«Credei», «potei» ecc.

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Zabob
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«Credei», «potei» ecc.

Intervento di Zabob »

Come ricorda il DOP, nelle desinenze del pass. remoto come credéi, potéi (ma anche credé e poté alla 3ª persona: v. 3 pagine dopo) la e tonica è chiusa: ma non è un'incoerenza rispetto alle forme "piene" credètti/e e potètti/e, in cui è aperta? (la cosa curiosa poi, è che per "credere" la forma letteraria è credéi, per "potere" viceversa è potètti).
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Re: «Credei», «potei» ecc.

Intervento di Infarinato »

Zabob ha scritto:Come ricorda il DOP, nelle desinenze del pass. remoto come credéi, potéi (ma anche credé e poté alla 3ª persona: v. 3 pagine dopo) la e tonica è chiusa: ma non è un'incoerenza rispetto alle forme "piene" credètti/e e potètti/e, in cui è aperta?
E perché mai?
Rohlfs (1968:319) ha scritto:574. Il passato remoto della coniugazione debole in e nell’Italia centrale. Le forme toscane -éi, -ésti, , -émmo, -éste, -érono sono formate in analogia a -ai, -ii, con generalizzazione di é (che in -esti e -este è normale [< -ĭ-]).
Rohlfs (1968:321) ha scritto:577. Il passato remoto in -etti. L’origine di questa forma analogica va veduta in stetti (< stetui [con -ĕ--è-]). L’analogia affettò [sic] anzitutto l’affine dare, sicché l’antico diedi venne sostituito da detti.
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