - almeno nella loro superficie interna -.

E, comunque, assicurano calore a chi l'indossi.

Impedendo che troppa parte della grandezza fisica "quantità di calore" venga "ceduta" dal corpo all'esterno.

Le "luci fredde" sono, invece, prodotte con processi che sono ben diversi rispetto a quello - che pure genera luce - determinato dall'accensione del fuoco - mediante un ceppo di legno - in un antico caminetto. Ma qui mi fermo perché l'argomento rischia di diventare davvero scientifico, data la "naturale" - il mondo è fatto così ... - correlazione tra la lunghezza d'onda della radiazione, il colore e la "temperatura assoluta" della sorgente luminosa.

Ma sul fatto che la luce abitualmente definita "fredda" implichi una temperatura della sorgente inferiore a quelle di radiazioni luminose definibili come "calde" non v'è dubbio alcuno. Anche la "trasduzione" che intercorre tra la tonalità luminosità e la temperatura è tutt'altro che un artificio retorico. La realtà fisica - scientificamente rilevabile - risulta davvero tale, mentre sul riferimento alla luce del termine "tonalità" - da "tono" - si potrebbe anche argomentare ...
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Re: «Rallentare la velocità»

Intervento di Marco1971 »

L’anonimo «anziano docente» fa delle considerazioni condivisibili dal punto di vista teorico e concettuale. Tuttavia, come ben sappiamo, la storia della lingua non segue tali vie raziocinanti, e lo storico della lingua, distaccandosi dalle proprie preferenze personali, deve prendere atto di come le parole sono state effettivamente impiegate nel corso dei secoli. Nel caso specifico del sintagma «rallentare la velocità», lo vediamo abbondantemente attestato dal Settecento (almeno) a oggi in scritture tutt’altro che fantasiose:

…deve, in ogni caso, rallentare la velocità nell’approssimarsi all’incrocio. (Il Foro italiano, 1713)

…sono fatti a luogo a luogo più di 60 bottini, o purgatoi, dove l’acqua entrando, trovando largo spazio, e rallentando la velocità del corso concepita nell’angustie del canale, si schiarisce, e deposita quel più che sia possibile. (Giovanni Targioni-Tozzetti, Relazioni di alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana, 1751)

Una foce troppo dilatata, nella quale, o rallenta la velocità collo scemarsi dell’altezza del fluido premente, o si divide ne’ rami, in cui partesi il fiume, verrà sempre rialzandosi… (L’idraulica pratica ragionata proposta a’ suoi discepoli dall’abate Gioseffo Mari, 1786)

Questa leva sostiene alla sua piccola estremità un arco di circolo di legno, dello stesso raggio della ruota contro la quale deve strisciare quando si vuole rallentare la velocità del carretto. (Geometria e meccanica delle arti e mestieri e delle belle arti, 1830)

Dee rallentare la velocità all’atto in cui le botti sono vicine al termine delle loro corse, ad oggetto di potere più facilmente arrestare la macchina quando occorre. (Nuovo dizionario tecnologico o di arti e mestieri, 1846)

Le condizioni del tempo non erano molto favorevoli, spirando un vento nord-ovest di 56 km il quale rallentava la velocità del dirigibile. (Notiziario di aeronautica, 1923)

Le due norme sulla velocità e sulla tenuta della mano, si integrano nel caso di incrocio, rallentare la velocità, se del caso fermarsi e tenere rigorosamente la destra… (La giustizia penale, 1963)

…d’acqua di una certa velocità che trasportava ciottoli di diverse dimensioni ha accumulato davanti al blocco che fungeva da ostacolo e che ne rallentava la velocità gli elementi più grossi che in quel punto non riusciva più a trascinare. (Bollettino della Società geologica italiana, 1964)

Rettilinei: ricoperti di neve battuta per rallentare la velocità dei mezzi, devono avere delle protezioni laterali in neve ghiacciata o in muretti di terra naturale, di legno, di calcestruzzo, ecc., gravanti su fondazioni… (Mario Antonio Arnaboldi, Atlante degli impianti sportivi, 1982)

La norma di cui all’art. 102, comma terzo, cod. strad., che impone ad ogni veicolo di rallentare la velocità ed occorrendo, di fermarsi, quando i pedoni che si trovino sul percorso tardino a scansarsi, non riguarda soltanto il pedone che abbia già manifestato incertezza o indecisione nell’attraversamento… (Francesco e Diego Molfese, Codice della strada annotato con la giurisprudenza, 2003)

Sono, altresí, segnali complementari i dispositivi destinati ad impedire la sosta o a rallentare la velocità. (Gianni Bellagamba, Giuseppe Cariti, Il nuovo codice della strada, 2010)

Ne consegue che tale sintagma è parte integrante della lingua italiana e non può in alcun caso essere considerato scorretto.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Intervieni

Chi c’è in linea

Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 40 ospiti