«Gli» + /jV/

Spazio di discussione su questioni di fonetica, fonologia e ortoepia

Moderatore: Cruscanti

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Carnby
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Intervento di Carnby »

Scilens ha scritto:Lo ionio-gli ioni(i)... .
Indipendentemente dal fatto che coincida o no con l'uso fiorentino, non era meglio (anche sotto l'aspetto etimologico) l'Ionio?
Ivan92
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Intervento di Ivan92 »

Probabilmente per questa ragione: ieri è una delle poche parole inizianti con /j/ che ha dalla sua la tradizione popolare.
Avatara utente
Scilens
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Intervento di Scilens »

A Carnby e Ivan
D'accordo sull'aspetto etimologico. Daccordo anche sulla copiosa documentazione fiorentina. Ma perché non mi viene spontaneo per niente? Se dicessi l'ionio non direi 'lionio', ma qualcosa con quasi due I iniziali dove chi m'ascoltasse non s'accorgerebbe della L dell'articolo e intuirebbe quel che ho 'nteso dire soltanto dal resto del discorso. Così dico lo jodio e tintura d'ijodio (con una i e mezzo, per non cadere nella 'tintura d'odio' o 'd'oidio', che son tutt'altro), proprio come glijoni, dove quel 'gli' mi diventa simile a 'li'. Per avere un'idea più precisa si può pensare a come i romani dicono pajata (la pagliata).
Ieri è ancora detto, qualche volta e soprattutto dai vecchi, “glieri” e “lieri”; quest'ultime forme son senz'articolo (es. ci sono stato lieri). Per questo l'ieri non è subito comprensibile come lo ieri, che non s'elide, e per forza non può non diventare lojèri.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
Ivan92
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Intervento di Ivan92 »

Scilens ha scritto:[P]erché non mi viene spontaneo per niente?
Semplice: non è abituato, e ciò le fa credere che pronunce di tal tipo siano artificiose e innaturali. :P Ma non ne faccia un dramma, ché neanch'io sono avvezzo a codesto tipo di realizzazioni, essendo profondamente influenzato dall'italiano regionale che si parla qui. Ciò non toglie però che uno debba impegnarsi. :wink: A ogni modo, riguardo alla spontaneità della pronuncia, vale quel che disse il nostro Infarinato.
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Scilens
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Intervento di Scilens »

Non ne faccio un dramma, certo, si fa per dire, non cerco d'essere assunto come lettore o fine dicitore :)
Oltre a questo sono estremamente orgoglioso della parlata natale, a differenza di quand'ero bischero.
Infarinato mi dice: "Le sembra male." Ma altrove dice: "Per ragioni etimologiche e fonetiche, ancorché non stringenti."
Non stringenti, cioè una finezza. Ma sempre in base allo standard fiorentino.
La ragione vera è che non son fiorentino e dai fiorentini che abbiamo a tre passi ci teniamo a distinguerci, avendo dato loro anche parecchio daffare.
Ormai imparo poco e quel che posso fare di meglio è dare una parziale testimonianza e frammentaria di quel che eravamo, in quel breve lasso di tempo che son riuscito a vedere; mi piacerebbe che restasse qualcosa.
Ma se non resta non è troppo importante, perché ogni vita è una vita, e va da sé, il futuro è più importante. Però conoscere il passato è un gran bell'aiuto.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
Ivan92
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Intervento di Ivan92 »

Scilens ha scritto:Ma altrove dice: "Per ragioni etimologiche e fonetiche, ancorché non stringenti."
Si riferiva a iato. In origine la parola era considerata trisillaba, /i'ato/, per l'appunto. Oggi, come lei ben sa, è invalso l'uso di pronunciare iato...senza iato (/'jato/)! Inoltre, seleziona l'articolo lo. Dunque, acciocché iato torni a essere un trisillabo, sarebbe necessario anteporgli l'articolo apostrofato, ché lo iato, anche a ritmo lento, si pronuncia quasi sempre /lo'jato/. Proprio per questo è preferibile la grafia l'iato: essa non può che leggersi /li'ato/, ancorché non categoricamente, ché, soprattutto a ritmo allegro, capita di sentire /'ljato/.
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