Fonotassi della lingua italiana
Moderatore: Cruscanti
- Millermann
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- Iscritto in data: ven, 26 giu 2015 19:21
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Vorrei aggiungere, se posso, ancora un paio di annotazioni.
La prima è che, sulla base di quanto affermato finora, tra le onomatopee italiane possiamo distinguere quelle che rispettano la fonotassi (es.miao, tu-tu, pio-pio, chicchirichí, e quelle che non la rispettano, poiché terminano per consonante (cip-cip, din-don, clic), o sono addirittura costituite da sole consonanti (ssst, grrr, zzz)! Alcune di queste possiedono una variante "rispettosa", meno comune, come tic-tac/ticche-tacche.
Vi sono poi le onomatopee importate dall'inglese (bang, slurp, oink), riprese di solito da veri e propri verbi, che spesso non rispettano la nostra fonotassi, e talvolta vengono adattate per facilitarne la lettura: (wow~uau, boom~bum).
Le consiglio di leggere anche questo interessante e divertentissimo filone!
La prima è che, sulla base di quanto affermato finora, tra le onomatopee italiane possiamo distinguere quelle che rispettano la fonotassi (es.miao, tu-tu, pio-pio, chicchirichí, e quelle che non la rispettano, poiché terminano per consonante (cip-cip, din-don, clic), o sono addirittura costituite da sole consonanti (ssst, grrr, zzz)! Alcune di queste possiedono una variante "rispettosa", meno comune, come tic-tac/ticche-tacche.
Vi sono poi le onomatopee importate dall'inglese (bang, slurp, oink), riprese di solito da veri e propri verbi, che spesso non rispettano la nostra fonotassi, e talvolta vengono adattate per facilitarne la lettura: (wow~uau, boom~bum).
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In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
Segnalo anche zigo-zago.Millermann ha scritto: Alcune di queste possiedono una variante "rispettosa", meno comune, come tic-tac/ticche-tacche.
Intanto ringrazio i precedenti chiarimenti che ho ricevuto. Sig. Millermann, mi perdoni, ma a quanto pare questo argomento rappresenta per me un autentico ginepraio...Millermann ha scritto: [...]
La prima è che, sulla base di quanto affermato finora, tra le onomatopee italiane possiamo distinguere quelle che rispettano la fonotassi (es.miao, tu-tu, pio-pio, chicchirichí, e quelle che non la rispettano, poiché terminano per consonante (cip-cip, din-don, clic), o sono addirittura costituite da sole consonanti (ssst, grrr, zzz)!
Se non Le dispiace, vorrei soffermarmi su quanto Lei ha detto. Precisamente sulla citazione che ho riportato qui sopra. A suo dire ci sono due tipi di onomatopee, quelle che rispettano la fonotassi dell'italiano e quelle che non la rispettano. La ringrazio anzitutto per aver fornito un dettaglio che io ignoravo.
Poi vorrei gentilmente capire meglio: quindi le onomatopee che rispettano la nostra fonotassi sono sempre quelle che finiscono per vocale a quanto vedo. E quelle che non la rispettano sono quelle che finiscono sempre per consonante.
Ma questo perché?
Mi sfugge qualcosa? Mi sembra che il motivo di questo non è stato spiegato. Spero di non sbagliarmi. Desidererei su questo punto ricevere una spiegazione un pochino chiarificatrice, tempo e pazienza permettendo.
Grazie Sig. Millermann
swanky
Le ha già risposto Infarinato.swanky ha scritto:[Q]uindi le onomatopee che rispettano la nostra fonotassi sono sempre quelle che finiscono per vocale a quanto vedo. E quelle che non la rispettano sono quelle che finiscono sempre per consonante.
Ma questo perché?
- Millermann
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- Località: Riviera dei Cedri
Quella del rispetto della fonotassi italiana, come s'evince dagli interventi precedenti, è questione ancora da alcuni dibattuta.swanky ha scritto:Desidererei su questo punto ricevere una spiegazione un pochino chiarificatrice, tempo e pazienza permettendo.
Per quanto riguarda le onomatopee, però (che, come ha specificato Infarinato, sono ai margini della fonotassi) io penso sia possibile adottare criteri meno rigidi.
Proverò ora a rispondere alle sue domande:
Le onomatopee che terminano per vocale rispettano la fonotassi? Sí, ma solo se non contengono sequenze di consonanti inaccettabili. Ad esempio «etciú» e «pciú» (bacio) non la rispettano, mentre «ecciú» sí.
Le onomatopee che terminano per consonante non rispettano la fonotassi? In linea di massima è vero, se vogliamo considerarle parole italiane.
Però, se terminano in una consonante semplice che sia L, M, N o R sono piú accettabili, un po' come lo sono le parole tronche (andar, andiam...) in italiano. Quindi «drin» (sveglia) risulterà piú accettabile di «clac» o di «paff».
Negli altri casi è quasi sempre possibile "italianizzare" l'onomatopea aggiungendo il suffisso «-ete», previo eventuale raddoppiamento della coda consonantica.
Ad esempio:
Clac -> clàcchete
Paff -> pàffete
Tic-tac -> ticchete-tàcchete
Zig-zag -> zigghete-zàgghete
Si noti che l'aggiunta del suffisso non cambia la posizione dell'accento!
Tenga conto che queste non sono vere e proprie parole, ma semplici "riproduzioni" di suoni o versi, piú o meno "filtrati" attraverso i limiti fonotattici per adattarsi alle capacità fonatorie umane.
Tuttavia si possono impiegare anche come sostantivi invariabili (specie se rispettano la fonotassi), con tanto di articolo: «il pio pio dei pulcini».
Le onomatopee danno anche luogo a parole di origine onomatopeica, come abbaiare, miagolare, fonotatticamente corrette.
Nella voce della Vichipedia, che penso avrà già visto, potrà trovare altri esempi e rimandi interessanti.
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