/-f-/ estraneo all’italiano?

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Ferdinand Bardamu
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/-f-/ estraneo all’italiano?

Intervento di Ferdinand Bardamu »

In quest’articolo redatto dal professor Alberto Nocentini si legge: «La presenza di una -f- in posizione interna [nella parola mafia], estranea alla tradizione latina…». E piú avanti: «Vale invece la pena d’insistere sull’origine del nome proprio Maffeo per almeno tre buone ragioni: fornisce una base lessicale accertata maf(f)-, altrimenti estranea al lessico italiano…».

I brani riportati, e i passi che ho sottolineato in particolare, mi lasciano perplesso. Innanzitutto, il suono /-f-/ sarebbe estraneo alla tradizione latina (?) oppure solo al lessico italiano? Nell’uno e nell’altro caso, non riesco a capire bene: soffiare e graffiare sarebbero eccezioni? E il latino sufflare?

Poi ho pensato: forse il professore intende che, nelle parole schiettamente italiane, il suono [f] tra vocali, o tra vocale e approssimante, o tra vocale e sonorante, è sempre geminato: es. baffo, graffio, Affrica.

L’unica parola che mi viene in mente con [f] semplice tra vocali è sbafare. Ma sospetto che si tratti d’una voce settentrionale, ciò che confermerebbe la regola esposta sopra.

(Spero di aver azzeccato la notazione nel titolo e nel testo dell’intervento.)
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Zabob
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Intervento di Zabob »

A parte le parole formate con prefissi (+ -FĔRO, -FĬCĬO o come PROFĀNUS) mi viene in mente solo būfo (da cui secondo alcuni deriva l'ital. "gufo"), scrōfa e tōphus o tōfus (da cui l'ital. "tufo"). Pescando dal greco (direttamente o attraverso il latino) i vocaboli sono molti di più (elefante, sifone, sofisma, stufare, trofeo...).
Ultima modifica di Zabob in data mar, 28 ott 2014 21:09, modificato 2 volte in totale.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Animo Grato
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Re: /-f-/ estraneo all’italiano?

Intervento di Animo Grato »

Ferdinand Bardamu ha scritto:L’unica parola che mi viene in mente con [f] semplice tra vocali è sbafare. Ma sospetto che si tratti d’una voce settentrionale, ciò che confermerebbe la regola esposta sopra.
Oltre al gufo citato qui sopra, a me vengono in mente cafone (di etimo incerto, ma sicuramente voce meridionale, quindi valgono le considerazioni già fatte) e tufo, che - leggo sul Treccani - deriva dal latino tardo tūphus o tūfus, a sua volta variante del classico tōphus o tōfus, d'origine incerta. Quindi la "non latinità" della -f- scempia intervocalica sembra reggere.

Ops... Vedo che Zabob mi ha preceduto su tufo. Vabbè, lo lascio lo stesso. :wink:
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Sí, in latino la /f/ scempia intervocalica si trova solo nei prestiti, e la geminata solo come risultato di assimilazione regressiva nei composti in cui il secondo elemento cominci con /f/.
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Animo Grato
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Intervento di Animo Grato »

Il che porta a concludere che originariamente, in latino, il suono f fosse ammesso solo ad inizio di parola, giusto?
Interessante...
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Intervento di valerio_vanni »

Aggiungo (in Italiano): afa, scrofa, tafano, Stefano, grafia, grafico.
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Zabob
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Intervento di Zabob »

valerio_vanni ha scritto:Aggiungo (in Italiano): afa, scrofa, tafano, Stefano, grafia, grafico.
Scrofa l'ho già citata io ;), le ultime tre (e forse anche "afa") vengono dal greco, per "tafano" c'è un passaggio b>f come per "bufalo" e "zufolare" (risp. da tăbānus, būbălus e sībĭlāre).
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Intervento di Infarinato »

