Pronuncia di «viaggio» e derivati

Spazio di discussione su questioni di fonetica, fonologia e ortoepia

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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Non si preoccupi: è un errore piuttosto comune. È accettabile – almeno dal mio punto di vista – in un parlato molto informale (es. una conversazione casalinga con un parente o un amico).
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[FT] *«Penso» (= «suppongo») e indicativo

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Per me, no, nemmeno in un parlato molto informale. :evil:

…Ma nel caso di SinoItaliano, non è necessariamente un errore: basta infilarci due virgole (a voce, due brevi pause e un contorno intonativo discendente per l’inciso):
SinoItaliano (_quasi_) ha scritto:…che, penso, si pronuncia /'via/ in tutta Italia.
:mrgreen:
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Io, personalmente, non userei mai l'indicativo (che mi dà l'impressione di sciatteria), ma, diciamo, se la mia morosa o un mio amico dice «penso che si dice cosí», non do di piglio alla bacchetta. Sí, lo so, sono un po' lassista. :mrgreen:
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Intervento di Infarinato »

Sandro1991 ha scritto:Per quale legge fonetica −dunque− abbiamo [viˈaʤːʤo], senza approssimante? Non l’ho capito... :oops:
Nessuna legge fonetica, caro Sandro, solo lessico e morfologia (dopotutto, viaggio è un derivato di via), che non viola alcuna legge fonetica (lege: fonotattica) dell’italiano. ;)

Per comprendere l’ultimo punto, si pensi che in italiano c’è addirittura «opposizione» fonologica (lege: contrasto —una vocale non può «opporsi» a una consonante stricto sensu) tra /i/ e /j/ come in piano («lentamente, superficie, pianoforte») /pjáno/ e pïano («di papa Pio») /piáno/ (uso l’accento acuto per chiarire che in fonologia si prescinde dalla scansione sillabica; foneticamente, si avrebbe , rispettivamente [ˈpjaːno] e [piˈaːno]), spianti (pl. di spianto) /spjánti/ [sˈpjanːti] e spïanti («che spiano») /spiánti/ [spiˈanːti] e, a livello di sintagma, anche con [i] asillabico: hai odio /ai ɔ́djo/ [(ˌ)ai̯ ˈɔːdjo] e ha iodio /a jɔ́djo/ [(ˌ)a ˈjɔːdjo] (…in italiano genericamente centromeridionale [non toscano] anche [jʼj-], ma non è pronuncia neutra), il che fra l’altro dimostra che è [i̯] appartiene a /i/, non a /j/, ed è sbagliato scrivere cose quali /maj, noj/ (per mai /mái/ [ˈmaˑi̯], noi /nói/ [ˈnoˑi̯]), come fa, per esempio, il Lepschy (anche nel GRADIT). :evil:
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Infarinato ha scritto:spianti (pl. di spianto) /spjánti/ [sˈpjati]
Come mai la [n] in questo caso è rafforzata?
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Intervento di Infarinato »

Perché la sillaba è accentata, e quindi è piú lunga (ma la [a] rimane breve perché la sillaba è implicata). ;)
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

La ringrazio. Quindi si può dire che 1) se in una parola piana la penultima sillaba è aperta [perdoni la terminologia profana], allora la vocale tonica è lunga; 2) se se in una parola piana la penultima è chiusa da una fricativa, una nasale, una laterale o una vibrante, la vocale tonica rimane breve ma la fricativa/nasale/laterale/vibrante subisce un rafforzamento? Oppure la regola 2) vale solo per le nasali?

In altre parole: pasto, alto, piombo e arto presentano tutti il raffozamento della consonante «implicante»?
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[FT] Durata fonetica delle consonanti finali di sillaba

Intervento di Infarinato »

La rimando alle relative pagine del MªPI… Succintamente, si può dire che [in tonia] sono foneticamente (non fonologicamente) [semi]lunghe tutte le consonanti finali di sillaba accentata ad eccezione della [r] finale di parola, nel qual caso è il nucleo vocalico precedente a essere lungo.
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