Matilde Paoli, in un articolo pubblicato nel 2009 sul sito dell'Accademia della Crusca, così ha legittimato l'impiego della locuzione fin da subito:
Io, tuttavia, continuo sommessamente a reputare l'espressione in parola un esempio di cattivo italiano: dal punto di vista semantico, ritengo che gli avverbi di cui si discute non siano sovrapponibili, perché ora e adesso hanno valore propriamente temporale, designando il momento o l'età presente, laddove subito, invece, appare permeato da una sfumatura modale, che caratterizza in modo puntuale l'agire (ossia prontamente, senza indugio): di conseguenza, avverto (se non agrammaticale) stridente il costrutto con la preposizione da, giacché conferisce staticità a un elemento intrinsecamente dinamico, che non può essere preso in considerazione come punto di partenza di un'azione (come se si dicesse (fin) da immediatamente).Matilde Paoli ha scritto:Cosa rende questa locuzione così "appetibile" per coloro che in qualche modo tendono al convincimento del proprio interlocutore? Perché la si preferisce alle locuzioni fin da ora, fin da adesso, normalmente in uso in italiano?
Rispetto a (fin) da ora, (fin) da adesso, l'espressione costituisce senza dubbio un modulo più versatile, dal momento che ha il vantaggio di risultare slegata dal tempo in cui avviene la comunicazione, ovvero non ha valore deittico; mentre il presente di ora/adesso è quello stesso in cui si parla - la lettura risulta fino da ora interessante o la pelle appare fin da ora più rosea implicano necessariamente il riferimento al presente reale -, sostituendo fin da subito si è proiettati in un qualsiasi tempo. Inoltre ora e adesso possono essere usati solo al presente o al più al futuro: quindi è possibile ci impegniamo o ci impegneremo fin da ora/da adesso, ma non *ci impegnammo fin d'ora/da adesso.
È anche da considerare che, rispetto a subito, il panorama dei valori assunti da ora risulta più articolato, tanto da far perdere all'avverbio il senso dell'immediatezza: ora vale sì 'in questo istante, nel momento presente', ma anche, ad indicare un lasso di tempo più esteso, 'in questo periodo' (ora non saprei cosa dirti, solo ora me ne rendo conto), fino ad indicare 'nell'epoca attuale' (questi cappelli ora non sono più di moda, sono sistemi ora in disuso); il riferimento temporale può spostarsi anche all'immediato passato, ora vale infatti anche 'poco fa, un attimo fa' (non ricordi? te l'ho detto ora!, l'ho incontrato ora al mercato) e all'immediato futuro 'fra poco, fra un attimo' (ora gliene dirò quattro!, ora vedremo).
Anche adesso, l'altro avverbio che concorre nelle locuzioni introdotte da (fino) da, può significare 'in questo momento, ora' (adesso ho da fare), 'poco fa' (ha telefonato proprio adesso) e 'fra poco' (dovrebbe arrivare adesso); subito invece vale 'immediatamente, all'istante' (o al più 'in pochissimo tempo') e anche 'direttamente' e 'all'improvviso' (GRADIT); se ne può avere un'idea dai sinonimi forniti dallo stesso dizionario che sottolineano per la maggior parte l'estrema rapidità: all'istante, al primo colpo, d'acchito, immantinente, e in men che non si dica, in quattro e quattr'otto, in un attimo, in un batter d'occhio, in un lampo.
Si può obiettare che subito vale già 'immediatamente', quindi (fin) da subito risulterebbe ridondante; ma la locuzione ha in più rispetto all'avverbio, l'elemento della "direzione nel tempo", la "continuità in avanti". Questo aspetto della proiezione verso il futuro, probabilmente non così rilevante nelle attestazioni che abbiamo supposto come primarie, quelle del tipo libero/disponibile da subito, acquista importanza nelle frasi che abbiamo visto usate dai politici o dai pubblicitari: "ci impegneremo da subito" è una garanzia non solo di risposta immediata, ma di prosecuzione dell'impegno, il miglioramento "visibile da subito", non solo sarà immediatamente percepibile, ma andrà intensificandosi progressivamente.
La mia interpretazione è peregrina?