Animo Grato ha scritto:Il che porta a concludere che originariamente, in latino, il suono f fosse ammesso solo ad inizio di parola, giusto?
L’f latina è l’esito di bh e dh protoindoeuropee in posizione iniziale (altrove b, e b [dopo u, r e prima di r, l] o d, rispettivamente).
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Zabob ha scritto:scrōfa
Voce rustica, come molte parole latine riguardanti animali, quindi di forma non genuinamente latina.
valerio_vanni ha scritto:afa
Secondo Battisti e Alessio va ricondotta a una voce latina (non attestata) *bafa (da cui anche port. bafo e sp. baho); Devoto l'associa a una voce romanesca bafa o afa di probabile origine onomatopeica.
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Intervento di Infarinato »

Zabob ha scritto:Scrofa l'ho già citata io ;), le ultime tre (e forse anche "afa") vengono dal greco, per "tafano" c'è un passaggio b>f come per "bufalo" e "zufolare" (risp. da tăbānus, būbălus e sībĭlāre).
No, non c’è alcun «passaggio /b > f/»: si tratta semplicemente di voci dialettali d’origine italica (osca etc.) che coesistevano con le voci autoctone («classiche») con /-b-/, e che hanno poi finito col prevalere… ma siamo ampiamente «fuori fòro»! ;)
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Con tutto il rispetto per il professor Nocentini, la sua spiegazione non è allora chiarissima: /f/ intervocalica è estranea alla tradizione latina, non al lessico italiano.

Per completezza, ricopio qui il paragrafo sull’-f- intervocalica del Rohlfs (Gerhard Rohlfs, Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, Torino, «Einaudi», 1966, § 219):

Nelle parole indigene la -f- intervocalica era sconosciuta nella lingua latina (prescindendo dalle parole composte come reformare, refundere, profanus), viceversa essa si incontrava nelle parole straniere che venivano prese in prestito dal greco (raphanus, typhus, Stephanus) ovvero che erano giunte a Roma dai dialetti osco-umbri (per esempio scrofa, bufalus). Tale f rimane conservata nella lingua nazionale: cfr. Stefano, scrofa, befanaepiphania, ràfano, búfalo, tafano, scarafaggio, profenda, bifolco.

L’origine di profenda è tardolatina (‹ PRAEBENDA) attraverso una variante latina medievale PROVENDA. Ma forse si tratta di un’eccezione altrimenti spiegabile. Parole come graffio (germanismo), baffo (probabile grecismo) e sbafare (onomatopea) confermano l’estraneità di /-f-/ allo strato lessicale latino di tradizione ininterrotta.
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Zabob
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Intervento di Zabob »

A me è parso solo che Nocentini volesse addurre una prova per sostenere l'impossibilità che "mafia" derivi dal latino; al lessico italiano, poi, sarebbero estranee solo le parole che iniziano con maf-.
Ferdinand Bardamu ha scritto:sbafare (onomatopea)
La butto lì: un incrocio con sbavare è un'ipotesi peregrina?
Ultima modifica di Zabob in data sab, 08 nov 2014 16:12, modificato 1 volta in totale.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Scilens
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Intervento di Scilens »

Ex-vaporare basterebbe?
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Vorrei tornare sulla questione per porre una domanda: l’italiano piú genuino vorrebbe la geminazione del suono /f/ in posizione interna? Mi spiego meglio: buffalo e Affrica sono «piú italiani» (ossia «piú toscani») di bufalo e Africa?
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Intervento di Infarinato »

Ferdinand Bardamu ha scritto:[B]uffalo e Affrica sono «piú italiani» (ossia «piú toscani») di bufalo e Africa?
In teoria sí, ma per una diversa ragione.

In generale, però, non è che tutte le /f/ posvocaliche si dovrebbero mutare in /ff/: è che non ci dovrebbero proprio essere arrivate. ;) (Quindi, sí, le poche che sono passate in latino o direttamente in italiano risultano inevitabilmente un po’ [e]strane[e] e sono [state] quindi suscettibili di raddoppiamento.)
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